Luigi Russo e la cronaca di un mondo che non c’è più

Il giornalista sannicolese ha presentato il suo libro “Storia di una storia”


E’ con gioia che dedico a Luigi Russo questo mio articolo (credo sia l’unico, sinora) in occasione della presentazione del suo libro “Storia di una storia”, avvenuta giovedi 6 luglio presso la sala consiliare del municipio di San Nicola la Strada, nell’ambito della rassegna “Alza il volume” promossa dal Comune e dal Russo stesso organizzata con Iolanda Falanga.
E’ un segno di stima e di rispetto che nutro con sincerità per un carissimo “vecchio” amico collega con il quale condivido da quasi quattro decenni la passione di narrare la storia della nostra città.

«Parlo di un periodo, -dice l’autore- quello a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. Il mio obiettivo, prima ancora che alcuni degli avvenimenti, è di trametterne gli umori, la fiducia in un futuro che stava arrivando a grandi passi, nonostante le ristrettezze del tempo».

E’ il periodo di Patty Pravo che venne per cantare e non cantò alla Rotonda, del Piertony, delle prime radio libere, dell’organizzazione dei primi festival canori, ecc.

“Generazioni di giovani -recita la descrizione dell’editore Ivvi- inseguono un sogno: bussare alla porta del mondo dello spettacolo e magari oltrepassarne la soglia. Non importa se per un giorno o una vita. La prima discoteca di una provincia che vive ancora le arretratezze degli anni Sessanta, una radio libera e le discoteche itineranti sulle spiagge d'estate. Le prime minigonne, la rivolta dei genitori, il ritorno alle feste da ballo in casa. Cronaca di un mondo che non c'è più, di amori finiti o mai cominciati, di telefoni a gettoni e la speranza di un futuro migliore. E poi giocare con la vita, e imparare a farlo da un ‘artista a prescindere', un uomo che dell'artista aveva poco o, forse, niente”.

Raccontare con la propria mano e con la propria penna, immortalare su un giornale o un libro la narrazione di fatti accaduti, ai quali magari si è stati presenti, lasciare perenne traccia della storia di avvenimenti è lo scopo da cui deve essere animato chi, come tanti di noi che scrivono, vuole tenere sempre vivo il passato: per far sì che esso non si disperda nei meandri della memoria.
Perché un libro, un articolo, suggellano soprattutto l’importanza della narrazione scritta: articoli e libri sono l’essenza della storia, ciò che non si cancella e che viene raccontato, penna in mano, da chi gli eventi raccontati li ha vissuti. Una sorta di “vangelo” della quotidianità e dei ricordi.

E’ stato certamente anche questo uno dei leit motiv che hanno ispirato l’autore nella composizione di questo testo. Come, altrettanto certamente, lo è stato il ricordo dell’indimenticabile Pierino Fusco, la cui nota e celebrata passione per lo spettacolo e la musica ha costituito segno indelebile nell’animo e nel cuore di Luigi Russo.

-Gigi, quanto ha inciso, e in che modo, nella tua vita di uomo e di giornalista l’amicizia con Pierino Fusco, al quale, su tua proposta, è stata dedicata anche una piazza?

«Moltissimo. Discoteche itineranti, radio, giornali, musica, calcio che conta. In molti di noi non avevamo molto, eppure non ci mancava niente. Non a caso ho lottato molto per dedicargli una piazza. La storia se la intestano i generali, ma la fanno le persone semplici. Pierino è stato un grande per questo, ha fatto tanto partendo da pochissimo. Un punto di riferimento per intere generazioni».

Nel libro ci sono ricordi di un’ “epopea” che per lo più appartiene solo ai meno giovani di San Nicola la Strada. Ricordare questa storia è anche ricordare lo spirito di quei giovanotti che ora sono diventati anziani, è ricordare l’ardore di chi quegli anni ha vissuto, è lanciare messaggi di luce e di semplicità ai giovani di oggi, è raccogliere in uno scrigno tutte le emozioni vissute dai padri affinché possano assurgere a patrimonio anche dei figli.

-In che misura, secondo te, la narrazione di una storia vissuta da noi, non più giovanissimi, molti anni fa, può “sollecitare” i nostri ragazzi e i nostri figli a trovare interesse per le origini della “sannicolesità”? 

«Le nostre origini le possiamo riscoprire ovunque, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Dagli antichi romani al periodo borbonico. E con le dovute proporzioni anche in tempi più recenti. Dallo stesso Pierino Fusco, a molte altre personalità locali, non escluso i giornalisti, a tanti campioni non c’è che l’imbarazzo della scelta. Tornando a noi giornalisti, quanta vita vissuta c’è nei giornali che abbiamo creato, dal “Sac” al “Sabato non solo sport”, da “Il Ponte” al “Corriere di San Nicola”. E quanta nelle pubblicazioni di colleghi ed esperti che a San Nicola hanno dedicato libri, articoli, iniziative».

Si, è così. Occorre che di tutto ciò si faccia tesoro. Prima che tutto venga inghiottito dalle enormi fauci di chi non ha interesse, di chi è insensibile alla conservazione della nostra identità.

Di Luigi Russo, giornalista tra i più longevi di San Nicola la Strada, ricordiamo un altro importante contributo alla narrazione di fatti della storia locale, precisamente la “Storia del calcio sannicolese”, scritta nel 1988 con Nicola Ciaramella, pubblicata sui due giornali fondati e diretti da quest’ultimo, cioè Il Ponte e Corriere di San Nicola e letta e riletta in questi anni da migliaia di appassionati locali.
“La storia del calcio a San Nicola la Strada” curata da Russo e Ciaramella sarà prossimamente argomento della prima puntata del nuovo programma “Il salotto nel cortile” che sarà tramesso dal canale “Corriere di San Nicola Web Tv”.

Nicola Ciaramella
©Corriere di San Nicola