Il gioco più bello del mondo: la sua storia a San Nicola la Strada
-Il calcio quando non è un calcio alla miseria-
-di Luigi Russo e Nicola Ciaramella-
(da un'idea di Nicola Ciaramella)
'40-'45, anni di disperazione e di sconforto.
Nicola Grieco, protagonista grintoso e determinato dell'U.S.Sannicolese, parte volontario per una guerra dalla quale non farà più ritorno. Un ordigno gli scoppia tra le mani mentre è impegnato a disinnescarlo. La sua vita finisce in un lampo, come i suoi sogni ed il suo enorme amore per il calcio...
(composizione grafica di Renato Ciaramella)
Da una semplice idea ad una grande opera
“Ora che hai creato un giornale tutto per San Nicola, non dimenticare di metterci dentro anche i ricordi, prima che, un giorno, nessuno potrà più raccontarteli...Il calcio, ad esempio. Lo sai che, tanti anni fa, ci ammalò tutti di passione? Hai mai sentito parlare di uno scoiattolo che correva con il pallone tra i piedi?...Fammi compagnia, te lo racconto io...”
E, da lì a due ore, seppi tutto delle sfide contro il Casagiove, dei pellegrinaggi in bicicletta a San Leucio, dell’agitatissimo dottor Pinto che invitava i tifosi a non emozionarsi troppo..., del campo recintato con fili di ferro, alla Rotonda, di fronte alla chiesetta...ma soprattutto di uno “scoiattolo”...: sì, lo chiamavano proprio così...Per la gente comune, piena stracolma di mille problemi, resa sempre più magra dalla fame, era nato il suo primo eroe...Giovanni Gazzillo, lo scatto nelle gambe e l’ardore nel sangue.
Con lui cominciò la favola di un ameno paesetto di campagna dietro ad una sfera di cuoio...
Mio padre mi coinvolse talmente, che mi partorì subito l’idea.
Il Ponte era nato da pochi mesi; un giornale “di San Nicola per San Nicola” non poteva trascurare una parte importante di quei sentimenti che hanno contribuito a fare di una ristretta ed aristocratica manciata di famiglie una comunità civile degna di questo nome, con un proprio volto, con una propria identità.
Decisi, quella sera di primavera dell’88, che bisognava assolutamente scrivere la storia del calcio a San Nicola, perché un fenomeno del genere non è semplice cronaca, non è curiosità, e neanche diletto, cose che ben si prestano a cuori leggeri e che, proprio per questo, ho sempre detestato: raccontarne le vicende, immergendole nei vari mutamenti sociali in cui si erano prodotte, era un preciso dovere per chi, come me, cominciava anch’egli a disegnare il suo primo eroe...l’amore. Quell’amore che sempre mi ha spinto, e mi spinge, da quando sono diventato grande, a respirare il profumo della mia terra natìa, a viverne le ansie, a goderne le gioie.
Espedito Ciaramella, con la sua incredibile semplicità e animato dalla purezza del suo spirito, mi disse pure che dovevo far presto...C’era il rischio che tanti ricordi potessero svanire nelle menti stanche ed affannate di chi li aveva vissuti. E poi, me lo disse francamente, non poteva più sopportare che “tante altre storie meno belle della nostra” avessero già varcato la soglia di una tipografia.
“Devi scrivere la storia del calcio a San Nicola!”, mi ordinò.
Era l’unico modo per tenermi buono il mio primo -e per anni unico- lettore. Di mie poesie ne aveva letto tante, come, furtivamente, tanti passi dei miei diari. I miei romanzi li conosceva a memoria...Lui e solo lui. Non ho mai voluto pubblicarli, perché non sono un romanziere, né un poeta.
E, purtroppo per lui, non ero neanche un cronista di sport...ammesso che ci volesse proprio uno di questi a raccontare qualcosa che di sport ha solo il filo conduttore...ma che è soprattutto storia di sentimenti e di emozioni che, forse, solo un romanziere poteva scrivere.
L’idea di dedicarmi anima e corpo ad una storia che non avrei mai potuto scrivere, impegnato, come mi sentivo, nella costruzione di un giornale incentrato sul presente per contribuire ad aprire il futuro, mi ossessionò per diversi giorni.
Ci voleva qualcuno che sapesse coniugare tempo, maestrìa e competenza specifica. Qualcuno che prendesse da me soltanto l’idea e che poi la sviluppasse in perfetta autonomia. Qualcuno che non fosse soltanto un cronista sportivo...qualcuno che respirasse come me il vento della passione. Qualcuno che mi somigliasse...
Pensai a tanti nomi di storici, di giornalisti, di esperti del settore, di uomini di cultura...Scelsi di proporlo al primo a cui avevo pensato: Luigi Russo! Sì, solo lui poteva scrivere la Storia del Calcio a San Nicola. Nessun altro! Ed oggi, che il sito del Corriere di San Nicola ha deciso di ospitarla e che l’idea di pubblicarla in un libro è ormai un programma già definito, ne sono più che mai convinto. Come di essere io a somigliargli.
“Solo che devi aiutarmi, Nicola. Da solo non potrei mai farcela, sono troppe le notizie, troppi gli episodi da raccontare, troppe le tele da cucire ed assemblare...”: mi chiese una mano, che non potevo negargli e che, comunque e certamente, ha ben pochi meriti in un’opera d’arte che appartiene solo alla genialità di Luigi Russo, alla sua originalità, alla sua brillantezza espressiva. Luigi Russo si è dimostrato un maestro: bisogna dirgli bravo. Ma soprattutto grazie!
(Nicola Ciaramella, settembre 2005)
La Storia del Calcio a San Nicola, scritta da Luigi Russo e Nicola Ciaramella, è stata pubblicata sul periodico Il Ponte, diretto da Nicola Ciaramella, in dieci puntate tra l’ottobre del 1988 e il settembre dell’89.
San Nicola Football Story
Quelle che vi presentiamo sono pagine esclusive per il nostro giornale, oltre che inedite. Sono frutto di una appassionata ricerca effettuata dall'autore attraverso documenti e testimonianze, fornite da cittadini, ai quali vanno i nostri più calorosi ringraziamenti.
Luigi Russo ha il merito di aver trasformato una mia semplice idea in una grande opera. Questa storia del calcio non è solo cronaca sportiva; l'aver inquadrato mirabilmente gli eventi legati ad una sfera di cuoio nel contesto storico-sociale in cui si sono svolti è un pregio che dobbiamo riconoscere all'autore.
Se è vero - non può essere stato un miraggio! - che sette decenni fa un paese di poche migliaia di anime si raccoglieva intorno ad una rudimentale squadra di calcio per incontrarsi, per gioire, per soffrire, per sentirsi sannicolese, allora è proprio un disastro che ciò più non avvenga.
E allora godiamoci almeno il ricordo, laddove forse nemmeno questo è abbastanza vivo.
(Nicola Ciaramella, ottobre 1988)
Esiste un mondo la cui principale caratteristica è quella di generare interesse, attirare intorno a sé l'attenzione di milioni di persone con prepotenza, non di rado addirittura con violenza. È un mondo affascinante, talvolta crudele, fonte di grosse gioie, ma anche di grandi delusioni.
Il mondo di cui parliamo è quello del calcio, non il mondo delle favole o, almeno, non solo. Eh si, perché nel calcio le favole nascono, basta pensare a tutte le sue cenerentole per rendersene conto...Maradona, Gullit, Giordano, solo per citare qualcuno, sarebbero, senza il calcio, ugualmente principi azzurri? Solo che nel calcio, molte volte, nascono anche racconti dell'orrore, con tanto di morti, feriti e finali a sorpresa. Ed allora come definirlo questo mondo? Prima di dare una risposta, è nostro desiderio guardarlo un po' piú da vicino e, possibilmente, guardarlo là dove è piú chiaro, meno torbido, piú puro. Ed ecco che ci ritorna alla mente il Verga, e con lui il Verismo, la corrente letteraria di cui egli fu massimo esponente. Lo scrittore siciliano sosteneva che compito dei veristi era quello di fotografare la realtà e, quindi, la verità.
Questo doveva, però, avvenire negli strati più bassi della società, perché li c'era meno contaminazione e, perciò, maggiori possibilità che la verità emergesse. Ed allora in queste pagine si parlerà di calcio attenendosi fedelmente a tale principio, ricostruendo cioè lo sviluppo del calcio in una comunità, quella sannicolese, dove questo sport è sempre rimasto ad un livello di non contaminazione. Ignoreremo, perciò, quasi del tutto, le grandi società ed i miliardi, troppi, che molti giocatori portano a casa ogni anno. Ignoreremo le montagne di miliardi pagati per accaparrarsi questo o quel calciatore, i continui schiaffi alla miseria che, momento dopo momento, arrivano da questa parte del mondo calcistico.
Parleremo, invece, di una storia cominciata molti anni fa, una storia i cui protagonisti, spinti solo dall'amore per il calcio, hanno spesso affrontato ogni sorta di sacrificio pur di giocare nella squadra della propria città o, addirittura, del proprio quartiere. Una storia fatta di piccole cose, certo, ma in cui non mancano episodi affascinanti, curiosi, suggestivi. E non manca nemmeno qualche piccola, piccola favola, una di quelle il cui protagonista non si scopre, alla fine, figlio del Re, ma che ti prende fortemente e ti fa pensare e, forse, condividere che esistono cose, nella vita di un uomo, che nessuna moneta può sostituire.
(Luigi Russo, ottobre 1988)
Comincia la storia..
I
Uno “scoiattolo” in neroverde
Siamo nei primi decenni del novecento: il calcio non è certo il fenomeno di massa dei giorni nostri ed i mezzi di informazione, non molto numerosi, dedicano ad esso spazi ben limitati.Eppure è proprio in questo periodo che il “football” getta le basi per diventare, in futuro, il gioco più seguito del mondo.I più grandi club nazionali sono già nati, ma in Campania solo ora qualcosa di calcisticamente importante comincia a prender corpo.Nel 1908, ad opera di alcuni appassionati, comincia a nascere l’idea di formare un club organizzato, che solo alcuni decenni più tardi si ufficializzerà. Nel 1926, il 1°agosto, prende il via l’Associazione Calcio Napoli, che assorbe l’Internaples, nata a sua volta nel 1922 dalla fusione di due società cittadine: il Naples (1904) e l’Internazionale (1912). Sarà poi nel 1929, con l'istituzione del girone unico (in precedenza c'erano stati due gironi, A e B), che il Napoli parteciperà al campionato di serie A.
