18 anni fa morì Felice D’Andrea
Fu politico tra i più importanti e stimati della storia di San Nicola la Strada, unanimemente ricordato per le sue eccezionali doti di amministratore.
Eletto la prima volta nel ’53, fu per cinque mandati in consiglio comunale rivestendo due volte, per un periodo di oltre undici anni, la carica di sindaco.
Esempio di fedeltà ideologica, fu sempre iscritto alla Democrazia Cristiana.
(ALL'INTERNO, IL RACCONTO DELLA SUA VITA -con notizie raccolte ed elaborate da Nicola Ciaramella e pubblicate dal Corriere di San Nicola- CORREDATO DA FOTO, DOCUMENTI E VIDEO ESCLUSIVI)
Il 5 agosto 1999 ci lasciò Felice D’Andrea, uno dei politici sannicolesi più titolati e stimati di tutti i tempi, personaggio simbolo della storia amministrativa locale, il cui nome è indissolubilmente legato alle vicende, ai fatti e ai provvedimenti di gestione pubblica che segnarono la rinascita (per certi versi praticamente la vera nascita) postbellica e l’avvio dello sviluppo del comune di San Nicola la Strada come entità territoriale e comunità civile.
Nato il 28 luglio 1923, Felice D’Andrea aveva manifestato sin dai primi anni dell’infanzia la sua passione per lo studio, costringendo i genitori contadini a duri sacrifici per permettergli di frequentare le scuole magistrali fino all’agognato diploma di maestro. Poi la chiamata alle armi, come tanti suoi giovani amici compaesani, la prigionia in terra albanese, dalla quale riuscì a sfuggire grazie anche all’aiuto offertogli da una famiglia del luogo, l’approdo a Bari con mezzi di fortuna, il ritorno nella sua San Nicola, l’impiego come personale civile nell’arsenale di Napoli e, a guerra conclusa, collocatore presso l’appena ricostituito comune di San Nicola la Strada.
Ma la tanto desiderata carriera didattica era ormai alle porte. Idee chiare nella testa, forte di una eccellente preparazione professionale e soprattutto animato dalla consapevolezza di una scelta decisa con determinazione sin dall’adolescenza, D’Andrea vinse brillantemente il concorso magistrale, in virtù del quale, a partire dai primi anni ’50 e per circa un ventennio, insegnò poi in vari istituti della provincia di Caserta, tra i quali, dove ancora ne vive e se ne attesta il ricordo della bravura e della dedizione creativa, quelli di Gricignano e di Riardo.
La vera svolta professionale avvenne agli inizi degli anni ’70, quando, superando lo specifico difficilissimo concorso, divenne direttore didattico iniziando a Foggia una luminosissima carriera che lo avrebbe poi portato, attraverso le esperienze maturate alla guida di importanti plessi come Casal di Principe, Aversa e Marcianise, a dirigere, raro esempio di profeta nella città natìa, il Primo Circolo di San Nicola la Strada. Qui, per gli unanimi riconoscimenti guadagnati sul campo grazie alla sua grande capacità organizzativa, divenne punto di riferimento della pubblica istruzione locale, assurgendo contestualmente, per non lasciarla più fino al giorno della pensione, alla carica di presidente provinciale dell’ENAM (Ente Nazionale Assistenza Maestri).
Fu così che nacque il "mito" del “professore D’Andrea”, un “maestro” delle elementari che dedicò tutta la sua vita alla scuola, mai trascurandola, mai mettendola da parte neanche per un attimo nonostante avesse scelto di dividerla con l’altra sua grande passione: la politica. Quella intesa come servizio volontario per la difesa della libertà e della democrazia; quella ispirata ai più severi codici deontologici dell’onestà intellettuale e di fatto.
Fu proprio su questo terreno che Felice D’Andrea esplose in tutta la sua enorme abilità, in tutta la sua sapienza, raccogliendo consensi soprattutto dai “nemici” dichiarati, cosa molto rara da queste parti, allora come oggi e come sempre sarà.
