A tu per tu con Gaia Rayneri...
...e la consapevolezza che guarisce le ferite
-di Giovanna Angelino-
“Sai anch’io ho seguito un corso di Mindfulness. Risultato: Ho capito le cose che dovrei fare, solo che però non le faccio. Ho compreso anche cosa non dovrei fare, ma alla fine faccio sempre il contrario”.
E' così che è iniziata la conversazione tra me e Gaia Rayneri. Dopo un po’ di tempo incontriamo nuovamente una vecchia conoscenza del Corriere di San Nicola in occasione di una nuova sfida che la scrittrice si appresta ad iniziare.
(Vedi intervista per l’uscita di “Dipende da cosa intendi per cattivo” 2018).
A volte, basta riconoscere certi meccanismi umani che appartengono a tutti. Forse è il primo passo, ma credo sia meglio di quando non si ha affatto alcuna consapevolezza. Partendo da ciò, potrebbe arrivare un altro quesito a tormentarci: se comprendo che qualcosa non va, perché non dovrei attivarmi per cambiare?
È molto tempo che penso alla consapevolezza, a come possiamo migliorarci e migliorare il mondo che ci circonda. In realtà dal corso di Mindfulness che ho seguito, ho capito qualcosa, anche se a volte scherzo. Che il dolore non è fine a sé stesso, ad esempio. Non arriva solo per farci male, anzi. Bisogna avere il coraggio di attraversarlo, per conoscerlo, imparare come funziona; in fondo, rappresenta il cosiddetto squarcio o crepa da cui entra la luce. Basta soltanto abbandonarsi al flusso e attendere ciò che arriverà. Pilastro dell’accettazione.
Inoltre, il bombardamento di notizie di cronaca nera che filtrano da tv e giornali, lasciandoci senza parole, ci porta a pensare alla salute mentale, e a quanto l’attenzione su questo tema sia ancora poca. Colpa di una cultura distratta o anche di scelte politiche? Non è questa la sede in cui parlarne.
L’incontro con Gaia Rayneri forse non arriva per caso. Lei dopo anni di formazione e dopo aver sperimentato su sé stessa la “guarigione”, oggi lancia un corso on line che aiuta a scoprire i nostri superpoteri.
Prima di sottoporle alcune domande, vorrei chiarire alcuni punti della pratica meditativa e della Mindfuness per dovizia di particolari. La Mindfuness si fonda su alcuni principi o pilastri, individua stati mentali, trappole mentali e infine insegna come alcune pratiche possano indurre a vivere in modo più consapevole.
Ti sei avvicinata alla Mindfulness grazie a un tuo amico; quindi, un incontro casuale o avresti comunque intrapreso questo percorso? Oggi, se facessi un salto immaginario all’indietro atterrando nel pieno della tua “crisi”, cosa ritroveresti e/o cosa non ci sarebbe invece nella tua vita prima della meditazione?
<<Non credo che all’epoca avrei intrapreso questo tipo di percorso, senza il consiglio diretto di qualcuno: ero troppo razionale, troppo chiusa. Al tempo stesso, penso anche che si sia trattato di un appuntamento col destino… Se potessi tornare indietro, la mia vita sarebbe totalmente diversa: eppure, credo anche che le cose potessero solo andare così, avevo bisogno di capire ciò che non volevo, per vivere quello che volevo… Tutto è perfetto, ma una cosa vorrei poterla cambiare lo stesso: vorrei non essermi identificata così a lungo con i miei pensieri, e aver ascoltato molto di più il corpo e i suoi bisogni!>>
È giusto affermare che la Mindfulness è vita primordiale, vale a dire vita senza condizionamenti?
<<Credo che la Mindfulness possa insegnarci la capacità di osservare le cose come realmente sono. Spesso siamo pieni di condizionamenti, ma la potenza della presenza mentale sta nel fatto che al solo osservare, diventiamo un po’’ più liberi, giorno dopo giorno. >>
Riguardo al libro “Dipende cosa intendi per cattivo” mi ha colpito molto il fatto (modus operandi applicato anche con altri tuoi libri, penso soprattutto a Pulce non c’è) che per scriverlo hai vissuto un anno in un contesto dove sei stata a stretto contatto con persone che vivevano disagi mentali. Si può dire che il tuo percorso fino a qui sia iniziato proprio dopo la pubblicazione di quel testo?
