COZZOLINO: “BONIFICA SUBITO!”

Accorato appello del dirigente PdCI “affinché si solleciti l’istanza di dissequestro del sito Lo Uttaro per avviare subito la reiterata richiesta di risanamento dell’area"



«Ora che Lo Uttaro è in fase di sequestro con contestuali avvisi di garanzia, ci si pone, come è ovvio, il dramma della messa in sicurezza di questo sito pericolosissimo per l’ambiente circostante, paradossalmente in stato di ”abbandono“. Di qui ci si pone l’interrogativo: a chi tocca la messa in sicurezza ? A Pansa, a Petteruti, a De Franciscis? Il problema esiste e va subito affrontato con la dovuta gravità e delicatezza del caso!».

A porre alla pubblica attenzione la legittima domanda è il dirigente del PdCI sannicolese Mario Cozzolino, uno dei volontari del comitato civico più assiduamente impegnati nella lotta contro l’ecomostro dell’Appia Nord.
La sua è una disamina realistica ed intelligente della situazione post-sequestro, i cui princìpi devono essere assolutamente cavalcati se si vuole che alla chiusura della discarica segua l’effettivo risanamento di un ambiente da più parti giudicato gravemente compromesso.

«Tra l’altro è normale che, quando un’impresa, un negozio o qualsiasi altra attività pubblica o privata è sottoposta a sequestro preventivo da parte della magistratura competente, il titolare che ha interesse alla continuità dell’attività produttiva dell’azienda e della sorte dei lavoratori presenta istanza di dissequestro sottoponendosi ad una serie di   prescrizioni ed a eventuali sanzioni amministrative. Nel caso dello Uttaro, il diritto dovere di chiedere istanza di dissequestro del sito lo Uttaro per avviare la bonifica e quindi la messa in sicurezza, nonché ulteriori prescrizioni che la magistratura ritenga necessarie alla salute pubblica, spetta, a mio avviso, a  Pansa ovvero Bertolaso, De Franciscis e Petteruti, per la semplice ragione che furono tutti insieme a sottoscrivere il famoso protocollo. Quindi, ogni giorno che passa quel sito sequestrato diventa sempre più rischioso per la salute pubblica. La magistratura ha avuto il coraggio civile di fare il proprio dovere a seguito di denunce precise e atti tecnici dettagliati. Ora  spetta alle istituzioni e alla politica  assumersi questo gravoso onere di bonifica, per evitare il disastro ambientale. Quindi l’appello è fare presto nel chiedere il dissequestro del sito lo Uttaro, ma solo per lo svuotamento e la bonifica generale dell’intera area.
Mi rendo conto che questa necessità è già all’attenzione dei soggetti titolati su indicati, tuttavia è utile ribadire l’urgenza dell’intervento igienico sanitario sullo Uttaro, poiché ogni giorno che passa le responsabilità si aggravano sempre di più.
Sotto questo aspetto mi fa piacere leggere, e condivido, quanto sostenuto da Giovanna Maietta aderente al comitato emergenza rifiuti, e cioè la possibilità di iniziare con il sindaco Petteruti un percorso concertato tra il comune e il ComER.
Poiché, se così sarà, l’opera della magistratura (sequestro e avvisi di garanzia) non sarà vanificata e l’intera città potrà effettivamente sperare in una nuova possibilità di uscire dall’emergenza rifiuti.
Credo che sia compito anche della politica e, per quanto mi riguarda, mi appello alla sinistra radicale affinché si solleciti l’istanza (alle autorità competenti ) di dissequestro del sito lo Uttaro per avviare subito la reiterata richiesta di opera di bonifica. Reputo necessario, inoltre, che si comunichi alla città con manifesto pubblico a firma del sindaco  o dell’intero consiglio comunale come si intende procedere in questa fase di stand-by in cui il sito si ritrova sotto sequestro. Insomma, si faccia sapere alla gente comune quali interventi a tutela della salute pubblica intendono porre in essere coloro che hanno effettiva responsabilità civile e penale. Bisogna informare, infine, che Lo Uttaro era sul punto della saturazione completa, quindi pieno se non stracolmo di mondezza; quindi il sequestro giudiziario è intervenuto solo a difesa della salute e, pertanto, Caserta  e comuni viciniori non dovranno essere più interessati allo sversamento dei rifiuti in quest’area già maledetta, ma in altre discariche lontane dal capoluogo stesso, da San Nicola, da Maddaloni e da San Marco Evangelista. Dunque, non resta che agire  repentinamente per eliminare e ridurre, per quanto è possibile, il grave danno che l’intera area ha già subito».