…Vicienz' Carnevale è muort…

Si è svolta in un tripudio di folla la folcloristica rappresentazione della “Morte di Carnevale”. 
Magnifica l’organizzazione del corteo da parte del “Quartiere di Via Appia” guidato da Nicola Fiorito, magnifica la parte teatrale affidata a “La barca di Teseo” guidata da Germano Iacelli: è grazie a queste due realtà associative che “resiste” fortemente a San Nicola la Strada questa che è una delle più belle e sentite tradizioni popolari. 
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https://youtu.be/loZdPYUJn6Q 

Innanzitutto un po’ di storia e curiosità, ma soprattutto il significato di questa tradizione, gioiosa e spensierata, che viene ricordata in diversi paesi della Campania.
Ma chi era ‘sto Vicienz' Carneval di cui martedi 21 febbraio si sono svolti i funerali?
Secondo un rituale più o meno condiviso, Vicienz' Carnevale è la rappresentazione della gioia e del dolore, il vecchio che se ne va e che fa spazio al nuovo. La sua è una storia che si intreccia con momenti di spensieratezza e abbondanza, un po’ come sentirsi liberi da ogni obbligo sociale e dove musiche, scherzi, danze e maschere diventano elementi distintivi.
Il termine “Carnevale”, come si sa, deriva dal latino “Carnum levare”, che si traduce in “via la carne”, e indica quel periodo che sta per venire, nel quale ci si propone di rinunciare al grasso e all’abbondanza per preparare corpo e spirito alla Pasqua.

La “morte di Vicienz” rappresenta un vero corteo funebre, dove il “morto” (un fantoccio o un pupazzo, ma, nel caso sannicolese, una persona in carne ed ossa) viene portato in processione su un carretto addobbato con fiori, ghirlande, collane di salsicce e salumi mentre tra i piagnistei e le urla si esorcizza simbolicamente, in maniera ironica e divertente, il passaggio dal “tutto è permesso” (il riferimento è in primis alle abitudini alimentari) al “rigore” e all’ “equilibrio”.
Durante la processione, i componenti della famiglia del “morto” (nel caso sannicolese tutte le amanti che il buon Vicienz' ha …intrattenuto nel corso della sua …variopinta vita) intonano canti funebri, accompagnati da musicanti e voci della gente.
Alla fine del corteo, il fantoccio (così, ovviamente, anche nel caso sannicolese), viene bruciato nel falò e ridotto in cenere fra lamenti, risate, baldorie, leccornie e applausi.

Vicienz’ Carnevale, insomma, simboleggia il capo espiatorio di tutti i mali.
A ben delinearne, artisticamente, l’immagine di icona del vizio e di ogni forma di eccesso, ci hanno pensato gli attori de La barca di Teseo, che non finiscono mai di stupire per la loro bravura, la loro originalità e la propensione assoluta, tutta anima e corpo, a tramandare soprattutto ai giovani quegli spezzoni preziosissimi della tradizione locale, che grazie a loro restano intatti ed impermeabili all’avanzare inarrestabile della “modernità” e del cosiddetto “progresso”.

La tradizione di un popolo non è un teorema, non ha regole fisse, è dinamica e variegatamente articolata negli elementi essenziali che sono alla base del suo significato.
Vicienz’ Carneval è la falsità e l’ipocrisia. Vicienz’ Carneval è lo squallore di tanti che si celano dietro le apparenze, dietro falsi proclami, che ricevono e non danno, che approfittano della “scemità” dei buoni e dei generosi.
Vicienz’ Carnevale è tutto quello che non dovrebbe essere un essere umano per far sì che il futuro possa assurgere a colori più limpidi del buio che oggi impera.

Vicienz’ Carneval lo si bruci tutti i giorni dell’anno, non solo il martedì grasso.

La cronaca de “La morte di Carnevale” 2023 a San Nicola la Strada.
Alle ore 16.30 il feretro di Vicienz' Carnaval, spinto da aitanti volenterosi in costumi carnevaleschi, si è mosso dal cortile di Via Appia 133, scortato dalla Protezione Civile, dalla Polizia locale e dai “Volontari di Polizia” della A.O.V.F.P.
A precederlo, la banda musicale vestita di rigoroso bianco pulcinella; al suo seguito, tutte le donne di don Vicienzo, affrante e piangenti, rigorosamente vestite di nero sgargiante, e una grande folla di partecipanti.
Molte le strade percorse prima di giungere al fuoco dell'ultima dimora: Via Le Taglie, Via Patturelli, Via Bronzetti, Viale Italia, Viale Europa, Piazza Municipio, Piazza Parrocchia, Via Appia, Via Marconi, Via Alighieri, Via L. Da Vinci, Via Dei Mille, Via I maggio, Via Cadorna, Via Rossini, Via Toscanini, Via Bellini, Via Donizetti, Via De Curtis, Via Marconi.  
Al suo rientro, nel cortile di Via Appia stavolta al numero civico 102, la grandiosa messa in scena degli attori (che sono anche ballerini e anche coreografi) dell’associazione La barca di Teseo. Prima nel cortile di Via Appia 102 e poi in quello di Via Appia 133, dove il divertimento è giunto al suo massimo con l’accensione del fantoccio che identifica Vicienz’ Carnevale.

Vicienz’ Carneval è muort! Bruciato ed incenerito. A resistere, purtroppo, in questo mondo e nella squallida realtà di oggi, sono ancora la falsità, l’ipocrisia e l’ingratitudine umana, che seppelliscono quotidianamente i grandi valori della serietà, della coerenza e dell’amicizia vera.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola  

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