Proprio in questi anni qualcosa comincia a muoversi anche a San Nicola la Strada. Certo la serie A è lontana, ma il calcio inizia ad essere praticato con dedizione. Non vi sono campionati che vedono impegnati il San Nicola, però le sfide col Casagiove, col S. Leucio, con la Caivanese si rinnovano con ardore, puntiglio, passione. Nascono i primi tifosi, i mezzi di trasporto sono praticamente nulli, non rimane che la bicicletta. Ed è proprio di essa che i tifosissimi si servono per seguire i nostri “puri” campioni nelle non infrequenti trasferte. La squadra prende il nome di Unione Sportiva Sannicolese, presidente diventa il dottor Alessandro Pinto. I nostri undici alfieri giocano con maglie a strisce verticali nero-verdi su pantaloncini bianchi, la sede è in Piazza Parrocchia al n. 16. Il campo di gioco non è propriamente un gioiello di architettura, ma solo un piccolo terreno recintato con filo di ferro, esclusivamente in occasione delle partite, situato alla Rotonda, dal lato della Chiesa di S. Maria della Pietà. Non sono tempi facili e non solo per il calcio. San Nicola è frazione di Caserta,a sua volta provincia di Napoli.La vita degli abitanti, poche migliaia, non è delle più agiate; per molti ,spesso, è un problema mangiare anche una sola volta al giorno. I salari sono da miseria, la popolazione è dedita prettamente all'agricoltura. È in questo contesto che muove i suoi primi passi l'Unione Sportiva Sannicolese, è in questo scenario che un gruppo di appassionati comincia a tirar calci ad un pallone. Come contropartita non ci sono soldi, non c'è nemmeno la gloria che deriva dalle prime pagine dei giornali; questa gente lo fa per amore, solo ed esclusivamente per amore.Solo per questo essa dà vita ad una squadra di calcio, oggi è soprattutto per questo che essa merita di essere ricordata.Tra i pali gioca Raffaele Rociola di S. Nicola, aiutato in tale compito da Francesco Spaziante di Caserta. Vi sono, inoltre, i fratelli Nicola e Giovanni Gazzillo, quest’ultimo soprannominato “lo scoiattolo” per la sua fulminea rapidità. Nato a Casagiove il 1 gennaio del 1911, trasferitosi a San Nicola all’età di cinque anni, futuro maggiore generale del Corpo Commissariato dell’Aeronautica Militare durante la guerra, egli fu soprattutto il primo “eroe” calcistico della nostra storia. Lo “scoiattolo” giocò anche nella Casertana e nel Gladiator, con cui disputò memorabili partite: per ricordarlo, a Santa Maria Capua Vetere gli fu intitolato un vicolo, dove, ancor oggi, leggiamo “Gazzillo, eroe del Gladiator”. Nel 1930 provò, con esito positivo, con il Napoli, ma fu costretto a rifiutare l’ingaggio, giudicando eccessiva la distanza che lo avrebbe separato dalla casa paterna...I mezzi di trasporto, si sa, a quell’epoca erano molto scarsi e Gazzillo non avrebbe potuto assicurare la sua presenza in terra partenopea...Luigi Stazio, Vincenzo Maiello, Pietro Petrillo fanno anche loro parte della folta pattuglia sannicolese, completata da Alfonso Tartaglione, Nicola Grieco, Antonio Pierleoni, Nicola Fevola (un ragioniere emigrato poi a Milano).Questi uomini danno vita a “battaglie” indimenticabili, in qualche occasione rinforzati dall'arrivo di alcuni calciatori della Casertana, allo scopo di battere soprattutto Caivanese e Casagiove che, in quest’epoca, sono un po' le bestie nere della Sannicolese.La Casertana gioca al “Piazza d'Armi”, recintato completamente con tavole di legno. I calciatori rossoblú, chiamati a rinforzo della compagine sannicolese sono: Talamonte, Pinto, Giordano, Bernardeo, il portiere Pistone e l'ottimo Antonino Costa. Con il loro arrivo la Caivanese la smette finalmente di dettar legge e, dopo tante batoste, sono i nostri beniamini a riportare una limpida vittoria.Ancora meglio nell'incontro col Casagiove, battuto, per 4 a 0, addirittura sul proprio terreno di gioco. Il campo è quello della scuola sottufficiali di finanza; due dei quattro goal portano la firma del nostro centravanti Giovanni Gazzillo.Ormai, però, la seconda guerra mondiale è alle porte e il calcio destinato a subire una lunga battuta d'arresto. Ma qualche anno prima che ciò possa avvenire -siamo intorno al 1940- i fratelli Alessandro e Luigi Gazzillo mettono su una squadra che per un po' continuerà le gesta dell'Unione Sportiva Sannicolese. Luigi smette, però, quasi subito, mentre Alessandro, oltre che col S. Nicola, giocherà con la Maddalonese, col Gladiator e con la Casertana. Poi la lunga pausa per gli eventi bellici. Molti nostri calciatori sono destinati alla volta del fronte. I fratelli Gazzillo partono col grado di ufficiali; Nicola Grieco, protagonista grintoso e determinato nell'U. S. Sannicolese, parte volontario per una guerra da cui non farà più ritorno. L'essere volontari comporta alcuni vantaggi come, ad esempio, una maggior comprensione da parte dei superiori. E poi, almeno, sotto le armi si mangia tutti i giorni oltre a poter mandare qualche soldo a casa. Nicola Grieco decide quindi di arruolarsi, diventa sergente maggiore con la specializzazione di artificiere. Dice addio alla vita e al calcio mentre si trova a Rodi, un'isola del mar Egeo tenuta dagli italiani dal 1912 al 1943, anno in cui sarà occupata dai tedeschi fino al 1945 (arrivo degli inglesi). Oggi Rodi è territorio greco, e questo grazie al trattato di pace del 10 febbraio 1947. Su quest’isola Nicola Grieco dice addio ai suoi giorni. Un ordigno gli scoppia fra le mani mentre è impegnato a disinnescarlo. La sua vita finisce in un lampo, come i suoi sogni ed il suo enorme amore per il calcio.
II
Il primo “derby” sannicolese
Quelli che vanno dal '40 al '45, sono, dunque, anni di guerra, disperazione, sconforto. II 10 giugno 1940 l'Italia scende in campo a fianco della Germania, decisamente non c’è più spazio per il calcio. Molti sannicolesi lasciano le loro case, raggiungono il fronte, ma anche per quelli che restano cominciano anni di angoscia, con giornate passate tra umili lavori e l'orecchio sempre attento a non lasciar sfuggire il minimo rumore. La sirena, infatti, suona all'improvviso e, quando questo avviene, ogni attimo di tentennamento può costar la vita. Gli aerei nemici, a questo punto, sono ad un tiro di fionda, le cantine il rifugio abituale.Poi di nuovo la sirena, l’allarme cessa, un sospiro di sollievo e via dalle cantine. Ma quella “maledetta” sirena, quante altre volte suonerà ancora?
Giovanni Gazzillo, detto lo “scoiattolo” per la sua fulminea rapidità. Nato a Casagiove il 12.1.1911, ma trasferitosi con la famiglia a San Nicola all’età di cinque annni, rivestì in guerra il grado di Maggiore Generale del Corpo Commissariale dell’Aeronautica Militare.
Il 3 settembre 1943 il Capo del Governo, Badoglio, succeduto a Mussolini, firma l'armistizio con gli alleati a Cassibile (Siracusa) e pochi giorni dopo i tedeschi occupano l'Italia dalle Alpi a Napoli, mentre l'esercito italiano è, ormai, allo sbando. San Nicola non sfugge all'invasione; i soldati entrano nelle case, portando via animali, uova, cercano donne. Si vivono momenti altamente drammatici, la gente é sola, improtetta, praticamente in balìa di una belva ferita.Con la cacciata dei tedeschi, da parte degli alleati, la guerra ha, quindi, effettivamente termine. Tra il primo ed il secondo conflitto mondiale, San Nicola la Strada conta circa 140 caduti. Nell'ottobre del 1946 il nostro paese riacquista il suo status di Comune, mentre Caserta torna ad essere capoluogo di provincia.Primo sindaco, maggio 1947, è il comunista Vincenzo Feola, che prende il posto del Commissario Prefettizio Dr. Ulderico Isernia. Successivamente, siamo nel 49, arriva alla carica di primo cittadino il Comm. Pasquale Centore, che era stato Podestà di Caserta durante il periodo fascista .La guerra diventa dunque un ricordo, ma c’è da fare i conti con una situazione economica disastrosa e le immense rovine che non risparmiano nessuna città d'Italia. Insomma, la nostra, è una nazione in ginocchio, ma, quel che più conta, pronta a rialzarsi ancora una volta.Anche a San Nicola la Strada c’è una gran voglia di tornare a vivere; è per questo, forse, che ricompare il calcio.E’ il 1946 quando nasce l’ Unione Sportiva “Maria Santissima della Pietà”. Il campo di calcio resta sempre quello degli anni trenta: stesso terreno, stessa recinzione con filo di ferro. Portiere della squadra è Antonio Caccavale (detto Marchetiello, ma era il nome di suo padre...), terzini Carmine Quintavalle e Quintavalle ll da Caserta. A mediano gioca Raucci, stopper è Donato Letizia, ala destra Vincenzo Palumbo. II centravanti è un uomo rapido e scattante, Michele De Martino, soprannominato “Piola”. Ala sinistra Giuseppe Monteforte. E’ in questo periodo che nasce la sezione sannicolese della Democrazia Cristiana, grazie all'iniziativa di alcuni iscritti, tra cui ricordiamo il sig. Arcangelo Letizia e l'avv. Francesco Antonio Ciaramella. Dalla sezione della D.C. viene fuori una grintosa formazione; i calciatori si ritrovano, prima di ogni partita, nella sede del partito sita in via S. Croce. Portieri della squadra sono Domenico Ciavattone e Custode Pascariello, attaccanti Giuseppe Del Monaco, nato a Maddaloni, ma sposato a San Nicola (poi passerà all' U.S. Maria SS. della Pietà) e Nicola Bernardo. Completano la rosa i fratelli Sebastiano e Nicola Veccia, Pasquale Alfieri, Geppino Maienza (mediano) , Antonio Abbate e Luigi Cioffi.Questa formazione, oltre a disputare diverse partite con rappresentative di paesi circostanti, intraprende, spesso, delle indimenticabili sfide proprio con I' U.S. Maria Santissima della Pietà. Sovente si gioca alla Rotonda, qualche volta persino in campo neutro, come quando teatro dell'avvenimento diviene S.Maria Capua Vetere.Sono sfide puntigliose, agonisticamente di un livello inimmaginabile.In un’occasione, con tremila lire di posta in palio ed una delle due squadre in vantaggio per 2 a 1, qualche spettatore scende in campo col fucile per chiedere all'arbitro spiegazioni sul ritardatissimo, triplice fischio finale...Altro problema sarà poi convincere i perdenti a sborsare la posta in palio. Per riuscirci deve intervenire addirittura un avvocato...
