I favolosi Bottari di Portico nel cortile dell'Associazione N.S. di Lourdes

Il 3 febbraio in Via Appia 133 per "Viva, viva il Carnevale". E poi, domenica 4, Festa in maschera per tutti i bambini

 


Arriva, come ogni anno, per i grandi e per i più piccini, la simpatia e il divertimento del Carnevale nel cortile dell'Associazione N. S. di Lourdes.  
Sabato 3 febbraio, alle ore 18:00, in scena i PICCOLI BOTTARI DI PORTICO, i più giovani dei favolosi Bottari di Portico, resi ancora più famosi, da un po' a questa parte, grazie a frequenti esibizioni con il maestro Enzo Avitabile. Sarà certamente uno spettacolo di grande attrazione. 
Domenica 4 febbraio, invece, sempre nel cortile sede dell'Associazione, dalle ore 17:00 alle ore 19:30 Festa in Maschera dedicata a tutti i bambini con musica, animazione e sorprese varie. Al termine, ci sarà uno spettacolo di canti, balli e tarantelle a cura dell'Agenzia Montanaro con l'animatore Nicola Paolino. 
Due pomeriggi di divertimento, di serenità ed allegria nel solito clima di amicizia. A far da cornice alle serate, gustose pietanze tradizionali, da consumare sul posto o portare a casa, sempre preparate dal bravissimo staff di cucina del sodalizio e sempre con lo scopo di finanziare le numerose iniziative che l'Associazione realizzerà quest'anno, come negli anni passati. 

UN PO' DI STORIA
I Bottari di Portico -leggiamo nel sito internet dell’associazione- sono un gruppo musicale tra i più suggestivi ed autentici dell’intero panorama della World Music. Gli strumenti utilizzati sono botti, tini e falci, usati come percussioni e scandiscono arcaici ritmi processionali, con accompagnamento di canti tradizionali, legati alla tradizionale coltura della canapa in terra di lavoro. Il modo di fare musica dei Bottari di Portico nasce da un’antica tradizione che narra che i contadini, nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle loro cantine, percuotevano freneticamente botti, tini e falci, attrezzi impiegati nel quotidiano lavoro nei campi. Questo rituale si ripeteva anche all’aperto per propiziare un buon raccolto e durante le tradizionali fiere agricole per evidenziare la robustezza degli attrezzi da un lato e dall’altro per attirare l’attenzione dei passanti. Nata come rituale pagano, questa tradizione è confluita nella festa religiosa di S. Antonio Abate (17 gennaio), durante la quale vengono costruiti dei carri a forma di barca e decorati con foglie di palma, a rievocare la traversata via mare per raggiungere l’Italia dall’Egitto da parte del Santo. Su un carro costruito a forma di barca e decorato con foglie di palma, anticamente trainato da buoi (oggi da trattrici agricole), si dispone un gruppo di giovani (“pattuglia”) che, con mazze e bastoni, percuotono ritmicamente botti e barili mentre altri battono con delle falci bacchette di metallo. L’esecuzione della “pattuglia” è diretta a colpi di fischietto da un “capopattuglia”. Vengono eseguiti particolari modelli ritmici, quello violento ed ossessivo della “Pastellessa” e quello lento e cadenzato della “Musica dei Morti” o della “Tarantella”, su cui vengono intonati i canti tradizionali. Nell’esecuzione senza carro, tradizione unicamente appartenente al gruppo “I Bottari di Portico”, alla ritmica delle botti e al canto tradizionale si è unito l’uso di strumenti musicali, quali la chitarra, il basso acustico, il flauto dolce, la ciaramella, il violino e la fisarmonica.


©Corriere di San Nicola