Il comune di San Nicola la Strada , con una popolazione
di circa 20.000 abitanti, vive quotidianamente episodi
palesemente emblematici di trasformazione del tessuto
sociale, fino a rasentare gli estremi del disagio sociale
che si manifesta attraverso comportamenti larvati o
di evidente difficoltà e di malessere.
A tale riguardo, la legge 328/2000 sembra fatta ad
hoc proprio per la nostra realtà locale! Essa,
come si spera sia noto specialmente ai politici, è finalizzata
all'eliminazione delle difficoltà sociali che
ostacolano il pieno sviluppo della persona, puntando
l'attenzione in particolar modo sulle seguenti tematiche:
TUTELA DEI MINORI, ANZIANI, CONTRASTO ALLA POVERTA',
SOGGETTI PORTATORI DI HANDICAP, DROGHE e IMMIGRATI.
Tali ambiti di intervento rappresentano una priorità assoluta
in grado di soddisfare e garantire la qualità della
vita nel pieno rispetto e dignità della persona,
intesa contemporaneamente come destinataria e co-protagonista
del sistema di protezione sociale.
Ma per sviluppare tali interventi occorre attivare,
sul territorio, una programmazione integrata attraverso
una LETTURA DEI BISOGNI, l' ANALISI DELL'OFFERTA DI
PRESTAZIONI, la PROMOZIONE DELLA FORMAZIONE e, soprattutto,
l' AZIONE.
E qui i nodi vengono al pettine!
Tutte le amministrazioni comunali della storia sannicolese
si sono sempre distinte proprio per la loro totale
assenza di azioni concrete e premianti in questo delicatissimo
settore. “Amministrazioni zero in sociale” scrivemmo
due anni fa su questo giornale. Oggi lo ribadiamo,
più che mai, a discapito della tanto reclamizzata
e osannata squadra di Pascariello, spaventosamente
carente in tale ambito di una politica adeguata. L'attuale
team amministrativo non riesce a tutt' oggi ad assicurare
sul piano territoriale gli assetti non solo funzionali
(se essi sono presenti, in termini di gestione e di
spesa) ma anche in rapporto immediato e diretto con
i cittadini, i quali non si sentono rappresentati sia
a livello istituzionale da un assessorato alle Politiche
Sociali in funzione di supporto strutturale e strumentale,
garantendo in piena autonomia e responsabilità,
sia a livello operativo per l'assenza di figure professionali
atte a sviluppare azioni ed interazioni sociali in
grado di soddisfare e garantire i bisogni reali della
gente.
La risposta politica di questa amministrazione, che
prevede soltanto consiglieri delegati, fornisce risposte
insufficienti ed inadeguate alla collettività.
Costoro svolgono attività autonoma; ognuno
di essi, preoccupato del proprio ambito, non può sviluppare
azioni di politica assistenziale complessiva. Essi
non possono usufruire delle conoscenze sviluppate da
un' analisi dettagliata e complessiva sui bisogni e
sulle esigenze specifiche, contraddicendo in sintesi
lo spirito complessivo del legislatore.
Non sono certamente sufficienti episodi occasionali
di aggregazione sociale che si verificano saltuariamente
sul territorio, né tanto meno quei progettini
strappalacrime che servono solo per farsi pubblicità elettorale
e neanche i soliti centri poli (o poco?) funzionali
di cui, dopo le pompose inaugurazioni, si perde subito
traccia: se non si punta ad obiettivi concreti tali
da determinare l' ampliamento programmato e competente
dei servizi, son tutte chiacchiere!
Pertanto, l'indicazione è dettata dalla necessità finalizzata
ad intervenire a favore del consolidamento e miglioramento
qualitativo e quantitativo dei servizi offerti dalle
strutture operanti nell'ambito dell' emarginazione
sociale e dell' inclusione sociale, nonchè dalla
formazione di aggregazioni territoriali nelle quali
sia assicurata la piena funzionalità operativa
, aventi caratteristiche il più possibile omogenee
e rispondenti ad alcuni criteri come la condivisione
di bisogni e problematiche, la possibilità di
utilizzare risorse e servizi territoriali comuni ed
un accesso facilitato ai servizi stessi.
Il tutto in uno spirito di collaborazione tra i servizi
territoriali con i soggetti operanti nell'ambito della
solidarietà sociale a livello locale e con le
altre risorse della comunità.
Solo così, insomma, si potranno attivare programmazioni
progettuali che possano rientrare nell'ambito dei finanziamenti
dei fondi sociali.
Sul B.U.R.C. N° 48 dello scorso 13 ottobre sono
state pubblicate le norme che regolano la sovvenzione
globale di piccoli sussidi POR, avente ad oggetto l'attuazione
di parte delle iniziative che rientrano nell'inserimento
lavorativo e reinserimento dei gruppi svantaggiati
e migliorandone la capacità di intervento attraverso
servizi reali di supporto alle imprese del settore.
Cari amministratori, è un' occasione che non
bisogna perdere!
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