Giovanni Gazzillo con la moglie. Lo “scoiattolo” giocò anche nella Casertana e nel Gladiator, con cui disputò memorabili partite. Per ricordarlo, a S. Maria Capua Vetere gli fu intitolato un vicolo, dove, ancora oggi, leggiamo: “Gazzillo, eroe del Gladiator”. Nel 1930 provò addirittura col Napoli; l’esito fu più che positivo, ma Giovanni rifiutò per la lontananza, allora “eccessiva”, in rapporto alla scarsità dei mezzi di trasporto.
A un certo punto la squadra democristiana scompare dalla scena ed alcuni dei suoi calciatori, tra cui Del Monaco, passano fra le fila dell' U.S. Maria SS. Della Pietà. Presidente di questa squadra è il sig. Savino Gallo, vice presidente il sig. Nicola Battaglia, papà di Giuseppe, che in futuro diverrà presidente di una delle compagini più forti che San Nicola abbia mai avuto. Anche in questo periodo non vi sono campionati di lega, però la formazione sannicolese riesce a vincere un importante torneo provinciale regolando, tra le altre, una rappresentativa della Casertana (due a zero con reti di De Martino e Palumbo), il Progreditur di Marcianise (1-0) ed il Casagiove.In porta a questa squadra, come abbiamo detto, gioca Antonio Caccavale il quale, una volta arruolatosi nella Guardia di Finanza, entra a far parte della nazionale militare del corpo. In un'occasione, a Genova, con la sua Nazionale, affronta la Sampdoria. Presente alla partita è il portiere del grande Torino, Valerio Bacigalupo. Questi, colpito dalle parate di Caccavale, a fine partita gli dice che ha sbagliato ad arruolarsi: uno come lui può tranquillamente aspirare a soffiargli il posto nel Torino! Qualche tempo dopo Bacigalupo perisce con il suo grande Torino, nella tragedia di Superga, quando in quella maledetta sera di nebbia del 4 maggio 1949 se ne vanno, tutti in una volta, tanti grandissimi campioni.
III
Mai più così in alto
L’ U.S. Maria Santissima della Pietà, dopo tante indimenticabili battaglie, arriva al capolinea. Caccavale, come abbiamo detto, si arruola in Finanza; Palumbo, Del Monaco, Veccia e molti altri, che nel frattempo si sono sposati, preferiscono dedicarsi alla famiglia a tempo pieno. Altri ancora trovano lavoro lontano. Oggi sono dei signori in pensione, l'amore per il calcio è rimasto, un pizzico di rammarico anche.Ma, nonostante i tempi, certamente non facili, il calcio a San Nicola non muore; cambiano i protagonisti, il terreno di gioco, ma esso rimane vivo ed appassionante. Verso la fine del 1953 nasce, infatti, una squadra, il nome è storico, U. S. Sannicolese, che rimane a tutt'oggi una delle formazioni più forti che San Nicola la Strada abbia mai avuto. Presidente è Giuseppe Battaglia, vice presidente Pasquale Raucci, allenatore Ottavio Maienza, direttore tecnico Francesco Manca. Presidente e vice sono due appassionati, il “coach” è stato invece un grosso calciatore: a San Nicola, ha giocato poco, la città che ha goduto delle sue gesta per un periodo di tempo abbastanza lungo è Marcianise. Le scarpette al chiodo le appende giovanissimo, appena ventenne; la Casertana lo cerca, il Marcianise non lo molla, lui preferisce dire addio al calcio. Un vero peccato, perchè il Maienza è giocatore dalle qualità tecniche non comuni, forse il più forte che San Nicola abbia mai avuto. II solo Gazzillo probabilmente è in grado di mettere in discussione questa “verità”, ma, appartenendo i due calciatori ad epoche diverse, un paragone è quanto meno difficile, se non impossibile. Un grande centravanti il Gazzillo, un grosso centrocampista il Maienza: ricordiamoli così questi due campioni che, con un po' di fortuna in più, avrebbero potuto dare ancora tanto rispetto a quanto, ed è tantissimo, hanno pur dato allo sport sannicolese. Con l'Unione Sportiva Sannicolese, che partecipa al campionato regionale Juniores (lega giovanile), comincia il calcio “ufficiale” a San Nicola. La squadra disputerà due soli campionati, raggiungendo nel secondo un traguardo eccellente. II primo campionato non riserva grosse soddisfazioni agli uomini del presidente Battaglia, anche se cominciano bene battendo in casa l’Acli Torre, la squadra di Raffaele Antonucci, bravo portiere, futuro uomo di spicco della politica campana, attualmente vice sindaco di Napoli.Alla fine del campionato è però la Pro Italia, la forte compagine casertana dell'Avv. Tassagna, a spuntarla; per l'U.S. Sannicolese non rimane che sperare nel campionato successivo, quello che prenderà il via nel 1955.
Lo staff dell' U.S.Sannicolese nel primo campionato disputato: a destra, il presidente Battaglia.
A destra l’allenatore dell’U.S. Sannicolese Ottavio Maienza. Appena ventenne, preferì lasciare il calcio, dopo esserne stato uno dei maggiori protagonisti. Gli è accanto Umberto Tabegna, altro grande calciatore sannicolese, il quale, più tardi, seppe trasferire la sua immensa passione in una brillantissima carriera di arbitro.
Ribattezzato-Ianuale-Tabegna, un trio famoso della Sannicolese.
La possibilità di fare dì più esiste, arrivano quindi rinforzi, il portiere Amato è uno di questi, prende il posto di Albino lanuale. II terreno di gioco, sin dall'anno precedente, non è più lo stesso: infatti si gioca dall'altra parte della Rotonda. In occasione delle partite, però, per creare una barriera tra spettatori e calciatori, il metodo rimane lo stesso: un filo di ferro e via. Gli spogliatoi non esistono, supplisce la casa del presidente, in via Cairoli, in cui i calciatori si svestono, raggiungendo da lì il rettangolo di gioco, sovente proteggendosi dal freddo grazie a voluminosi cappotti.Nonostante tutto, questo secondo campionato ha del trionfale: nessuna partita persa e conquista del campionato regionale. Un episodio curioso, uno dei tanti, che merita di essere ricordato, accade durante la trasferta di Piedimonte Matese. Presidente dei locali è Dante Cappello; piove e Battaglia trova riparo sotto l'ombrello di quest'ultimo. II presidente del San Nicola però rischia la polmonite quando i suoi raggiungono il due a zero, dato che il presidente Cappello si allontana deluso ed infuriato. In quello stesso momento Amato, nostro portiere, festeggia il raddoppio aggrappandosi alla traversa, che cede: la partita è sospesa. Verrà ripetuta di mercoledì, sarà ancora una volta il San Nicola a trionfare. Col SIS Aversa si gioca invece a Marcianise. La partita viene anticipata di un'ora, dalle 15.30 alle 14,30. Non perviene la comunicazione al San Nicola, che quindi arriva in ritardo. Partita persa, stavolta, ma reclamo dell'Unione sportiva presso la Lega campana. Viene deciso che la partita deve essere ripetuta; si gioca ad Aversa, si vince per quattro a zero. Durante la gara, si verifica un altro episodio molto curioso. Uno dei nostri non ha le scarpette, siede perciò in panchina in attesa di reperirne un paio. Ci riesce un po’ dopo, incurante del fatto che sono un tantino più grandi rispetto alla sua misura. Un bravo calciatore è bravo sempre e comunque, ed infatti egli riesce persino a fare goal. L'arbitro, però, annulla la rete non appena si rende conto che nella porta, con il pallone, è entrata anche una delle scarpette del giocatore che ha tirato. Ciò nonostante si vince nettamente, come molto spesso avviene per gli uomini del Maienza. La lega giovanile è divisa in diversi gironi; alla fine i vincitori di ognuno danno vita ad eliminatorie dirette.La finale provinciale si tiene al Pinto, gremito fino all'inverosimile: di fronte la compagine dell'avv.Tassagna, la forte Pro Italia.
L’U.S. Sannicolese in posa con il presidente Battaglia (primo in piedi a destra).
A vincere, stavolta, è il San Nicola. E' l'apoteosi. Si aprono così le porte per le finali regionali, finali che l'U.S. Sannicolese dovrà giocare in campo neutro. Nel campionato precedente, infatti, durante una partita vinta per 11 a 0 col Castel Campagnano, sono scoppiati dei disordini, in risposta alle provocazioni subite nella gara di andata: partita persa per il San Nicola e quattro giornate di squalifica al campo. Da quel momento in lega si comincia a "guardare" con occhio particolare il campo sportivo del San Nicola, e forse anche per questo non viene ritenuto "sicuro" in occasione delle finali regionali.Ed eccoci all’attesissimo evento. L'Amorosi viene battuto per uno a zero (goal di Giulio Farina su calcio di rigore), il Castellammare per due a zero. Le vittorie più belle vengono, però, dagli incontri con il Rovigliano, battuto per due a uno in trasferta (uno dei goal è segnato da Fulginiti su passaggio di Tabegna) e per ben 5 a 3 sul neutro di Maddaloni, dove alcuni degli autori dei goal sono Barletta ed Esposito. Alla Rotonda è festa grande per la premiazione, che avviene nello stesso giorno in cui sta avendo luogo il tradizionale concorso ippico annuale. C'è un mare di gente, quindi, e tantissime personalità: l'on. Leonetti, il sindaco Gentile, il vice D'Andrea, tutti presenti per celebrare il trionfo della squadra sannicolese. II presidente del CONI di Caserta, Palmieri, tiene un lungo e significativo discorso, nel corso del quale sottolinea la necessità di un nuovo impianto sportivo per la città di San Nicola la Strada. Le autorità presentì recepiscono, ma occorre del tempo. Intanto il calcio si ferma ancora una volta, anche se si continuerà a parlare ancora a lungo delle gesta di questi eroi della U. Sportiva Sannicolese: Amato, Giulio Farina, Carlo Picazio, Antonio Ribattezzato, Cavaliere, Mario Santonastaso, Umberto Tabegna, Antimo Farcone, Giovanni Fulginiti, Mario Leone, Ulivo, Franco Esposito, Albino lannuale, Peppino Nigro, Giacomo Scialla, Izzo (che per un certo periodo ha giocato anche tra i pali).
