Urbanistica di giustizia per San Nicola la Strada

Piccole soluzioni per “risarcimenti” sociali ed ambientali ovvero "le utopie" di Pietro Scola...



Il Comune di San Nicola, nel lontano passato a vocazione agricola, ha avuto negli ultimi decenni una frenetica urbanizzazione che ha quasi del tutto cancellato i campi e le aree verdi. Urbanizzazione che non aveva ragione di essere e che ha portato vantaggi solo ai pochi speculatori protagonisti della storia recente della cittadina.
C' era davvero bisogno di tante abitazioni? Oppure, come sembra e come è sotto gli occhi di tutti, di trasformare la cittadina, per larghi tratti, in un insieme di quartieri dormitorio?
Questi interventi edificatori forsennati, oltre alla perdita di identità e di memoria storica, hanno portato a peggiorare la qualità della vita in città, vuoi per aumento delle temperature atmosferiche per l'elevata presenza di asfalto e cemento (anni fa San Nicola la Strada fu annoverata in un tg nazionale come città più calda di quel giorno), vuoi per aumento del traffico veicolare e altri disservizi che le costruzioni selvagge hanno generato.
Nonostante questo, però, è ancora possibile, a parere non solo di chi scrive, invertire la tendenza, recuperare spazi verdi e rendere nuovamente più vivibile la cittadina.

Proviamo, dunque, a proporre, suggerire, qualche tipologia di intervento; sembreranno pura utopia, ma di fatto sono cose realizzabili se c'é e/o ci sarà volontà politica.

Spesso sul "Corriere di San Nicola" si è parlato dell'area Casermette, si potrebbe partire proprio da lì.
A piccoli step, con collaborazioni mirate con gruppi di cittadini, associazioni, istituti scolatici, ecc., si potrebbe attivare un tavolo e stabilire di mettere in sicurezza delle piccole porzioni di area alla volta. Con i volontari, il gruppo di Protezione civile, gli scout ed altri si potrebbe pianificare la pulizia e l'apertura di parti dell'area, per poi pianificare con i cittadini le funzioni di cui la cittadinanza ha bisogno. A titolo di esempio: campo di basket, campo di bocce all'aperto, tavolo di ping-pong, parco giochi per bambini, orti urbani ecc.

A proposito di orti urbani, pur conoscendo la ragione della sospensione delle attività presso quelli dell'ex area Saint Gobain dovuta all'inquinamento dell'acqua di falda ed il conseguente divieto di utilizzo dell'acqua del pozzo, non capisco come mai, visto la buona pratica, non ci si sia attivati per rendere di nuovo operativi quegli orti urbani. Sarebbe bastato, forse, dotarli di un paio di serbatoi, di cui l' amministrazione, in collaborazione con la protezione civile, si sarebbe dovuta fare carico di rifornire d'acqua con l'ausilio di un'autocisterna.
Quegli orti, come le altre funzioni quali aree verdi, aree giochi per bambini, playground per i più grandi e campi di bocce per i pensionati, andrebbero pensati in maniera diffusa sul territorio. Ritornando alle Casermette, sono da considerare anche quelle sul territorio di Caserta, ben più ampie, intorno ai 5 ettari di estensione, che associazioni ambientaliste e di volontariato hanno indicato di trasformare in parco pubblico. Visto la vicinanza, al confine del territorio sannicolese, lungo viale Carlo III, anche in questo caso sarebbe auspicabile un tavolo di collaborazione per la sua creazione e per una gestione parzialmente condivisa per la sua manutenzione, visto la ricaduta positiva che potrebbe avere anche per i nostri concittadini.

Chiudiamo con la prima utopia, dispendiosa probabilmente per la casse comunali (anche se il Comune potrebbe, cercandola, trovare una possibilità di finanziamento europeo…-ndd), ma che consentirebbe un notevole miglioramento della qualità della vita nella cittadina.

Seconda utopia.

E’ noto che nella curva di via Santa Croce insiste una costruzione abbandonata e a rischio crollo; perché non fare un accordo con la proprietà? Ad esempio: io amministrazione mi impegno ad abbattere e a ricostruirti gratuitamente, ma con altro orientamento rispetto all'attuale l'edificio, ad esempio lungo il confine del palazzo che ospita l'ufficio postale. Rispettando i volumi in essere ed il profilo del palazzo, così com'era, come amministrazione, anzi come cittadinanza, ci guadagno una porzione di strada che a quel punto sarebbe a doppio senso e si collegherebbe con via Mastroianni portando direttamente al parcheggio. Collegamento che si sarebbe dovuto chiedere, a suo tempo, a chi edificò quel complesso residenziale proprio tra la curva ed il parcheggio. Questa soluzione, è evidente, apporterebbe notevoli vantaggi alla qualità della vita nel centro di San Nicola, contribuendo a diminuirne il traffico veicolare in pieno centro.

Pietro Scola
©Corriere di San Nicola