In scena per la rassegna teatrale la commedia “Non è vero ma ci credo” 

Sabato 28 luglio è la volta all’Arena Comunale “Ferdinando II”, per la rassegna teatrale “R…estate a San Nicola 2018”, la commedia in tre atti di Peppino De Filippo “Non è vero ma ci credo”, presentata dalla Compagnia teatrale “Le Quinte”, con la regia di Alessandro Cavasso. 

“Le Quinte” è una delle più longeve compagnie del panorama teatrale provinciale. Essa fu fondata da un gruppo di appassionati nel 1984 come “Compagnia Teatrale di Macerata Campania” e destina gli incassi a scopi sociali, soprattutto per aiutare persone bisognose.
Porta in scena lavori appartenenti alla storia del teatro napoletano, da De Filippo a Scarpetta, da Fayad a Gaetano De Maio, per finire a Nino Masiello, Carlo Guarino, Giovanni Rescigno, Raffaele Caianiello ed i fratelli Massimo e Domenico Canzano. 

Questa la trama del lavoro scritto nel 1942, da cui dieci anni dopo fu tratto un film omonimo. Il commendatore Gervasio Savastano è tormentato dalla superstizione; i suoi affari non vanno bene e lui ritiene che la colpa sia di un suo impiegato, Belisario Malvurio, cui attribuisce un influsso malefico. Anche in famiglia ci sono problemi: sua figlia Rosina si è innamorata di un giovane impiegato, che il commendatore ritiene non all'altezza della ragazza. All'improvviso, però, la fortuna sembra ricordarsi del commendator Savastano; in azienda arriva un giovane, Alberto Sammaria, gobbo, e con il suo arrivo gli affari cominciano di colpo ad andar bene. Anche la figlia del commendatore sembra aver ritrovato la serenità, il giovane di cui era perdutamente innamorata è diventato un lontano ricordo. Tutto sembra filare liscio, ma il diavolo ci mette lo zampino: Alberto Sammaria confessa al commendatore di essersi innamorato di Rosina, e per questo motivo è costretto a dare le dimissioni. Il commendatore è disperato, ma troverà una soluzione: convincerà sua figlia a sposare Sammaria. Dopo un iniziale resistenza, la ragazza si convince; ma un incubo sconvolge i sogni del commendatore: che i suoi nipotini ereditino il difetto fisico di Sammaria. Il matrimonio si celebra, ma il commendatore non riesce ad allontanare i suoi timori e comunica ai ragazzi la sua intenzione di invalidare le nozze; ma a questo punto scoprirà di essere stato raggirato: Sammaria non è altri che il giovane di cui Rosina era sempre stata innamorata e la gobba era solo un artificio per consentirgli di entrare nelle grazie del futuro suocero. Il commendatore cede all'amore dei due giovani, anche perché, pure se non è gobbo, Sammaria ha portato bene.

(Corriere di San Nicola)