L' "undici" campione del torneo regionale 1955-56: Amato, Farina, Picazio, Santonastaso, Cavaliere, Di Carlo I, Di Carlo II, Ribattezzato, Fulginiti, Leone, Ulivo.
U.S.Sannicolese: il giorno della finale provinciale al Pinto di Caserta (sconfitta 1-0 dalla Pro Italia). Si riconoscono Picazio, Tabegna, Cavaliere, Di Carlo, Farina, Barletta, Ulivo e Santonastaso.
IV
L’era della Libertas
Dopo il trionfo del 1955-56, l'amore per il calcio rompe tutti gli argini, diffondendosi rapidamente tra i circa cinquemila abitanti del paese.Ma la mancanza di un idoneo terreno di gioco, oltre ad essere ormai avvertito in maniera sempre più forte dagli sportivi sannicolesi, è anche uno dei motivi che induce i dirigenti dell'U.S. Sannicolese a dire basta. Da questo momento un paio d'anni trascorrono senza rilevanti avvenimenti. La passione per il calcio continua, comunque, a crescere; del resto un amore vero non conosce ragione: nasce, cresce, si fa grande e ti resta dentro anche quando non rimane molto a sostenerlo. Le spese da affrontare per mettere su una squadra di calcio sono tante in rapporto alle possibilità esistenti; spostarsi, poi, non è per niente agevole, data la scarsità dei mezzi di trasporto. Avere un'auto a disposizione è un sogno: le 600 sono un lusso e le Fiat 500, presentate ufficialmente nel luglio del '57, ancora poco diffuse. La televisione è per pochi eletti, la Rai trasmette ancora su un solo canale e le trenta lire per un quotidiano sono una spesa che molti non possono permettersi.
Lino Santamaria, un eccelso prodotto del vivaio sannicolese. Giocò poi nell’Internapoli.
Ma il calcio resta pur sempre uno dei pochi piaceri gratuiti... Ed è così che alcuni iscritti e frequentatori della locale sezione della Democrazia Cristiana decidono di interpellare i circoli di San Nicola con l'intenzione di costituire una nuova squadra. Dopo il rifiuto dell'U.S. Sannicolese, il segretario della sezione DC Felice D'Andrea, futuro sindaco, dà il suo pieno assenso e di tasca propria paga l'iscrizione al campionato di Lega Giovanile. Ai promotori Elviro Nigro, Mario Muavero, Antonio Pastore, Antimo Corbo e Michele Vespertino si aggiungono presto altri appassionati.Nasce così, nel 1958, la Libertas. Presidente è Giuseppe Bernardo, allenatore Umberto Tabegna, che si dedicherà, l’anno successivo, alla carriera di arbitro, lasciando il posto a Nazaro Bocchino. Alla guida di quest’ ultimo la Libertas, nel ’60, si aggiudica la fase provinciale del torneo giovanile cedendo, però, nel secondo turno di quello regionale, al Flegrea, compagine napoletana satellite del Napoli (1-2 il risultato finale con rete di Ennio Nigro). In questa occasione alcuni osservatori del Napoli sono colpiti dalle parate di Pellegrino Piscitelli, il nostro portiere-saracinesca, originario di S. Maria a Vico. II passo è breve: Piscitelli viene acquistato dalla società azzurra, sulla cui panchina siederà innumerevoli volte, collezionando persino alcune presenze in prima squadra. Per la Libertas, però, i... miliardi non arrivano: un completo di magliette basta a saldare il conto.Della Libertas fanno parte anche tre calciatori non sannicolesi (Schettino, Castiello e Pelella), poi Mario Muavero, Michele Vespertino, Benedetto Pasquariello, Pino Letizia, Ennio Nigro, Mattia e Busiello.Col secondo campionato termina l'avventura in lega giovanile ed ha inizio quella in Seconda Divisione (c'era poi la Prima Divisione, la Promozione, la Promozione d'Eccellenza, la serie D, la C, la B e infine la A), dove la Libertas militerà per diversi anni con alterne fortune.In questo periodo vengono a galla ragazzi dalle doti tecniche notevoli: è il caso di Lino Santamaria, successivamente passato all’Internapoli, gloriosa squadra partenopea resa famosa dai vari Wilson, Massa e Chinaglia.Ricordiamo poi altri ottimi calciatori sannicolesi che entrano via via a far parte della Libertas: Franco Esposito e Giulio Farina (presenti anche tra le fila dell'U.S. Sannicolese), Bruno Farina, Nicola Bottone. Tra i pali si avvicendano Luigi lorio, Giuseppe Marra e Gigino Masella, tutti validissimi esponenti di una grande tradizione che San Nicola calcistica ha sempre avuto in materia di "numeri uno”.
La Libertas in una formazione del 1958, anno del suo primo campionato di Lega giovanile. Da sinistra: Umberto Tabegna (allenatore), Castiello, Vespertino, Muavero, Pasquariello, Schettino, il portiere Piscitelli; accosciati: Pelella, Letizia, Nigro, Mattia, Busiello. Il terreno di gioco è quello della Rotonda.
Qualche apparizione la fa anche il compianto Clemente, olimpionico di bob a Grenoble, perito tragicamente, in giovanissima età, qualche anno dopo. Ricordiamo poi Frescofiore, un calciatore "finissimo", che giocherà prevalentemente nella Boys Caivanese in Promozione d'Eccellenza. Sono dunque davvero tanti i giovani che, grazie alla Libertas, si avvicinano al calcio trascinati dall’entusiasmo. Inevitabile la fioritura di altre squadre, con altre storie da ricordare... Durante questi anni, infatti, vengono scritte alcune tra le pagine più belle della nostra storia calcistica. Anche il nuovo campo sportivo diventa realtà. E mentre la Libertas consuma la sua avvincente storia tra il vecchio campo della Rotonda, il neutro di Marcianise e il nuovo terreno di gioco, altre formazioni intrecciano le loro vicende con quelle degli uomini di Bocchino. A cominciare dall'URSS (Unione Ragazzi Sportivi Sannicolesi) e dal Club Anemola, cui seguirà il Miccione. In queste formazioni troviamo anche alcuni futuri protagonisti della scena politica sannicolese, come l'attuale sindaco Pascariello e il consigliere del Pci, Nigro.
Una formazione della Libertas del 1958
V
Nuovi germogli all’orizzonte
La storia della Libertas si consuma e giunge quindi al suo epilogo, colpevoli i costi di gestione che diventano di anno in anno sempre più insostenibili. Ma, come dicevamo, altre squadre si profilano all'orizzonte calcistico.Nel 1962 prende vita l' U.R.S.S. (Unione Ragazzi Sportivi Sannicolesi) allenata da Ermanno Cannoletta. Essa si iscrive al campionato di Lega giovanile (ragazzi dai 12 ai 16 anni) dove, pur navigando sempre nelle zone alte della classifica durante i due tornei a cui partecipa, grandi risultati non riesce ad ottenerli.L'organico è di tutto rispetto, grazie all'apporto sia dei nuovi che di giocatori già collaudati nelle altre squadre sannicolesi.Ricordiamo Francesco Nigro, raffinato centrocampista , simbolicamente ricordato come "capitano", oggi brillante politico; Franco (Ciccio) Raucci, oggi impiegato del Comune ed ancora alle prese con i travolgimenti passionali derivantigli dal doppio amore calcio-ciclismo; Salvatore Landolfi, eclettica ala destra, oggi alto ufficiale di Polizia; Carlo D'Onofrio, detto "Rocchino", un'ala dal tiro potentissimo che, con un pizzico in più di buona sorte, avrebbe potuto vestire la maglia blucerchiata della Sampdoria; e poi ancora Bruno Farina, terzino come Rauchi, Michele Grillo e Ciavattone, rispettivamente stopper e libero, i fratelli Di Vece, abili centrocampisti, l’attaccante Lino Santamaria e, in porta, Giovanni Maiello, sostituito poi da Luigi (Gigino) Masella.L' URSS, dopo due campionati, chiude i battenti, proprio quando nasce il Club Anemola, altro prodotto prettamente "sentimentale" della storia calcistica di San Nicola. La squadra porta il nome del suo presidente e fondatore, il simpaticissimo Lello Anemola, più noto come Lilluccio”, affiancato nell'occasione da Armando Avezzano, Eugenio Nigro e Andrea Clemente. II Club Anemola disputa un solo campionato di Lega giovanile, dove riesce addirittura ad arrivare in finale provinciale. La partita si tiene allo stadio Pinto di Caserta, davanti ad un pubblico da grandi occasioni; la spunta, però, l’ Avezzano, che vince per 2 a 1 (gol sannicolese dell'esperto Ennio Nigro, chiamato per l'occasione a rinforzare la compagine). Di questa squadra, oltre ai già noti Masella, Lino Santamaria, Franco Nigro, Luigi Miccolo, Nicola Greco e Franco Coppola, fanno parte anche Arcangelo Letizia, Filippo Pascariello, Antonio Ferragino e Felice Terracciano, detto "pizzetto”.Sono comunque tempi veramente duri. Di soldi, in giro, come al solito, se ne vedono pochi o niente. Conciliare l'attività di presidente con la passione per il calcio comporta pesanti sacrifici. Ne sa qualcosa Lello Anemola, il quale, per dotare la sua squadra di un dignitoso "look", non riesce a trovare altra soluzione se non quella di "prelevare" un lenzuolo di "musolino" dal corredo materno e di affidarlo ad una sarta che, gratuitamente, ne ricava quindici eleganti pantaloncini...Un gesto d'estremo amore, molto apprezzato dagli... indossatori, molto meno da mamma Anemola...
1963. Alcuni giocatori dell’URSS: da sinistra, Carlo D’Onofrio, Michele Grillo, Francesco Nigro, Bruno Farina, Ciccio Raucci. Accosciati, Gigino Masella e Lino Santamaria.
Con l'uscita di scena del club, la situazione si fa alquanto confusa: nuove squadre sorgono come germogli selvatici, la passione le accomuna tutte. Ed ecco l' U.S. Terracciano, in cui troviamo l'attuale comandante dei vigili Franco Corona, il Club Ramolo e finanche la rediviva Libertas, che non resiste...alla tentazione. Siamo nel 1964. Gli “scudocrociati" si iscrivono al torneo di lega giovanile con molti "reduci" anemoliani e, in più, Vincenzo Nigro, N. Bottone e Giovanni Corona.Ma è l'anno 1963 che è destinato a scavare una traccia molto profonda ed incancellabile nel cuore di tutti gli sportivi sannicolesi. Da una tristissima vicenda nasce una grandissima squadra. Nessuno avrebbe mai voluto indossare quelle magliette azzurre con strisce rosse e gialle...
