Noi siamo IMPERMANENZA

-PENSIERI, PAROLE & MOUSE
di Assunta Tammaro-



RIFLESSIONI

Nel mio girovagare fra le pagine dei libri che amo leggere, spesso incontro parole che, senza un motivo apparente rimangono lì, fisse nel mio cervello dando il via ad uno strano processo di elaborazione mentale che si conclude solo quando mi fermo per scrivere tutto ciò che i miei pensieri mi suggeriscono al riguardo. Così, partendo da un incontro casuale, nascono pagine piene di riflessioni che sembrano scritte per un diario o per una chiacchierata con un amico.

IMPERMANENTE

Il termine IMPERMANENTE, incontrato per caso fra le pagine di un libro, si è infilato fra le anse del mio cervello e ogni giorno mi si riproponeva come qualcosa che deve essere digerito ma che non vuole andare giù. Dopo qualche giorno di brusio cerebrale mi sono decisa a sedermi per trascrivere tutto quello che questo termine mi suggeriva.

Letteralmente parlando la parola IMPERMANENTE è di facile comprensione perché identifica tutto ciò che non permane, tutto ciò che cambia.

Che cosa può essere associato al termine IMPERMANENTE? Tutto.
Noi siamo impermanenza. Da quando nasciamo a quando moriamo, ogni giorno cambia qualcosa. Il nostro corpo cambia continuamente così come la nostra mente. Tutto è in perenne mutamento e così attraversiamo gli anni vivendo in un tempo in continuo movimento che ci vede crescere, ci regala un continuo cambiamento fisico, ci permette di diventate maturi per poi raggiungere l’età della saggezza. Il tempo, impermanente, ci regala la bellezza della fanciullezza, i sogni della giovinezza, le ansie e la paura dell’età matura.

In questa realtà scientificamente provata, un altro punto fondamentale, strettamente connesso al precedente, è il concetto di INTERDIPENDENZA: nulla esiste indipendentemente da tutto il resto.
Noi siamo una sequenza di azioni che causano reazioni che lasciano tracce. Il modo in cui viviamo il nostro viaggio terreno, produce una serie di effetti che sopravviveranno a noi nel bene e nel male raccontando ai posteri ciò che siamo stati e ciò che abbiamo fatto in questo mondo che non ci appartiene.
Tutto è come un soffio di vento. Partendo da questo concetto, dovremmo imparare a godere di ogni piccolo istante del nostro tempo cercando la gioia e la felicità in ogni singolo respiro, in ogni piccolo gesto, in ogni battito d’ali, in ogni alba, e in ogni tramonto anche quando termina un giorno che ci ha portato dolore. Tutto è impermanente, anche il dolore e i momenti difficili svaniscono come la luna allo spuntar del sole lasciandoci insegnamenti preziosi per il domani che ancora vivremo. Nella saggezza popolare si è sempre sentito dire “il tempo vola e tutto passa". A questo io aggiungerei che imparare a vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, giova molto alla salute, soprattutto a quella mentale.

Sicuramente uno dei momenti più difficili nella vita di ognuno di noi è la perdita di una persona cara che ci provoca un dolore immenso. Per riuscire a superare un momento così poco felice, dovremmo riuscire, da buoni cristiani, a credere nella vita dopo la morte, dovremmo riuscire a pensare e a sentire che al nostro fianco ci siano sempre loro, i nostri cari, che diventano per noi angeli custodi, sempre presenti al nostro fianco.

Secondo le dottrine della religione buddista, una persona che fisicamente muore si reincarna, diventa qualche altra cosa, così la vita non è persa ma è semplicemente cambiata.

Mi piacerebbe avere la possibilità di continuare a vivere oltre la morte rivivendo in qualche altra cosa che possa essere vita e non morte. Il mio desiderio è quello di rivivere in un albero. Con le mie ceneri nutrire un albero di ulivo o una quercia per donare gioia e serenità a che mi farà visita, per regalare respiri nuovi e aria pulita a chi è solo di passaggio e diventare rifugio per tutte le creature che ne hanno bisogno. Anche la morte ha il suo senso e può essere un senso di vita. Non abbiamo bisogno di ingrandire i cimiteri, ma abbiamo bisogno di piantare alberi che diano vita al futuro e ci permettano di lasciare il segno di qualcosa di buono fatto durante la nostra vita impermanente.

Nel 1992 Francesco Rutelli, propose la legge n113/1992 che prevede “L’OBLIGO PER IL COMUNE DI RESIDENZA DI PORRE A DIMORA UN ALBERO PER ONI BAMBINO NATO, A SEGUITO DELLA REGISTRAZIONE ALL'ANAGRAFE “.

Io modificherei questa legge, soprattutto in alcune zone del nostro paese, estendendo l’obbligo anche per ogni persona scomparsa in età prematura o a tutti quelli che ne facessero richiesta. In pochi anni si potrebbe ampliare non di poco, il nostro patrimonio forestale. Un piccolo gesto di civiltà, un modo per dire grazie alla vita e al pianeta che ci ha ospitato e nutrito, un grande regalo ai posteri.

Assunta Tammaro
©Corriere di San Nicola   

-Nella foto, due opere di Assunta Tammaro: "Vibrazioni" e "Vita"