Storia di uomini, di medici, di cuore








-di Giovanna Narducci-


Avevamo ormai accettato la notizia in famiglia dell'intervento che da li a poco avrebbe dovuto subire mia figlia ed entrambe cercavamo di parlarne, di affrontare il tutto con serenità, di valutare i pro i contro.
I "contro” erano i miei, che da madre avrei voluto che mai nessun dolore potesse sfiorare la mia piccola.
I “pro” tutti suoi, sempre pronta ad accettare, con forza, ogni sfida che le si presentava da buona figlia di sua madre.
Alla fine, tra un po’ d'ansia e un po’ di timore, ci siamo preparate all'evento; per me era scalare una montagna da sola, dimostrandomi forte e serena anche se il cervello comandava la tranquillità ed il cuore impazzava …da solo.
Per mia figlia era un intervento chirurgico che le avrebbe portato dei vantaggi a livello
non solo visivo, ma anche salutare.
Un inizio burrascoso. Ricoverata in regime ordinario, mancavano degli esami… non si trovavano; comunque le cose non andavano come mi ero immaginata.
Una sera tornai da lavoro … Già stanca di mio, arrivata in ospedale mi avevano dato la notizia che mia figlia non poteva operarsi il giorno successivo; c'erano dei problemi...
Beh, a quel punto mi fermai e pretesi di parlare con qualcuno, pronta a scaricare tutte le ansie accumulate sul capo espiatorio di turno...
Lo trovai. 
Bussai, mi fu aperto, il signore seduto dietro la scrivania ebbe solo il tempo di dirmi "buonasera signora" che io incominciai a lanciare la mia invettiva...
Pensavo di trovare di fronte qualcuno che mi mettesse a tacere, ma invece di fronte a me c'era una persona che non era un medico, un dottore inteso come uno di quelli che ti guarda dall'alto in basso o uno che ti tratta con la superficialità dovuta al tuo bisogno...
Era un uomo che mi ha spiegato passo passo quello che stava succedendo; era qualcuno che aveva veramente capito la mia necessità di sapere; con una dolcezza unica, mi ha parlato di quello che era successo e di quello che avrebbe dovuto effettuare quando avrebbe operato mia figlia.
Eh si, era il chirurgo che doveva operare la mia piccola il signore contro cui ero arrabbiata. Lui non aveva fatto ancora nulla in quella storia, non ne aveva preso ancora parte, eppure mi ha donato il suo tempo, mi ha ascoltato.
Ne ho conosciuto di medici, mio malgrado, per la malattia che ha portato via mia madre qualche mese fa, e nessuno è stato così chiaro, nessuno mi ha teso la mano.
Ero con mia madre appena dopo il suo intervento; andava tutto bene. Mi hanno fatto uscire dalla stanza … quasi cacciata, a dire il vero, e dopo qualche ora in un angolo mi hanno detto “Sua madre è morta”.
Il mio ringraziamento va a lei, dottore, che mi ha fatto capire che ci sono tanti medici, tutti bravissimi, ma non tutti disposti ad ascoltare, a spiegare… 

Giovanna Narducci