VI
La leggenda del “Miccione”
Nessuno avrebbe voluto vestire quelle maglie azzurre con strisce rosse e gialle... e nessuno le avrebbe mai vestite se la buona sorte, in un caldo pomeriggio d’estate, si fosse ricordata di un ragazzo di nome Francesco...il 15 luglio del 1963, un giovane calciatore, Francesco Miccione, perde la vita in un tragico incidente stradale; un camion lo travolge uccidendolo sul colpo. Teatro dell'avvenimento è una delle principali strade di Caserta, via Roma: Francesco vi si trova per motivi di lavoro, invece incontra la morte a 13 anni non ancora compiuti.Accade così che, qualche sera dopo, nello storico Bar Umberto di Piazza Municipio alcuni appassionati lanciano l'idea di dedicargli una squadra di calcio, una squadra il cui nome è già stampato nella mente di tutti: il G.S. "Francesco Miccione", destinata a porre fine alla confusione esistente al momento, che impedisce di mettere su una formazione che non duri il breve spazio di una stagione.La disgrazia occorsa a Francesco fa riflettere profondamente, ed è per questo che si trova il coraggio di dire "basta" e ricominciare. Viene così interpellato Giosuè Miccione, papà di Francesco, che accetta l'idea, diventando presidente. Da questo momento si attacca alla squadra con tutto l'amore di cui è capace, gioisce spesso per essa e, qualche volta, per essa piange. Lo affiancano collaboratori validissimi come il Maresciallo Giuseppe Capuano, Pasquale Anemola, Giuseppe Nigro (cassiere) ed Antonio Raucci (Zi Totonno), proprietario del bar Umberto.Ad essi ben presto si aggiungono Mario Micccolo (dirigente tecnico) e Giuseppe Caccavale, quindi Agostino Bottone, Raffaele Callipo, Sebastiano Petrillo e Antimo Corbo.E’ un mattino di fine estate del 1963...Finalmente si parte, i sacrifici sono tanti, la voglia anche, il “Miccione” decolla.
La prima formazione del “Miccione”. Il primo anno la squadra sannicolese giocò sempre, in segno di lutto, con la fascia nera sul braccio.
Da sinistra: il presidente Giosuè Miccione, Farina, Santamaria, F.Corona, N. Bottone, Terracciano, Antimo Corbo (dirigente accompagnatore). Accosciati: Nigro, G.Corona, Pastore, Garzillo, Miccolo, Bagni.
La prima sede è in via S. Croce, ma poi si passa definitivamente in via Pilade Bronzetti, dove Bottone, Callipo, Petrillo, Corbo ed il presidente spenderanno tante ore delle loro giornate ad impostare, organizzare e mettere in atto iniziative atte a rafforzare la situazione societaria. I colori sociali diventano il giallo ed il rosso; motivi particolari non ce ne sono, ma è quasi una scelta obbligata. II comitato provinciale infatti usa premiare, con un completo di magliette, le squadre che si sono particolarmente distinte in campionato. Il club Anemola è tra queste, gli tocca quindi un completo di magliette gialle bordate in rosso, che vengono subito donate al G.S. Miccione.Scompaiono così i vari club Anemola, Terracciano, Ramolo e la formazione di lega giovanile della Libertas, mentre la prima squadra dello scudo crociato si appresta a trasformarsi in G.S. Sannicolese. Intanto, il 12 luglio, grazie ad un atto di compravendita di suolo tra il sindaco Vincenzo Lanzante e tale Barone Francesco, procuratore della famiglia Barracca, San Nicola la Strada può finalmente disporre di un campo di calcio. Per completarlo ed abbellirlo concorrono numerosi appassionati, fra cui Sebastiano Petrillo.La stagione 1963/64 non porta a risultati grandissimi, ma il Miccione riesce comunque ad approdare alla semifinale del campionato di Lega Ragazzi. E' l'otto marzo del 1964 e si gioca a S. Prisco contro la rappresentativa del Villaggio dei Ragazzi di MaddaIoni; la partita è combattuta, ma il Miccione ne esce sconfitto (2-1), nonostante il goal di Nicola Bottone. Anche nella stagione successiva non trova ancora posto la gloria...L’allenatore Gentile trasferisce Nicola Bottone tra i pali, arrivano anche Angelantonio Pascariello, Mario Ferragino, Alessandro, Mario ed Antonio Leone, nonchè Fappiano, Marzaioli, Vuotto, Catapane, Galbagino, Maiello e Vincenzo Giaquinto. Nel 1965 allenatore diviene una vecchia gloria, Elviro Nigro, ed in porta arriva un giovane di Briano, Luigi Tamburro. Il Miccione gioca sia in Lega Ragazzi che in quella Giovanile, ed in entrambi i casi arriva ad un passo dal successo pieno. Si parte con i “Ragazzi”. Subito due trasferte con altrettante vittorie. La prima a Marcianise, tre a uno col Recale, due goal di Bottone, uno di Alessandro Leone. La seconda ad Aversa, contro I'Interclub Aversa, con identico risultato. I tre goal sono tutti di Bottone. Si arriva, così, all'ultima partita del girone di andata, col Miccione che affronta in casa la Tifatina, squadra di S. Angelo in Formis, imbattuta come i sannicolesi.A spuntarla sono gli ospiti, che gelano il Comunale di S. Nicola, espugnandolo per una rete a zero. II ritorno tra le due squadre, che coincide con I'ultima partita di campionato, ha luogo in una fredda domenica di gennaio. La Tifatina, che non ha mai perso, ha due punti di vantaggio; le basta anche un pareggio.II Miccione deve invece assolutamente vincere per raggiungerla e sperare poi nella partita di spareggio. La partita è tiratissima, ma alla fine il Miccione la spunta: 2 a 1 il risultato finale. La gara decisiva ha luogo a Maddaloni, dove decide un goal di Bottone al 14' del primo tempo. II Miccione è alla fase finale.
Lino Santamaria con la maglia gialla del Miccione
Campionato Lega Ragazzi 1965/66: la formazione che vinse lo spareggio con la Tifatina e fu poi sconfitta nella discussa finale con la Juve Sammaritana. Le magliette sono azzurre. Da quell’anno, infatti, il Miccione dispose di due divise, una completamente azzurra e l’altra, quella classica, azzurra con sul petto strisce gialle e rosse.
Da sinistra: Raffaele Bagni, Francesco Corona, Angelantonio Pascariello, Elviro Nigro (allenatore), Nicola Bottone, Capasso, Leone, Giuseppe D'Andrea, Luigi Nigro, Luigi Tamburro, Giovanni Semprevivo, Giuseppe Esposito.
Una fase di gioco relativa al primo campionato disputato dal Miccione
A regolare il Sales Caserta in semifinale ci pensano poi Bottone e Capasso (due a zero) e gli uomini di Nigro sono in finale. Teatro dell'avvenimento è, ancora una volta, Maddaloni. Si gioca nell'ultimo giorno di Carnevale: quale occasione migliore per giocare un bello scherzo alla forte Juve Sammaritana? Ma il destino dice no! La squadra di Santa Maria Capua Vetere schiera infatti alcuni calciatori che, nonostante la giovane età, giocano in prima squadra (il portiere D'Orso, lo stopper Quagliara e l'ala sinistra La Cioppa). Come se non bastasse, il Miccione è costretto a rinunciare al portiere Tamburro, infortunatosi ad un dito, ed a tesserare, qualche giorno prima della partita, l'esordiente Di Maio, che non ha nemmeno il tempo di ambientarsi.I ragazzi del Miccione escono sconfitti (2 a 1), ma certamente non umiliati,Il gioco praticato dalla Juve Sammaritana è estremamente duro, così come il sapore della sconfitta, sia per i nostri calciatori, pestati e sanguinanti, sia per i tanti tifosi sannicolesi presenti che, con ogni mezzo, dal motorino alla bicicletta, hanno raggiunto lo stadio maddalonese. I dirigenti, dal presidente a Callipo, Bottone, Petrillo e Corbo, sono amareggiati, ma non fanno mistero d'esser fieri dei loro ragazzi che, nonostante le tante avversità, sono riusciti a mantenere in campo una condotta di gara estremamente dignitosa. In questo giorno disputa la sua ultima partita Giovanni Semprevivo, che già avverte i primi sintomi di un male crudele che, di lì a poco, lo condurrà alla morte. La tragedia scuote fortemente dirigenti e calciatori, che non riusciranno mai più a cancellare dal proprio cuore il ricordo di un compagno esile e generoso, quanto sfortunato.Ma la storia del Miccione prosegue, deve proseguire...
VII
La “fucina” dei campioni
Il Miccione continua a dare battaglia anche per Francesco e Giovanni, due ragazzi che chissà quanto avrebbero ancora potuto dare al calcio e alla loro stessa vita.Con questo spirito, archiviato il torneo di Lega Ragazzi, il Miccione si tuffa nel campionato Giovanile, fiducioso nei propri mezzi e intenzionato a chiudere con un successo la stagione 1965-66.Molti giocatori sono gli stessi del precedente torneo; qualcuno va via, come Pino D'Andrea (conociutissimo con l'appellativo di "Suarez") approdato alla corte del S. Clemente.Si comincia col "Valentino Mazzola" e si vince per 5 a 0. Poi, con il Santos Caserta, arriva la sconfitta; il Miccione inoltra però reclamo, poiché gli avversari hanno utilizzato dei calciatori fuori quota.
Francesco "Ciccio" Raucci, terzino del Miccione. Giocava con gli occhiali. In una sola occasione un arbitro gli vietò di farlo: pare successe il finimondo...
I responsabili della Lega, con una decisione a sorpresa, decretano partita persa ad entrambe le squadre.II Miccione si rifà prontamente, rifilando sei reti al CSI S. Prisco, con tre "sigilli" di Bottone, due di F. Corona e uno di G. Esposito. E finalmente giunge il momento tanto atteso: la rivincita con la Juve Samaritana...
Lo strascico di polemiche, che aveva consigliato alla formazione di S. Maria Capua Vetere di disertare la gara di andata a San Nicola, stavolta non può più frenare gli eventi. La "vendetta” del Miccione è ormai pronta: i sammaritani sono "strapazzati"sul proprio campo da un goal di Nicola Bottone. In porta gioca, nell'occasione, Gigino Masella, uno dei più bravi portieri che il nostro calcio abbia mai avuto; ma qui è costretto ad uscire per infortunio. Gli subentra il goleador Bottone, protagonista di interventi a dir poco miracolosi, tanto che l'allenatore Nigro non può fare a meno di rispolverare uno slogan già in precedenza coniato in occasione di una gara con il S. Angelo in Formis quando, con una mezza rovesciata, liberò la porta da un goal sicuro: "Bottone, segna e salva!!!".
