Museo della Civiltà Contadina, tesoro culturale da valorizzare
Il sindaco Marotta, in conferenza stampa, ha annunciato ufficialmente l’entrata del Museo Comunale di San Nicola la Strada nel Sistema Museale “Terra di Lavoro”.
Legittima la sua soddisfazione per la sistemazione dell’area in cui la struttura è ospitata.
L’intenzione dell’amministrazione, molto ambiziosa, è ora di promuoverne concretamente la diffusione e la conoscenza.
Presentata l’iniziativa “Racconta la tua storia al tuo museo” organizzata congiuntamente da tutti i musei aderenti al Sistema.
Diciamo subito che bisogna esserne orgogliosi: il Museo della Civiltà Contadina di San Nicola la Strada fa parte del Sistema Museale “Terra di Lavoro”, associazione costituita nel 2009 tra i comuni di Caserta (capofila), Maddaloni, Piedimonte Matese, San Pietro Infine e Istituto Tecnico Statale “M. Buonarroti” Caserta, enti titolari di musei riconosciuti di interesse regionale ai sensi della LR 12/2005, alla quale il nostro comune ha aderito a far data dal recente luglio 2020.
Ma è d’obbligo tenere i piedi per terra. Il piccolo museo sannicolese non può assolutamente reggere, almeno per il momento, il confronto con i “colossi” che fanno parte del Sistema Museale: Museo di Arte Contemporanea, Istituzione Museo Civico, Museo Civico Raffaele Marrocco, Parco della Memoria Storica, Museo Michelangelo.
A spiegare cosa sia un “Sistema Museale”, attraverso la rete dei suoi musei e dei suoi poli espositivi, ci pensò la legge regionale 12/2005, che così definisce le sue finalità ed i suoi intendimenti:
-Promuovere azioni per documentare, ordinare e studiare, con particolare riferimento all'uso di strumenti multimediali ed informatici, i beni archeologici, storici, artistici, etnoantropologici, scientifici, paesaggistici e architettonici che si riferiscono alla storia e all'esperienza culturale del territorio di competenza e, in generale, alla Provincia di Caserta;
-Promuovere e pubblicare studi e ricerche nell'ambito dei beni culturali;
-Promuovere opportunità educative e percorsi didattici sui temi collegati con le raccolte museali presenti nel Sistema;
-Collaborare con altri istituti, enti e università nel campo della ricerca, della conoscenza e valorizzazione del patrimonio storico-artistico presente nel territorio di Terra di Lavoro;
-Promuovere ed attuare ogni utile iniziativa di carattere culturale, sociale, turistica ed economica, che rientri nelle finalità dei Musei in modo da favorire al massimo la fruizione e la conoscenza da parte dei cittadini, principalmente di quelli di Terra di Lavoro, e nel contempo favorire processi di sviluppo locale;
-Promuovere scambi, confronti e progetti, in sinergia con gli altri sistemi ed istituti museali della regione, nazionali ed internazionali;
-Migliorare ed ottimizzare i servizi dei Musei aderenti e promuovere azioni per elevare gli standard degli altri Musei con sede nella Provincia di Caserta rispetto alle indicazioni degli Ambiti VI (Gestione e cura delle collezioni), VII (Rapporti del museo con il pubblico e relativi servizi) e VIII (Rapporti con il territorio) di cui al D.M. del 10/05/2001, pubblicato sulla G.U. 19 ottobre 2001, n.244, S.O.;
-Offrire occasioni periodiche e permanenti di confronto sulle problematiche di scambio delle esperienze e di progettazione delle attività tra i Musei, nei diversi ambiti di professionalità (direttori, conservatori, addetti ai servizi educativi, addetti alla promozione etc.);
-Promuovere offerte formative nel campo dei Beni Culturali con particolare riferimento alla Provincia di Caserta.
Nulla di tutto questo riguarda ancora, e sottolineiamo ancora, il museo di San Nicola, che, istituito dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesco Nigro nel 1995 e poi abbandonato dalle amministrazioni successive, ha recentemente trovato la sua dimensione più giusta e la sua casa più adatta brillantemente rimodellata nei locali attigui al Salone Borbonico.
Spazio meritato, insomma, per una realtà a cavallo tra cultura e tradizione, dove l’amore per il passato della nostra città si può magicamente miscelare con l’inesorabile segno dei tempi.
E qui bisogna dare doverosamente atto all’amministrazione guidata da Vito Marotta per aver ridato un volto decoroso a questa piccola realtà dopo anni di indifferenza e di incuria.
E se il Museo Contadino dall’immagine di “deposito” di vecchi attrezzi in cui era precipitato per decenni oggi ha acquistato un vero e proprio volto di struttura museale, bisogna dire grazie anche al grandissimo lavoro, meglio dire capolavoro, svolto da due encomiabili volontari, valorosi artigiani della passione, esperti di bricolage e della lavorazione del legno.
Parliamo di Nicola Feola (uno che dell'arte legge lo spirito e che è anche maestro presepiale) e Nicola Gentile, ai quali va dato merito di aver rispolverato pezzi di inestimabile valore storico, donati o recuperati negli anni da vari cittadini, quasi incancreniti ed ora riportati al loro antico splendore.