Interpretando e vivendo la politica come necessaria anticamera della “nobile arte della amministrazione della cosa pubblica”, Felice D’Andrea amava ripetere all’infinito -in tutti i suoi discorsi, durante i comizi ed anche nelle più informali occasioni di incontro- che il compito più difficile per un aspirante amministratore comunale, in quanto ne dovrebbe rappresentare lo sforzo maggiore per scongiurare danni alla comunità, è “mettere in fuga gli avventurieri e gli improvvisatori che vogliono salire le scale del Palazzo senza avere la sia pur minima cognizione della gestione della res publica, che spesso si tende a confondere con quella di una azienda privata, dimenticando che per una azienda privata la gestione è in proprio e per il proprio tornaconto, mentre la gestione della cosa pubblica è una gestione per conto dei cittadini e soltanto nell’interesse di questi”.
D’Andrea partecipò concretamente alla nascita della Democrazia Cristiana a livello sia locale che provinciale, ottenendo dal partito l’incarico di responsabile per gli enti locali negli anni ’50-’70, contribuendo e coordinando le strategie che condussero alle elezioni di prestigiosi presidenti come Falco, Solimene e De Michele.
Ma è indubbiamente a livello comunale che Felice D’Andrea ha scolpito il suo nome nella storia.
Sono stati ben undici gli anni e ventiquattro i giorni vissuti, con impegno, intelligenza e passione, alla guida del comune di San Nicola la Strada (il "record" gli valse, nel 2009, la nomination al Sannicolese d'Oro alla memoria, il Premio istituito dalle due testate giornalistiche sannicolesi, Corriere di San Nicola e Sabatononsolosport): cinque anni, otto mesi e cinque giorni tra il ’73 e il ’78 e cinque anni, quattro mesi e diciannove giorni tra l’83 e l’88, prendendo sempre come data di inizio il giorno della sua nomina ufficiale a primo cittadino. Solo Angelo Pascariello lo supera per longevità nella carica (un anno e ventuno giorni in più). Sono “sue” anche le due consiliature (la VII del ‘72 e la IX dell’82) più lunghe in assoluto della storia sannicolese.
Inoltre, egli ebbe a vivere praticamente da sindaco, oltre che da assessore alle finanze e vicesindaco, anche la legislatura del ’53-’58 guidata da Giovanni Gentile, costretto a risiedere a Roma a causa dell’alta carica rivestita in seno all’Avvocatura Generale dello Stato. E se poi ci mettiamo pure le cinque presenze complessivamente maturate in consiglio comunale (tutte come esponente DC e tutte sempre in maggioranza), che lo insediano tra i primissimi posti della graduatoria dei plurieletti di ogni tempo nel massimo consesso civico, abbiamo un quadro esatto e di per sé esaurientemente esplicativo del grandioso impegno di un uomo a favore della sua città. Un impegno cominciato da giovanissimo e condotto per mezzo secolo all’insegna della cultura della coerenza.
Il 31 ottobre del ’46, quando il nuovo stato repubblicano riconsegnò a San Nicola la Strada la sua autonomia comunale, Felice D’Andrea era già lì, sui banchi di scuola della nascente coscienza sociale e politica, pronto a studiare i metodi più adeguati ed efficienti per una realtà difficilissima da risollevare a tutti i costi. San Nicola era un centro agricolo di quasi seimila abitanti. Risorse finanziarie pubbliche non ce n’erano. Non c’era l’acqua corrente nelle case. I bagni erano nei cortili ed erano per tutti. Per chi intendeva partecipare alla vita pubblica erano anni difficili; le uniche cose su cui si poteva contare erano il proprio intuito e il proprio spirito organizzativo.
Nel ’53 l’esordio nei panni di consigliere comunale, braccio destro e anche sinistro del sindaco Giovanni Gentile, il quale ebbe poi a sostituire, come detto, per quasi l’intera legislatura.
Alla scadenza del mandato, siamo alla fine del ’58, D’Andrea sarebbe stato il naturale continuatore delle amministrazioni democristiane, vista soprattutto la sua già maturata esperienza come primo cittadino facente funzioni. Ad aspettarlo, invece, c’era la segreteria del partito. La chiamata che gli giunse dai vertici provinciali fu più forte di lui: D’Andrea optò per la carica che gli era più congeniale in quel momento, in virtù della quale, e per le doti di intuizione che gli erano state già ampiamente riconosciute, propose e sostenne, con successo, le successive elezioni a sindaco di Vincenzo Lanzante (quando questi, ovviamente, era ancora nella DC) e Giuseppe “Pinotto” Landolfi.