II Miccione accede dunque alla fase finale, dove incrocia il S. Cuore di Cancello Arnone.
L'andata si gioca a San Nicola e si vince...soltanto 2 a 1 con tre pali e tre traverse colpite dai nostri giocatori.II ritorno più che dalle due squadre è deciso dall'arbitro, che annulla diversi goals al Miccione, oltre ad espellere Fappiano. Vince il S. Cuore per due a zero: si gioca in un clima infernale, con oggetti che piovono in campo da tutte le parti e spettatori che hanno tra le mani proprio di tutto, persino dei...tetti. L'arbitro segna tutto nel referto, ma misteriosamente il risultato non cambia. Ancora oggi sono in molti a chiedersi il perché! Si chiude ancora tristemente l'annata 1965/66.Ma si raggiungono altre soddisfazioni: la bravura di alcuni calciatori del Miccione non sfugge, infatti, agli osservatori “forestieri”, e così Bottone e Francesco Corona “emigrano" alla volta di Maddaloni, dove disputeranno diversi splendidi campionati, fino ad approdare in serie D (attuale C2). Nel Miccione arrivano nuove leve, come Bruno Albarella, Pasquale Bottone, Nicola Cavetti, Giovanni Lanzante, Sebastiano Giaquinto, Giovanni Marseglia, Pietro Vagliviello, Gennaro Alfieri, Gennaro lorio e Antonio Daniele, tutti prodotti dei mini tornei organizzati dalla Società per valorizzare il proprio vivaio. E siamo al penultimo atto del Miccione...
Miccione, Lega Giovanile. La formazione che giocò la partita di ritorno con la Juve Sammaritana, disputatasi il giovedì Santo del 1966. Da sinistra: Elviro Nigro (all.), Mario Ferragino, Francesco Corona, Gigino Masella, Giovanni Corona, Alessandro Leone, Antonio Fappiano, Antonio Terraciano, Vincenzo Nigro, Mario Leone, Nicola Bottone (che poi prese il posto di Masella tra i pali) e Luongo. Le magliette sono quelle classiche del Miccione: azzurre con strisce gialle e rosse.
Campionato di Lega Giovanile 1966-67.
In questo periodo gioca una fortissima squadra di Caserta, I'Acquaviva, che annovera tra le sue fila anche alcuni calciatori di San Nicola la Strada. Ed è proprio I'Acquaviva che il Miccione batte in semifinale, a Marcianise, per 3 a 2, rimontando ai supplementari dallo 0-2: il goal decisivo è messo a segno da Bruno Albarella con una splendida mezza rovesciata. In finale però, il Miccione viene ancora una volta sconfitto, nell'occasione dall’ "Olimpia” di Maddaloni, per una rete a zero.
Anche questa è una partita molto nervosa, tanto che Angelantonio Pascariello esce da uno scontro con la testa sanguinante.
E' questa I'ultima prestazione ad un certo livello del Miccione. Ancora un campionato di seconda divisione (1967-68) senza grandi risultati, poi la fine. II presidente sempre più spesso è visto passeggiare in solitudine all'interno della sede di via Pilade Bronzetti...
Evidente che, ormai, la storia del Miccione aveva concluso il suo corso.
Il "tesserino" Figc di Sebastiano Giaquinto, approdato al Miccione nel 1966/67. Dotato di tecnica sopraffina, giocò nella Lega Giovanile.
VIII
Sfide stracittadine
Più o meno parallelamente al Miccione, un'altra squadra sannicolese pone fine alla propria attività agonistica, ad appena due anni dalla sua nascita. Si tratta del Gruppo Sportivo Sannicolese, costituitosi in pratica dalle ceneri della vecchia Libertas.
D'obbligo un piccolo salto all'indietro.
Anno 1965.
Giuseppe Battaglia, in passato presidente dell' U.S. Sannicolese, si reca al Comitato Regionale della Campania per ottenere l'iscrizione del G.S. Sannicolese al campionato di seconda categoria. Vi è un solo posto disponibile e San Nicola vince la concorrenza di Amorosi in virtù del fatto che, nel 1956, ha vinto, grazie, appunto, all'U.S. Sannicolese, il titolo provinciale. La federazione pone, però, delle condizioni ben precise: quota di iscrizione, colori sociali, sede amministrativa, disponibilità ed omologazione del campo sportivo.
La sede nasce in Piazza Municipio, i colori sociali diventano il rosso ed il blù, i soci si tassano per l'iscrizione. Unico nodo da sciogliere resta l'omologazione dello stadio comunale.
I soci, nel frattempo, si sono organizzati; presidente diviene lo stesso Giuseppe Battaglia, direttore tecnico Simone Gallo, presidente onorario Vincenzo Cuccaro, dirigenti effettivi Nicola Bernardo, Sistino Letizia e Vincenzo De Martino.
Tra i calciatori troviamo Giulio Farina, Francesco Frescofiore, Di Lella, Picazio, Ciccio Esposito, Michele Vespertino e Greco: insomma, più o meno gli stessi della Libertas, anche se con qualche annetto in più sulle spalle...
Per ottenere l'omologazione del campo occorrono, però, come prima cosa, gli spogliatoi. Provvedono gli stessi soci, impegnandosi in prima persona. Alla fine gli spogliatoi sono pronti; non sono quelli del...S.Paolo, ma almeno i calciatori possono discretamente liberarsi dei propri abiti per vestire le divise sociali. La commissione di controllo trova, però, ancora qualche imperfezione: rete metallica troppo bassa, due metri (per l'omologazione ne occorrono due e cinquanta); spogliatoi senza pavimentazione e senza lavandini per squadra ospite, arbitro e locali...
Alla prima si rimedia col cemento (Ahia!...). Il direttore tecnico Simone Gallo fornisce i tre lavandini, ma soldi per alzare la rete proprio non ce ne sono. Essa, oltretutto, deve avere alla sommità del filo spinato, e proprio in filo spinato soci e dirigenti del G.S. Sannicolese hanno ormai investito le residue risorse.
Ma la fantasia non manca....
Se la montagna non va a Maometto, Maometto andrà alla montagna; così, se non si può alzare la rete, si abbassa il terreno...
E' quanto fanno Battaglia e soci che, procuratosi una pala meccanica, abbassano esternamente il terreno per più di cinquanta centimetri.
I commissari sono titubanti, ma alla fine cedono. Lo Stadio Comunale ottiene l'omologazione. Prima partita ufficiale tra le mura amiche contro il S. Agata dei Goti: si pareggia uno ad uno con goal sannicolese di Di Lella, che viene poi espulso, rimediando ben sei giornate di squalifica.
Nel primo campionato i sannicolesi giungono a metà classifica, non sfigurando di fronte a nessuna squadra.
Si lotta ad armi pari con il Gladiator, l’ "Ettore Fieramosca" di Capua, il Marcianise, il MaddaIoni, l’ Aversa, il S. Agata dei Goti, lo Sparanise, il Teano, il Roccamonfina e il Mondragone. Le sconfitte non mancano, ma la squadra del presidente Battaglia esce sempre a testa alta dal rettangolo di gioco.
li G.S. Sannicolese tiene per tutto il girone di andata; al ritorno, però, il giocattolo comincia a dare i primi segni di logoramento. Qualche calciatore pretende soldi, forse almeno il rimborso spese, la società non può permetterselo, si creano delle tensioni.
Alcuni dei calciatori, peraltro, sono dei militari in sevizio a Caserta, la loro disponibilità non é incondizionata. La squadra giunge, per questi motivi, con nove titolari alla trasferta di Sparanise: i locali le consentono di schierare qualche tifoso, più il direttore tecnico Gallo.
Nel primo tempo i sannicolesi resistono per poi cedere di schianto nella ripresa.
Il risultato finale è disastroso: 11 a 0!
Battaglia a questo punto lascia, ritiene che non ci siano più le condizioni per continuare; gli subentra Vincenzo De Martino ma, ormai, c'è ben poco da fare; il processo di sfaldamento è irreversibilmente innescato: per il G.S. Sannicolese è la fine.
II G.S. Miccione e il G.S. Sannicolese rappresentano gli ultimi baluardi di una tradizione sportiva che va ormai, poco, a poco scemando, cadendo in una fase di ristagno per almeno sette anni fino a quando, nel 1975, sorgerà l'attuale Polisportiva.
Fine anni '60, inizi anni '70: il calcio “ufficiale” è assente a San Nicola la Strada. Si gioca (con dure battaglie agonistiche) solo tra circoli.
Eccone una delle tante formazioni impegnate: si riconoscono, tra gli altri, Ciccio Esposito, Michele Vespertino, Franco Corona, Lino Santamaria, Enrico Nigro, Luigi Miccolo e Gigino Masella, “vecchi” eroi di tante battaglie...
Un'altra formazione delle tante che riempirono accese dispute tra i circoli sannicolesi. Si riconoscono Vincenzo Mastroianni, Elviro Nigro, "Ciccio" Esposito, Angelantonio Pascariello,"Ciccio" Raucci, Luigi Miccolo, Ennio Nigro, Lina Santamaria, Mario Leone, Nicola Caccavale.
Sono comunque anni molto importanti e determinanti per il nostro comune. Dai poco più di 7.000 abitanti del '68 la popolazione va velocemente aumentando fino a raggiungere soglie inattese: oltre 10.000 anime nel '75 e ben 13.600 nell '81.
Caserta ha lo strumento urbanistico bloccato; San Nicola abbandona definitivamente la fisionomia di centro agricolo, diventando in un baleno uno dei comuni più industriali e densamente abitati della conurbazione campana. Industrie che avanzano come cavallette, l'edilizia che diventa il più grosso business, le immigrazioni che cambiano sostanzialmente il "look" paesano. Sono gli anni del trapasso: San Nicola cambia faccia, si confonde tra migliaia di volti nuovi, la tradizionale "piazza", centro di riunione dei vecchi amici, va scomparendo, soppiantata e spodestata da "glaciali" condomini, usati solo per dormirci, come in un grande albergo.
Ma non c’è tempo per i rimpianti. La vita non può fermarsi; il cosiddetto progresso deve pur fare il suo corso.
In una società in sì forte trasformazione e alla disperata ricerca di una nuova identità, c’è comunque ancora posto per la nostalgia e la purezza.
