CENTOCINQUANTA
MA... NON LI DIMOSTRA
Quello che
svetta dai primi cinque mesi di Pascariello è la sua
ostinata ostentazione nel voler a tutti i costi moralizzare
una macchina comunale che, secondo noi, non necessita certo
di azioni censorie estemporanee ed unilaterali, ma piuttosto
di idee nuove e proposte a più largo raggio, che
coinvolgano cioè maggiormente tutti coloro che
intendono veramente guidarla o che sono veramente in grado
di farlo.
L'impressione
a pelle, confermata per altro (velatamente o meno) dai
politici del suo entourage e della cosiddetta minoranza,
è quella di un coinvolgimento solo apparente, quasi
formale (seppur accattivante), dei pur numerosi addetti ai
lavori, ridotti quasi al ruolo di comparsa nelle scelte
operative e strategiche dell' amministrazione.
A parte,
dunque, una frenetica attività nei settori dei lavori
pubblici e dell'urbanistica (ma guarda un po'!), non abbiamo
ancora avuto la fortuna di assistere a sconvolgenti
innovazioni o inversioni di tendenze in grado di stupirci.
Che si spendano alacremente i risparmi giocoforza
accantonati dalle ingenue formiche della passata legislatura
in opere tutto sommato poco produttive per la cittadinanza o
che si elargiscano con magnanimità concessioni
edilizie che alimentano e rafforzano un potere clientelare
ormai indiscutibile, conta solo relativamente. Abbiamo la
netta e poco edulcorata impressione che questi primi
centocinquanta giorni siano serviti al neo potentato per
lubrificare un meccanismo farraginoso e staticamente
avviluppato in una spirale di giochi politici che continuano
a perpetrarsi alle spalle di un elettorato che ha riposto in
Pascariello una fiducia smodata e che ora è tempo di
ripagare.
Notevole e
da rimarcare soprattutto l'impegno politico per
"confezionare" il nuovo regolamento sul difensore civico ed
il nuovo statuto comunale (settimo assessore in arrivo?),
che, si spera, non dovrà rappresentare l'occasione
offerta ai nuovi padroni della cosa pubblica di tenere fede
alle promesse elettorali.
E c'è
un grande fermento anche sul progetto "Appia Nord" (ma
riguarda un po'!), che produrrà notevoli vantaggi per
gli ultimi (o quasi) lottizzatori (i soliti noti?) e che
inguaierà ancora di più un territorio
già cementificato quasi fino all'inverosimile. Si
potrebbe obiettare che i munifici lottizzatori potrebbero
offrire su un vassoio di platino all'amm.ne la
possibilità di realizzare un nuovo edificio
scolastico (almeno così viene sbandierato ai quattro
venti), ma tutti (o quasi) sono consapevoli che il gioco non
vale certo la candela e che le infrastrutture "veramente"
indispensabili per la nostra città sono ben altre, a
cominciare dalle fognature insufficienti per i nuovi
insediamenti per finire al ripristino della rete idrica
ormai fatiscente in gran parte del territorio comunale e che
costa in manutenzione centinaia di milioni all'anno. Adesso
aspettiamo con impazienza le sorprese che usciranno dal
cilindro del mago per risolvere le annose questioni della
"zona 167" e dell' "area Michitto". Siamo certi che non
tarderanno, come siamo certi che ne vedremo delle belle
(chissà per chi?!?).
Ormai ci
troviamo di fronte ad un nuovo modo o "sistema" di
governare, un sistema che solo in relazione a determinati
settori pone il nostro umile Comune in una condizione di
parità con i grandi Comuni del centro-nord, ma con le
sostanziali differenze che tutti conoscono perfettamente e
che non stiamo qui ad elencare per non mortificare di
più (se è possibile) i nostri concittadini.
Delle
"azioni censorie" di cui ci si pregia di più ogni
giorno che passa sarebbe opportuno servirsene anche (ma
forse soprattutto) per "moralizzare" le scelte politiche che
incidono "seriamente" e sostanzialmente sulla
vivibilità del nostro territorio ( vedi i grandi temi
dell'ecologia, del verde, dei parcheggi, del traffico, della
sicurezza, della disoccupazione, del sociale, eccetera)
scesa ormai, in conseguenza dell' incapacità
accumulata nelle precedenti amministrazioni, ai livelli
più bassi che la storia più recente
ricordi.
Cinque mesi,
insomma- già troppi!- sono abbondantemente trascorsi
ed anche in fretta, ma non si può certo dire che
abbiano sinora mostrato segnali, seppur tenui, di quella
netta inversione di tendenza di cui San Nicola ha da tempo
tanto bisogno.
Nicola
Ciaramella
TORNA ALL'INDICE
Pagina
2 | Pagina
3
| Pagina
4
|