Il Museo Comunale della Civiltà Contadina (il cui regolamento fu approvato con delibera di C.C.n.38/2008 del 23.9.2008 e che dal giugno 2012 ha assunto la nuova denominazione, scarsamente recepita, di "MAC -Museo di antropologia culturale di San Nicola la Strada”) è, insomma, entrato in rete.
L’ambizione dell'amministrazione, molto decisa, è ora di adoperarsi per farlo conoscere: l'obiettivo è che questa piccola realtà della cultura locale possa anch’essa esprimersi al pari dei giganti d’oltre confine.
Il messaggio che emerge dalla conferenza stampa tenuta (a norma di disposizioni anti-Covid) dal sindaco Vito Marotta con l’assessora alla cultura/politiche sociali/politiche europee Alessia Tiscione e con la presidente della terza commissione pubblica istruzione/attività culturali, sportive e tempo libero/problemi sociali e del lavoro Teresa Cicala, alla presenza di altri assessori e consiglieri comunali (tra i quali, cosa che prima non era quasi mai accaduta, anche un membro dell’opposizione, Tiziana De Chiara) è esattamente questo: il museo sannicolese, al di là delle ovvie restrizioni a causa del Covid, non deve essere più tenuto chiuso, ma deve rappresentare una casa di cultura aperta, un prezioso tesoretto culturale in cui siano custodite testimonianze della nostra storia passata, delle nostre tradizioni, di come lavoravano la terra i contadini, a disposizione di chi ama la cultura e capisce cosa possa significare ancora oggi il senso di appartenenza al nostro passato.
Cittadini, studenti, visitatori devono avere tutti gli strumenti necessari, a partire da quelli tecnologici, per venire a conoscenza di un patrimonio di reperti di cui mai la memoria abbia a disperdersi.
Per la cronaca, la conferenza stampa si è svolta nel Salone Borbonico giovedì 28 gennaio, giorno in cui tutti i musei del Sistema Museale Terra di Lavoro, consentendo presenze a norma delle disposizioni anti-Covid, hanno simbolicamente riaperto per qualche ora i battenti.
Nell’occasione, è stata anche descritta l’iniziativa, promossa da tutti i musei consociati, “Racconta la tua storia al tuo museo”, che si propone di invitare i cittadini a donare una loro storia al museo, rilasciandola anche in modo anonimo, in forma testuale o come audio-racconto. Tutte le storie saranno poi raccolte in digitale fino al 1 marzo (link sul sito web del Sistema Museale).
Il sindaco Marotta, oltre alla soddisfazione per essere riusciti ad entrare in un sistema museale riconosciuto ufficialmente dalla regione Campania, ha manifestato l'impegno di mettere prossimamente in atto tutte quelle iniziative di promozione indispensabili per il decollo del Museo della Civiltà Contadina di San Nicola la Strada. Una realtà probabilmente unica nel suo genere da queste parti, che attende di essere diffusa, di essere portata a conoscenza, di essere valorizzata nella giusta misura, sia con le azioni della pubblica amministrazione che con il contributo dei cittadini, delle scuole e anche delle associazioni.
Tutti bei propositi, non c’è dubbio, a corredo dei quali è d’obbligo accendere le nostre speranze di sannicolesi innamorati del patrimonio storico-culturale-tradizionale della nostra città.
Un po’ di storia.
Il “Museo della Civiltà Contadina” fu istituito l’8 ottobre del 1993, ai sensi della Legge Regionale n. 4/83, grazie all’interessamento dell’allora Sindaco Francesco Nigro, storico e raffinato cultore della storia e delle tradizioni di San Nicola la Strada.
Per allestire il “luogo delle memorie”, egli si appellò al buon cuore dei sannicolesi, a loro chiedendo di raccogliere testimonianze storiche della civiltà contadina e delle tradizioni passate.
In breve tempo furono recuperati oggetti conservati nei sottoscala, nelle soffitte nei cortili, come ad esempio le zappe, le carrucole di legno, mozzi di carri e reperti anche di grande rarità e curiosità.
Il Real Salone Borbonico non a caso fu scelto come sede del museo, in quanto all’interno si respirava un’atmosfera che riportava indietro nel tempo.
“Un passato che non deve essere dimenticato; le nostre origini devono essere ricordate ed il museo della civiltà contadina è un patrimonio storico da tutelare”: con queste parole, ogni volta che capita l’occasione, Francesco Nigro è solito testimoniare il suo amore per il passato.
Negli anni, purtroppo, lo stesso Salone Borbonico è stato trascurato e lasciato all’usura del tempo; di conseguenza, anche il tanto apprezzato museo comunale ha risentito di tale incuria.
Purtroppo le varie amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni poco hanno fatto per rinvigorire e dare lustro a questi luoghi ricchi di memoria.
Fino a che è sopraggiunto Vito Marotta, artefice di importanti azioni e decisioni volte a ridare al Museo la dignità e il decoro che gli spetta.
Nicola Ciaramella
© Corriere di San Nicola
La copertina dell’opuscolo che il sindaco Francesco Nigro pubblicò nel 1995, a cura dell’Assessorato alla Cultura e Partecipazione e della (ora, purtroppo, chiusa da tempo -ndr) Biblioteca Comunale G. Palomba, per annunciare la nascita del Museo Comunale di San Nicola la Strada. Senza la grande iniziativa di Nigro ci sarebbe, oggi, ben poco da celebrare al riguardo.
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