Numero Storico 24 - Novembre 2003 - Home
Articolo di: Giuseppe Cardone
Politiche sociali... ovvero Questi fantasmi!

Il comune di San Nicola la Strada , con una popolazione di circa 20.000 abitanti, vive quotidianamente episodi palesemente emblematici di trasformazione del tessuto sociale, fino a rasentare gli estremi del disagio sociale che si manifesta attraverso comportamenti larvati o di evidente difficoltà e di malessere.

A tale riguardo, la legge 328/2000 sembra fatta ad hoc proprio per la nostra realtà locale! Essa, come si spera sia noto specialmente ai politici, è finalizzata all'eliminazione delle difficoltà sociali che ostacolano il pieno sviluppo della persona, puntando l'attenzione in particolar modo sulle seguenti tematiche:

TUTELA DEI MINORI, ANZIANI, CONTRASTO ALLA POVERTA', SOGGETTI PORTATORI DI HANDICAP, DROGHE e IMMIGRATI.

Tali ambiti di intervento rappresentano una priorità assoluta in grado di soddisfare e garantire la qualità della vita nel pieno rispetto e dignità della persona, intesa contemporaneamente come destinataria e co-protagonista del sistema di protezione sociale.

Ma per sviluppare tali interventi occorre attivare, sul territorio, una programmazione integrata attraverso una LETTURA DEI BISOGNI, l' ANALISI DELL'OFFERTA DI PRESTAZIONI, la PROMOZIONE DELLA FORMAZIONE e, soprattutto, l' AZIONE.

E qui i nodi vengono al pettine!

Tutte le amministrazioni comunali della storia sannicolese si sono sempre distinte proprio per la loro totale assenza di azioni concrete e premianti in questo delicatissimo settore. “Amministrazioni zero in sociale” scrivemmo due anni fa su questo giornale. Oggi lo ribadiamo, più che mai, a discapito della tanto reclamizzata e osannata squadra di Pascariello, spaventosamente carente in tale ambito di una politica adeguata. L'attuale team amministrativo non riesce a tutt' oggi ad assicurare sul piano territoriale gli assetti non solo funzionali (se essi sono presenti, in termini di gestione e di spesa) ma anche in rapporto immediato e diretto con i cittadini, i quali non si sentono rappresentati sia a livello istituzionale da un assessorato alle Politiche Sociali in funzione di supporto strutturale e strumentale, garantendo in piena autonomia e responsabilità, sia a livello operativo per l'assenza di figure professionali atte a sviluppare azioni ed interazioni sociali in grado di soddisfare e garantire i bisogni reali della gente.

La risposta politica di questa amministrazione, che prevede soltanto consiglieri delegati, fornisce risposte insufficienti ed inadeguate alla collettività.

Costoro svolgono attività autonoma; ognuno di essi, preoccupato del proprio ambito, non può sviluppare azioni di politica assistenziale complessiva. Essi non possono usufruire delle conoscenze sviluppate da un' analisi dettagliata e complessiva sui bisogni e sulle esigenze specifiche, contraddicendo in sintesi lo spirito complessivo del legislatore.

Non sono certamente sufficienti episodi occasionali di aggregazione sociale che si verificano saltuariamente sul territorio, né tanto meno quei progettini strappalacrime che servono solo per farsi pubblicità elettorale e neanche i soliti centri poli (o poco?) funzionali di cui, dopo le pompose inaugurazioni, si perde subito traccia: se non si punta ad obiettivi concreti tali da determinare l' ampliamento programmato e competente dei servizi, son tutte chiacchiere!

Pertanto, l'indicazione è dettata dalla necessità finalizzata ad intervenire a favore del consolidamento e miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi offerti dalle strutture operanti nell'ambito dell' emarginazione sociale e dell' inclusione sociale, nonchè dalla formazione di aggregazioni territoriali nelle quali sia assicurata la piena funzionalità operativa , aventi caratteristiche il più possibile omogenee e rispondenti ad alcuni criteri come la condivisione di bisogni e problematiche, la possibilità di utilizzare risorse e servizi territoriali comuni ed un accesso facilitato ai servizi stessi.

Il tutto in uno spirito di collaborazione tra i servizi territoriali con i soggetti operanti nell'ambito della solidarietà sociale a livello locale e con le altre risorse della comunità.

Solo così, insomma, si potranno attivare programmazioni progettuali che possano rientrare nell'ambito dei finanziamenti dei fondi sociali.

Sul B.U.R.C. N° 48 dello scorso 13 ottobre sono state pubblicate le norme che regolano la sovvenzione globale di piccoli sussidi POR, avente ad oggetto l'attuazione di parte delle iniziative che rientrano nell'inserimento lavorativo e reinserimento dei gruppi svantaggiati e migliorandone la capacità di intervento attraverso servizi reali di supporto alle imprese del settore.

Cari amministratori, è un' occasione che non bisogna perdere!

 


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