Lo Uttaro, c’è anche la petizione di Pennino!

Fioriscono, fortunatamente, le iniziative volte a far cancellare quella scellerata delibera 62 della giunta Marino. Dopo i sindaci Marotta e Cicala, ComER, associazioni ambientaliste, Corriere di San Nicola, enti e comitati, ora anche un cittadino sannicolese. Si spera in una massiccia adesione al documento, che sarà inviato al consiglio comunale casertano.

 

Sono 387 le persone che hanno finora sottoscritto la petizione “No impianto integrato rifiuti e Biodigestore a Lo Uttaro - Caserta. Difendiamo il futuro” lanciata dal cittadino sannicolese Domenico Pennino.
L’iniziativa, partita il 25 ottobre attraverso il sito Change.org, è tra le più importanti sinora avviate sulla scottante tematica che interessa soprattutto i residenti di San Nicola la Strada, San Marco Evangelista e Maddaloni.
Primi sostenitori della necessità di sensibilizzare la gente sulla scellerata delibera 62 della giunta comunale di Caserta in merito alla costruzione di un impianto per il trattamento dei rifiuti in una delle zone più inquinate d’Italia, sono stati i Comuni retti dai sindaci Marotta e Cicala (che si sono riuniti in seduta congiunta per deliberare una richiesta di revoca della decisione), ai quali si sono subito affiancati diverse associazioni ambientaliste (tra tutte il ComER), la testata giornalistica Corriere di San Nicola (presente con costante ed incisiva informazione), altri vari enti e comitati, ed ora, fortunatamente, anche l’idea promossa da Mimmo Pennino.

Ecco il testo della petizione: «L’area industriale di Caserta in località Lo Uttaro è di nuovo sotto attacco: il 29 settembre 2016, la giunta Comunale di Caserta, presieduta dal Sindaco neoeletto, Carlo Marino, ha deliberato (delibera n. 62) “di pianificare la realizzazione di un impianto di selezione di materiali riciclabili dal rifiuto indifferenziato e trattamento biologico del rifiuto organico, in zona ASI/Lo Uttaro, sull’area del dismesso mattatoio comunale”. Dopo le deliberazioni dei consigli comunali di Caserta, San Nicola la Strada, San Marco Evangelista e Maddaloni che, a vario titolo, si impegnavano a non consentire l’insediamento di nuove industrie insalubri sul territorio di Lo Uttaro e dopo la legge regionale n. 20 del 9-12-2013 che all’art. 10 recita “Nelle aree vaste individuate dal Piano regionale di bonifica dei siti inquinati della Regione Campania è vietato, dalla data di entrata in vigore della presente legge, l'insediamento di nuove industrie insalubri di prima classe….” il nuovo Sindaco e la sua Giunta hanno ritenuto di poter calpestare ogni aspettativa di riscatto di quest’area, ignorando perfino la volontà già espressa in precedenza dal consiglio comunale di Caserta. È veramente disarmante dover constatare la miopia morale e politica dimostrata dal Sindaco e dalla sua Giunta nel proporre la decisione di insediare un’altra industria insalubre sul territorio di Lo Uttaro. Com’è possibile che appena si presenta sulla scena il politico di turno, trionfo e pieno di sé per una manciata di voti raccattati a costo di rocamboleschi accordi politici, si possa in un solo colpo, minacciare di spazzare via anni di faticose conquiste da parte delle popolazioni locali, di associazioni del territorio e di alcune formazioni politiche evidentemente più sane dell’attuale gruppo di governo! Nella delibera della nuova Giunta casertana si adduce a giustificazione della decisione “l’attuazione dell’indirizzo politico dell’ente” e la volontà di conseguire “una migliore gestione dei rifiuti urbani”.  Tale giustificazione è veramente una deformazione abnorme del buon senso. Ci riesce molto difficile accettare che il Consiglio Comunale di Caserta possa assumere come indirizzo politico la scelta di minacciare ulteriormente il benessere e la salute delle popolazioni residenti nei comuni insistenti sull’area di Lo Uttaro, inclusa Caserta stessa. Ci può anche stare il perseguimento della migliore gestione dei rifiuti urbani, ma non a prezzo del sacrificio della cittadinanza! Una gestione dei rifiuti può essere ottimizzata anche rispettando le giuste aspettative delle popolazioni insediate in un territorio già ampiamente devastato dal danno ambientale! Naturalmente ci verrà obiettato che stiamo parlando di impianti tecnologicamente perfetti (ma esiste la perfezione?) anaerobici che, quindi, non rilasceranno esalazioni nell’aria. È solo una mistificazione che finge di non vedere il problema nella sua interezza: un impianto del genere dovrà essere alimentato, ogni giorno, con tonnellate di rifiuti maleodoranti che, a bordo di decine di autocarri inquinanti, dovranno raggiungere il sito di primo stoccaggio attraversando le nostre città ed intasandole ulteriormente. A questo bisogna aggiungere il rischio, non remoto, di incidenti imprevedibili: incendi, proteste sindacali, eventi naturali negativi. All’accadere di una sola di queste eventualità le conseguenze ricadono immediatamente sulle popolazioni e sulle attività insediate nell’area. Pertanto, invitiamo la cittadinanza attiva e consapevole di questi territori, le associazioni di volontariato sociale, le formazioni politiche rappresentative di reali interessi popolari a fare fronte comune contro questo ennesimo attacco alla qualità della nostra vita! Occorre una risposta immediata e decisa all’ottusità politica di una classe dirigente che dimostra con i fatti di non sapere amministrare nell’interesse reale del popolo che rappresenta. Chiediamo aiuto a tutti coloro che hanno coscienza dell’importanza di difendere noi stessi e le generazioni future dagli attacchi ambientali in atto! Se saremo in tanti potremo farcela! Coinvolgiamo cittadini, associazioni e gruppi politici in questa battaglia per il futuro!
».
Per aderire,
bisogna collegarsi a: https://www.change.org/p/domenico-pennino-no-impianto-integrato-rifiuti-e-biodigestore-a-lo-uttaro-caserta-difendiamo-il-futuro

La speranza, è ovvio sottolinearlo, è
che si possa raccogliere il maggior numero possibile di firme a questo documento, il quale
sarà, alla fine, consegnato al Consiglio Comunale di Caserta.


Nicola Ciaramella

(nella foto, il logo della petizione e Domenico Pennino in una foto tratta dal suo profilo facebook )