Ed è ancora il calcio a farlo chiaramente intendere. Finiti i giorni del Miccione e del G.S. Sannicolese, cominciano, infatti, quelli del “pallone amatoriale”. Si gioca tra amici e conoscenti, quasi per voglia di ritrovarsi e di non farsi sopraffare dall'indifferenza, che regna ormai dappertutto. Di vero e propri agonismo è inutile parlarne.. appartiene ormai alla storia passata.
E così, mentre alcuni comuni viciniori come Recale, Portico e Macerata si organizzano dando vita, grazie a grossi sacrifici, a squadre altamente competitive, San Nicola la Strada vive di tornei amatoriali organizzati da privati cittadini come Felice Aievoli, o di sfide tra i circoli locali. Particolarmente avvincenti gli incontri tra il Circolo Operaio Umberto I ed il Circolo Sociale, ai quali prendono parte molti dei calciatori incontrati durante questa storia. Sono le così dette “vecchie glorie”, ed è bello ricordarne alcune: è il caso di Lino Santamaria, Ciccio Esposito, Francesco Raucci, Angelantonio Pascariello, Ennio Nigro, Mario Leone, Luigi Miccolo, Luigi (“Gigino”) Masella, Lello Anemola, Francesco Corona e di Elviro Nigro, allenatore, per diversi anni, del Miccione.
Ma è anche il caso di diversi giovani che, per un fatto passionale, prendono parte alla sfida tra i due circoli, che col tempo si avvia a diventare una vera e propria tradizione: parliamo di Nicola Caccavale, Michele Tagliafierro e tanti altri.
Intanto, lo Stadio Comunale, sempre più spesso abbandonato a se stesso, viene spinto, malinconicamente, ad imboccare il viale del tramonto; San Nicola è destinato, ancora una volta, a restare senza uno specifico impianto sportivo. Ciò nonostante, però, si gioca, seppure tra amici. II terreno è fatiscente, ma si gioca. E si va avanti così, fino al 1975, anno in cui nasce la Polisportiva San Nicola, che appartiene ancora ai nostri giorni. La Società si contraddistingue con diverse etichette: il calcio non è che semplicemente una delle sue molteplici espressioni. Per i primi anni, infatti, la Polisportiva si occupa, con meriti, soprattutto di atletica, dando vita alla prima Passeggiata Sannicolese e sfornando dei campioni provinciali, quali Massimo Bassani e Arcangelo Pascariello, rispettivamente nel lancio del peso e nei 3.000 metri.
I soci fondatori provengono quasi tutti dal Circolo Bocciofilo "Maddalena", vanto sannicolese in questo sport.
Giacomo Pastore, Francesco Raucci, Giuseppe Bove, Pietro Gallo, Giovanni Daniele, Carlo Raucci, Pietro Gentile: questi alcuni nomi. Simone Gallo ne diviene il presidente.
Ma il calcio, ancora una volta, prende inevitabilmente il sopravvento, catalizzando in breve gli interessi dei "polisportivi" dirigenti...
IX
Gli anni della Polisportiva
Il primo campionato della Polisportiva prende il via nella stagione 1975-76. La prima gara, di lega giovanile, si gioca sul campo del CIAPI di San Nicola. Successivamente la squadra, allenata da Lino Santamaria, disputerà le partite interne sul rettangolo di gioco del Recale.
Un primo anno, comunque, destinato quasi interamente a valorizzare quanto più possibile il vivaio locale: ed in tal senso la Polisportiva coglie un grosso successo, tanti sono i giovani che si avvicinano al calcio. I colori sociali diventano il verde ed il blu, come i colori del comune. Alla fine la squadra ottiene un incoraggiante secondo posto, grazie alle prestazioni di Angelo Fusco, Sebastiano Giaquinto, Salvatore Di Julio, Ciro Batelli, Emiddio De Filippo, Franco Bernardo, Gennaro Tripaldella, Domenico Mastroianni, Giovanni Scognamiglio, Vincenzo Maiello, Salvatore Gallo, Antonio Tranquillo e Agostino Russo. Non ultimi Sandro Vaccari (che abbandona una promettente carriera di pugile) e Mario Santamaria, giunti alla corte del presidente Simone Gallo verso la fine del campionato.
Meritato, quindi, un prestigioso viaggio a Fiuggi per un'amichevole con la squadra locale, che annovera tra le proprie fila Incocciati, che giocherà negli anni a seguire in serie A con Milan e Pisa. L'accoglienza avviene in un clima di estrema cortesia e calore; il sindaco Felice D'Andrea ricambia invitando il Fiuggi a San Nicola per una partita che, chissà perché, non si disputerà mai.
La Polisportiva San Nicola in una formazione del 1981.
Nel 1976-77 la Polisportiva si iscrive al torneo degli “Under 21”, avvalendosi dei nuovi arrivati Pasquale D'Andrea, portiere, Lillo Lo Presti e Rodolfo Mastroianni. Durante il campionato -vale la pena di ricordare- si verifica un episodio di inaudita violenza sul campo del Pignataro Maggiore, alla terz’ultima partita del girone di ritorno. La Polisportiva è prima in classifica, con un punto di vantaggio sui locali, e si trova a condurre l'incontro per 2 a 1 (doppietta di Sandro Vaccari, vincitore poi, con Tripaldella, della classifica dei cannonieri). Gli spettatori sono tanti, molti anche i sannicolesi. Dopo poco giunge il pareggio del Pignataro. Ma la compagine sannicolese si riporta in vantaggio grazie ad un calcio di rigore trasformato da Lo Presti. A questo punto è il finimondo!!
II portiere locale si scaglia sull'arbitro, i dirigenti e gli spettatori locali invadono il campo; il direttore di gara cade a terra proprio all'imbocco degli spogliatoi, travolto da una marea di schiaffi. Non basta: anche a terra egli viene scalciato e picchiato selvaggiamente. Qualcuno arriva addirittura a suonare le campane per raccogliere la popolazione ed invitarla a correre in aiuto al campo...Intervengono Polizia, Carabinieri, Vigili Urbani; per qualche delinquente scattano le manette, ma la folla riesce a liberarli...Un agente è costretto a sparare colpi di pistola in aria nel tentativo di frenare quella follia collettiva. I nostri rimangono negli spogliatoi fino alle otto di sera, costretti a salvaguardare in questo modo la propria incolumità fisica.
Inevitabile, per il Pignataro, la sospensione del campo per tre anni e la radiazione di diversi suoi calciatori.
Ma è, comunque, un campionato travolgente, stavolta in senso sportivo, per i nostri colori. La Polisportiva di Lino Santamaria e Simone Gallo vince il torneo e può così effettuare il tanto sospirato salto di categoria..
Polisportiva in allenamento. In primo piano, Ciro Batelli. Dietro, tra gli altri, Vincenzo Maiello e Tripaldella.
Negli anni successivi arrivano altri giovani calciatori, come Tonino Rossi, Agostino Tartaglione e Antonio Corbelli. La squadra continua a ben comportarsi, anche se la vittoria le sfugge in più di un’occasione.
Sfortuna? Forse, ma in verità le possibilità economiche della società non sono proprio, come suol dirsi, delle più floride. Nel 1978 viene finalmente completata la costruzione del nuovo stadio comunale; del vecchio più nessuna traccia, enormi palazzi di cemento lo hanno definitivamente cancellato.
Nel corso del campionato 78-79 un nostro calciatore, Ciro Batelli, reo di aver colpito con uno schiaffo l'arbitro, viene dapprima espulso e poi squalificato a vita. Nella stessa gara, a S. Prisco, anche Antonio Corbelli prende in anticipo la via degli spogliatoi; la Polisportiva termina in nove, ma riesce nell'impresa di non perdere. Uno ad uno il risultato finale.
Nel 79-80 arriva Vincenzo Mastroianni, che nel corso della stagione subisce un serio infortunio alla gamba, durante una partita col S. Marco.
Nel 1980, però, è la seconda squadra della Polisportiva, nel settore Allievi, ad ottenere un prestigioso risultato, vincendo il campionato. In finale batte, con una rete di De Lucia, il S. Clemente. La partita decisiva viene giocata allo stadio Pinto, alla presenza di molti spettatori, tra cui il sindaco Marco Ursomando.
Tra i nostri calciatori segnaliamo Santoro, Pascariello, Domenico Esposito, Ciro Santamaria, De Lucia, Ascione, Sandro Merone. Allenatore è Aldo Morrone. Molti di questi calciatori passeranno poi in prima squadra. Nel 1981, per alcuni mesi, la squadra è affidata proprio ad Aldo Morrone, al quale subentra nuovamente Lino Santamaria. La Polisportiva non brilla, ma porta a termine un campionato dignitoso, grazie anche ai nuovi rinforzi Annibale Santacroce (arcigno difensore), Nicola Mastroianni, Francesco Lanzante (infortunatosi però seriamente alla tibia e perone nel corso di una partita a Succivo), Pietro e Giovanni Centore, Saverio Semprevivo, Fabrizio Caiazza, Vincenzo Paccone ed infine Alessandro Russo, che poi passerà alle giovanili della Casertana.
Il "mister" Lino Santamaria segue dalla panchina le fasi di gioco. Gli è accanto il fido “Feliciello” Aievoli, riconosciuto esempio di incrollabile passione.
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L'occasione Cuccaro
Nel 1983 alla guida della Polisportiva arriva il Comm. Cuccaro, mentre vicepresidente diviene il figlio Enzo, l'uomo che riuscirà, cinque anni più tardi, a far tornare grande la Casertana.Per due campionati la società sannicolese vive momenti esaltanti: pullman di lusso, stipendi per tutti, premi partita e ritiri al prestigioso Reggia Palace Hotel. Insomma, le difficoltà economiche diventano solo un ricordo. Direttore sportivo è Salvatore Tartaglione, allenatori -nel primo anno- Domenico Fiorillo e -nel secondo- Ciccio Stellato. Avviene la fusione col San Marco, squadra in possesso del titolo di Prima Categoria, ed arrivano fior di calciatori, dal portiere Luigi Zitano a Vitale, Lieto e Statuto, solo per citarne alcuni. Dei giocatori sannicolesi restano in pochi: Domenico Esposito, Michele Pastore, Sandro Vaccari e Vincenzo Paccone. Alcuni di essi disputano il campionato “Under 18", che nel 1984-85, guidati dalla vecchia volpe Lino Santamaria, li vedrà vincitori.Ma il sogno non è destinato a durare a lungo. Nonostante gli ottimi piazzamenti nei due tornei di prima categoria (entrambi conclusi al secondo posto ad un punto dalle prime), infatti, nascono dei dissidi interni e Cuccaro, stanco e deluso, decide di lasciare. Alla Polisportiva certamente sfugge una grandissima occasione, ma forse pochi se ne accorgono... Nei due anni di gestione Cuccaro si impiegano, si dice, circa 300 milioni, una cifra molto ragguardevole a questi livelli, primo segno tangibile di un agognato salto di qualità per il calcio sannicolese, che solo un dirigente competente e lungimirante come Cuccaro poteva sapientemente programmare. Inesorabile, quindi, con il suo abbandono, il caos che piomba nella Polisportiva.