Nel ’66 il ”professore D’Andrea” rientrò prepotentemente nell’amministrazione attiva, risultando tra i sette eletti dello scudocrociato (che, con i sei consiglieri della lista "Spighe", sostennero il sindaco Giacomo Antonio Centore), anche se poi fu costretto a dimettersi per incompatibilità con la carica, all’epoca rivestita, di presidente del patronato scolastico (comunque preventivamente abbandonata in tempo utile per le consultazioni, ma non ancora consegnata nelle mani di un successore).
Di nuovo in prima fila nella consiliatura del ‘72, egli fu nominato per la prima volta sindaco alla guida di una coalizione composta, oltre che dalla DC, anche da repubblicani e socialdemocratici.
Dopo la parentesi dell’amministrazione Ursomando del '78, sciolta anticipatamente, Felice D’Andrea riprese i panni di sindaco nell’82, sostenuto da una maggioranza DC-PRI in seguito allargata anche al PSDI, per abdicare definitivamente nella primavera del 1988, al termine della più lunga amministrazione della storia sannicolese, costellata da una notevole progettualità, parte realizzata e parte trasferita ai posteri, in tema di strutture pubbliche e sociali. Va ricordato, al proposito, la rete fognante nella zona 167, la ristrutturazione delle piazze, il restauro della chiesa di S.Maria delle Grazie, la seconda villa comunale, il palazzo dello sport, ecc., che andavano a completare una serie di opere fondamentali per la vita della comunità sannicolese realizzate negli anni precedenti e che portano la sua inconfondibile matrice.
Di tutte, ne ricordiamo tre. Innanzitutto lo storico serbatoio idrico (la più imponente costruzione sul territorio comunale grazie ai suoi 30 metri di altezza) dalla capacità di 3.500 metri cubi messo in appalto dall' “amministrazione Gentile-D’Andrea” nel ’53 e realizzato nel 1958. La finalità dell’opera, invidiata a San Nicola la Strada da tutti i comuni di Terra di Lavoro, era di una importanza strategica: sopperire alle ormai sempre più insostenibili carenze d’acqua registrate in provincia. Purtroppo, la mastodontica cisterna non fu mai utilizzata dalle amministrazioni che seguirono, nonostante ulteriori interventi (nuove adduttrici ed aumenti della portata) fatti eseguire dallo stesso D’Andrea nel ’74 e poi anche nell’85. Nel duemiladue, come si sa, il serbatoio, ormai corroso dal tempo e non più utile per l’intervenuta realizzazione di appositi pozzi, è stato abbattuto.
Grandi opere sempre legate al nome di D’Andrea sono state anche la scuola elementare di Viale Europa (stessa datazione), realizzata in un periodo in cui tanti comuni della provincia più grandi di San Nicola non potevano altro permettersi che fittare i locali per l’insegnamento, nonché lo storico stadio comunale intitolato ad Andrea Clemente, che per le sue caratteristiche ha consentito addirittura a squadre calcistiche di serie A di giocarvi alcune partite.
Scuola e sport (chi non ne ricorda l’impegno di dirigente del circolo pugilistico?), cultura e svago, dovere e amicizia, crescita sociale e strutture aggregative, professionalità e lungimirante “fantasia”, sentimenti e passione: anche questo è stato Felice D’Andrea, amministratore carismatico, preparato, competente, vero, genuino, capace di trasmettere serenità e fiducia in ogni sua azione (non solo “amministrativa”) incentrata sull’affermazione di mète forse troppo pessimisticamente ritenute, dai più, difficili o addirittura impossibili.
Come l’incrollabile onestà che gli è sempre stata riconosciuta. E, per un amministratore della “polis”, questo è certamente il più bel fiore all’occhiello. La politica come vocazione da accogliere e coltivare per dedicare se stesso alla causa della collettività. Mai come opportunità da sfruttare o da trasmettere in eredità. I fatti, sia quelli del passato che del presente, gli danno ampiamente ragione.