Gli “Under 18” dell’era Cuccaro.
La società vive, a questo punto, momenti di sbandamento; si susseguono alcuni presidenti locali, come Giacomo Pastore, Nicola Motta e Gaetano D'Auria. Grandi risultati non arrivano, la società è ad un passo dallo sfascio...
Ed ecco che, a questo punto, ritorna la "dea" trascinante della passione, l'unica che può ancora far sopravvivere un giocattolo ormai fatalmente incerottato: due "vecchi" dirigenti, Simone Gallo e Gennaro Russo, riescono nell'intento, nonostante le precarie finanze in cui la Società versa.
Il calcio a San Nicola oggi
Nel momento in cui concludiamo la nostra storia -è il settembre del 1989- la Polisportiva gioca nel campionato Under 18; allenatore è Fabrizio Caiazza, presidente Lino Santamaria, che, nel 1983, con l'avvento di Cuccaro, aveva lasciato la squadra per un anno per allenare la neonata Libertas Rotonda, ancora oggi militante nel campionato di seconda categoria. II calcio a San Nicola, oggi, è anche calcio per i giovanissimi. La Scuola Calcio Oratorio San Paolo e la Polisportiva Cedri lo perseguono con particolare dedizione ed encomiabile senso sportivo.
CONCLUSIONE
Eccoci, così, giunti alla fine di questo nostro lungo viaggio. E' stata una corsa senza respiro, che ci ha impegnati per più di un anno: adesso ci sentiamo un po’ stanchi, ma soddisfatti, come alla fine di una dura, ma produttiva giornata di lavoro.lo personalmente ho messo in questo lavoro tutta la passione di cui ero capace: non so se ne è venuto fuori un buon lavoro. Ma una cosa è certa: mi sono impegnato con tutto il cuore, superando i non pochi momenti di difficoltà grazie alla contagiosa genuinità e alla travolgente passione delle tante persone che ho interpellato, e grazie alla cui disponibilità è stato possibile tracciare la storia di 60 anni di calcio e, un po’, di vita sannicolese.L' "idea" è stata di Nicola Ciaramella, che me la prospettò nel corso di un nostro incontro un anno e mezzo fa circa. Si è rivelata ottima, come, del resto, tante altre che la sua mente continuamente partorisce. Non era facile, ce ne rendemmo subito conto, ma ci guardammo negli occhi, quasi come a voler trovare un tacito accordo, serrammo i tempi e decidemmo di partire.E adesso eccoci alla fine del viaggio, come dicevamo, a riproporci ancora la domanda da cui partimmo: ”come definirlo questo mondo del calcio?"Sinceramente anche dopo averlo guardato tanto da vicino e dal lato meno torbido, trovare una risposta convincente è proprio arduo.E' un mondo contraddittorio, certamente, dove le passioni trovano la loro espressione più nobile ed alta, ma dove, nel contempo, trovano spazio certi istinti che portano l'uomo tanto in basso quasi a non poterci credere. In fondo, e forse non poteva essere altrimenti, il calcio è un po’ l'espressione della vita: cambia il palcoscenico, non I'attore, e finchè non sarà l'uomo a migliorare, fondamentalmente assisteremo sempre ad analoghe rappresentazioni. Però dal calcio, o almeno da questa storia del calcio, possiamo cogliere una lezione, un invito a non arrendersi mai. II calcio incontra miseria, disperazione, tragedie, ma nonostante tutto va avanti impavido e caparbio. Prova evidente che quando l'uomo è motivato sul serio trova sempre un modo, una possibilità per aggirare gli ostacoli. La nostra capacità, forse, sta tutta qui, nel riuscire a trovare dei valori che ci diano la forza per diventare migliori. E chissà se tra vent'anni non mi capiterà di scrivere ancora una storia di sport sentendomi migliore, e magari di parlare di sport e di vita trovando anch’esse migliori.
(Luigi Russo, settembre 1989)
Luigi Russo ha saputo trasformare una mia semplice idea in una grande opera.Questa storia del calcio sannicolese non è stata solo una cronaca sportiva; l’aver saputo inquadrare gli eventi legati ad una sfera di cuoio nel contesto storico-sociale in cuisi sono svolti, è forse il più grande merito di questo splendido giornalista. Senza la sua passione, la sua capacità e il suo smisurato senso della ricerca, la “San Nicola Football Story” non avrebbe mai visto la luce.
Grazie, Luigi, e grazie a tutti gli sportivi che hanno collaborato con le loro testimonianze.
(Nicola Ciaramella, settembre 1989)
-impaginazione telematica a cura di Davide Ciaramella-
IL SEGUITO DELLA STORIA E' IN PREPARAZIONE...
Molte altre vicende, molti altri episodi dal settembre ’89 ad oggi si sono susseguiti nell’ambiente calcistico sannicolese. Certo, forse non ci emozionano come le gesta di uno scoiattolo in neroverde e non ci rattristano come l’addio di un eroe tra le bombe. Ma non per questo non meritano la stessa attenzione e la giusta rilevanza nella storia. Ed è proprio questo che stiamo facendo e che presto tutti potranno leggere.
Mentre, intanto, mettiamo a disposizione dei lettori on line questo documento-capolavoro nato da spontanee sinergie tra autentici innamorati della propria terra natìa, il calcio, a San Nicola, vive una nuova fase di passione. Una passione genuina, semplice, spontanea. Come quella che lasciammo sedici anni fa, e anche questa lontanissima dalle distorsioni e dagli interessi che caratterizzano l’ “altro” calcio, quello fatto di risultati da raggiungere a tutti i costi, con qualsiasi inganno, a qualsiasi condizione, pur di tramutarlo in “affare” per pochi, a sfruttamento delle masse dei veri appassionati.
Giovanni Desiato, il cui nome ed il cui impegno da soli colmano lo spazio tra gli anni ’90 e i giorni nostri, è il nuovo presidente della nuova Virtus Alba San Nicola, nata, a partire dalla stagione 2005/06 che sta per cominciare, dalla fusione tra le due società (Virtus e Alba), alle quali è legata la storia recente del calcio a San Nicola.
No al professionismo o al semiprofessionismo, no a qualsivoglia disegno atto a generare profitti: la Virtus Alba è scuola calcio pura, lo afferma il suo presidente a chiare lettere, iscritta a ben nove campionati giovanili (se non è un record, poco ci manca), con un esercito di 200 miniatleti. Solo gli juniores disputeranno un torneo non “didattico”. L’intento prioritario dei dirigenti è di favorire l’insegnamento dello sport più bello del mondo tra i ragazzi, contribuendo alla loro maturazione e alla loro educazione sociale.
L’altra società calcistica attualmente presente a San Nicola è la “Rinascita Sannicolese” (anch’essa derivante dalla fusione di due precedenti sodalizi), presieduta da un altro grande appassionato, Francesco Maiello, sotto la cui guida si appresta a partecipare al campionato di seconda categoria.
Alle riconosciute capacità di Desiato e Maiello, dunque, nonché all’entusiasmo di tutti gli altri dirigenti che li collaborano, sono affidate le sorti della San Nicola calcistica, per far sì che sia sempre portato più in alto possibile il nome della nostra città.
Lo sport, probabilmente, può riuscirci meglio della politica.
(Nicola Ciaramella, settembre 2005)
NIKIPEDIA
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l' Enciclopedia
di San Nicola
la Strada
fondata e diretta
da
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I LIBRI DI ANTONIO SERINO
Tutti gli scritti del saggista cattolico sannicolese
(Tutta la produzione letteraria è pubblicata su ©Corriere di San Nicola)
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LA STORIA DELLA PROTEZIONE CIVILE DI SAN NICOLA LA STRADA
Fiero di averla narrata ed immortalata sin dal primo giorno sulle pagine del Corriere di San Nicola.
Onorato di essere il giornalista più titolato a parlare di questa grandissima squadra.
Nicola Ciaramella
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Fu istituito nel 1990. Le carriere dei sei comandanti che sinora lo hanno guidato.
LA “GIORNATA IN RICORDO DELLE VITTIME SANNICOLESI DEL COVID”
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OGNI CITTADINO PUO' SALVARE UN CITTADINO
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Come possiamo salvare un bambino con le vie aeree ostruite da corpo estraneo
IMPARIAMO TUTTI QUESTE MANOVRE !
Cosa sapere e cosa fare PRIMA, DURANTE e DOPO un terremoto
-Buone pratiche di protezione civile a cura anche del Nucleo della Protezione Civile di San Nicola la Strada-
IL MIO REGALO ALLA MIA CITTA'
Dipingi on line la "tua" città"
Un “clic" quotidiano cominciato mercoledì 9 febbraio 2005...
Una città, il cuore, la mente...
L'
"Ode alla mia città"
composta da
Nicola Ciaramella
PAOLO CONTE, PILOTA
(TUTTO sulla carriera del piccolo grande fenomeno del motociclismo casertano)
Una LUCE sempre accesa su DON ORESTE
Gruppo Facebook "DON ORESTE NON E’ ANDATO VIA”: continua, senza pause, l’iniziativa creata da Nicola Ciaramella per mantenere sempre vivo il ricordo dello scomparso amatissimo parroco di Santa Maria della Pietà.
29.ma Festa del Tesseramento dell’Associazione N.S. di Lourdes
Un magnifico pomeriggio in Santa Maria degli Angeli all’insegna della fraternità, della fede e dell’amicizia nel nome della Santa Vergine, in attesa del 163.mo anniversario dell’Apparizione.Un magnifico pomeriggio in Santa Maria degli Angeli all’insegna della fraternità, della fede e dell’amicizia nel nome della Santa Vergine, in attesa del 163.mo anniversario dell’Apparizione. 1
GIUSEPPE STABILE,
talento canoro sannicolese
La biografia artistica
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Il nostro GRAZIE a quanti hanno scelto le nostre immagini dall'alto di San Nicola la Strada quali icone di siti internet e di gruppi facebook locali
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