Nella primavera del 1988, a pochi mesi dalle nuove elezioni comunali che si sarebbero svolte a fine maggio, Felice D’Andrea volle chiudere la sua brillantissima carriera politica ed amministrativa scrivendo una lettera ai sannicolesi, nella quale, facendo riferimento soprattutto all’ultimo laboriosissimo quindicennio della sua attività, egli ebbe modo di rivolgere il suo grazie a tutti i concittadini per aver “saputo attendere, comprendere e sopportare”.
“Mi allontano senza lasciare eredità personali di alcun genere”: nelle parole finali di questo suo messaggio c’è tutto il significato e la valenza di un impegno svolto per tre decenni e mezzo al servizio di una comunità che non cesserà mai di dimenticarlo.
Alla memoria di Felice D’Andrea è stata recentemente avanzata, dal consigliere comunale Russo Spena, la proposta, che il Corriere di San Nicola e il suo direttore condividono pienamente, di intitolare una strada della città.
Per un sannicolese -soprattutto se rigorosamente “doc”, come chi scrive- è un vanto essere stato “amministrato” da Felice D’Andrea: è questo certamente uno dei motivi più profondi ed inestirpabili per restare sempre più inscindibilmente attaccati alla propria terra, ai suoi valori, all’eternità della sua storia.
Nicola Ciaramella
©
(I dati biografici relativi a Felice D’Andrea, raccolti ed elaborati da Nicola Ciaramella per il Corriere di San Nicola nell’agosto del 2009, in occasione del decennale della scomparsa, sono stati integrati con ulteriori notizie. Si ribadisce che è espressamente vietato, ai sensi della legge sul copyright, riprodurre il materiale -articolo, foto e video- qui pubblicato)
Con la fascia tricolore
Davanti al vecchio municipio
Al Bocciodromo La Maddalena, 1974 (inaugurazione e premiazione dopo una gara)
In convegno elettorale
Alla cerimonia di posa della targa in marmo, donata dalla Proloco, riportante i sindaci di San Nicola la Strada (1987)
Momenti scolastici
Un documento esclusivo del Corriere di San Nicola: i sette fogli "protocollo", battuti a macchina, contenenti il programma di Felice D'Andrea, eletto sindaco nel 1982. Sono le prime “Dichiarazioni Programmatiche” enunciate da un neo eletto Primo Cittadino di San Nicola la Strada.
Nella primavera del 1988, a pochi mesi dalle nuove elezioni comunali che si sarebbero svolte a fine maggio, Felice D’Andrea volle chiudere la sua brillantissima carriera politica ed amministrativa scrivendo questa lettera ai sannicolesi -facendo riferimento soprattutto all’ultimo laboriosissimo quindicennio della sua attività- che ci onoriamo di conservare nel nostro archivio.
7 maggio 1988, Scuola Media Mazzini di Viale Italia: in occasione delle imminenti elezioni comunali, primo confronto pre-elettorale della storia di San Nicola la Strada (promosso dal periodico “Il Ponte”) con l’intervento, tra gli altri, del sindaco uscente Felice D’Andrea, il quale risponde ad una domanda di Nicola Ciaramella sui fenomeni che hanno modificato l’assetto e l’aspetto urbanistico di San Nicola la Strada e sui futuri possibili strumenti di pianificazione territoriale.
(cliccare sulla freccetta)
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(I dati biografici relativi a Felice D’Andrea, raccolti ed elaborati da Nicola Ciaramella per il Corriere di San Nicola nell’agosto del 2009, in occasione del decennale della scomparsa, sono stati integrati con ulteriori notizie. Si ribadisce che è espressamente vietato, ai sensi della legge sul copyright, riprodurre il materiale -articolo, foto e video- qui pubblicato)
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Fiero di averla narrata ed immortalata sin dal primo giorno sulle pagine del Corriere di San Nicola.
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L'
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composta da
Nicola Ciaramella
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(TUTTO sulla carriera del piccolo grande fenomeno del motociclismo casertano)
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