<<Sì! In Dipende cosa intendi per cattivo ho mostrato il mio vecchio modo di vivere che si disgregava, mente quello nuovo germogliava tra le macerie. Grazie per averlo notato, mi sono sempre chiesta se qualcuno, oltre a me se ne fosse accorto!>>
Mi ricollego alla domanda di prima allora. Cosa rappresenta per te la scrittura? Ho capito che hai bisogno di sperimentare e vivere le cose prima di scriverle, poco ti interessa la teoria, ti focalizzi sulla pratica, o mi sbaglio?
<<Per me la scrittura è un bisogno atavico che nasce da dentro. È la mia forma di espressione, di creazione artistica: all’inizio seguivo soprattutto la bellezza, ma ora è sempre più forte la volontà di recapitare un messaggio. Scrivere è un privilegio, una responsabilità. Abbiamo la possibilità di creare mondi, ma come va intanto il mondo là fuori? Che cosa possiamo fare per migliorarlo, per portare consapevolezza? Come giustamente hai colto, la realtà vissuta mi aiuta molto, al tempo stesso adoro anche le storie di avventura e di fantasia: ora sto scrivendo anche per bambini, e lì mi sbizzarrisco con l’immaginazione.>>
Leggendo il mini-sito creato per il corso, mi sono imbattuta nella frase “Conosci te stesso”. Il senso di questa affermazione si avvicina di più al Conosci te stesso di Socrate, che desiderava rendere l’uomo più giusto e chiaro a sé stesso o alla lettura psicoanalitica che Erick Fromm fa nel suo libro “L’arte di ascoltare”?
<<È buffo perché è una frase che è stata attribuita a molti. Credo sia una di quelle regole di base della felicità che purtroppo non ci insegnano a scuola (o meglio, ce la insegnano, ma non ci spiegano come applicarla su noi stessi!)>>
Un’altra frase dal sito del corso mi ha colpito: Scopri una tribù di anime affini. Continuando a leggere, Non giudizio e Gentilezza amorevole, pilatri/pratiche che conosco, mentre il potere del cerchio mi manca. Ce ne parli? Sempre dalla tua esperienza?
<<Il potere del cerchio è il potere di guarigione che c’è nel lavoro collettivo e non gerarchico. I processi di guarigione di uno, per una legge non scritta della vita, fanno da specchio anche all’altro. In spagnolo si dice: “si sana una, sanamos todas”. Se una persona guarisce una ferita dolorosa (che magari ha a che fare anche con la società), guariamo tutti. Mostrarsi vulnerabili davanti agli altri, e portare alla luce delle ferite profonde insieme, permette un livello di vicinanza incredibile. Nella mia esperienza, sorge una sorta di fratellanza spontanea, che va al di là della quantità di tempo passata insieme.>>
Cosa possiamo fare contro la mancanza dilagante di consapevolezza? Mi spiego meglio. Spesso ci accorgiamo di visioni distorte, condivise magari anche da nutriti gruppi di persone, di condizionamenti latenti a catena. Alcuni atteggiamenti sbagliati passano per “normalità”, si tratta anche di piccoli indizi, che nella maggior parte dei casi molti ignorano.
<<Questo è proprio il motivo che mi ha spinto a creare questo corso. Credo che la cosa importante sia che quante più persone possibile ritrovino il proprio potere e comincino ad usarlo per creare attivamente qualcosa di nuovo. Parlo del potere della vulnerabilità, ovviamente, e dei talenti unici che abbiamo dentro. Le condizioni attuali del mondo da un lato sono preoccupanti, ma abbiamo il nostro potere di azione, e non dobbiamo farci schiacciare dal pessimismo. È importante però che portiamo, ogni volta che possiamo, la luce che abbiamo dentro: quella della nostra autenticità e della nostra gentilezza, e del nostro vero potere creativo.>>
Lasciami ostentare un po’ di saggezza acquisita dal mio corso base e che trasuda dall’attestato di “facilitatore in Mindfulness” debitamente incorniciato e appeso al muro e che mi trasmette serenità solo a sapere che è là. Non giudizio - Pazienza - Mente del Principiante - Fiducia - Accettazione - Non cercare risultati - Lasciare andare: per i non addetti ai lavori, sono i sette pilastri della Mindfulness. Sarebbe bello praticarli tutti allo stesso modo, ma secondo il tuo giudizio qual è il più importante e quale non sempre può essere applicato alla vita reale e alle relazioni con gli altri e/o che bisogna un po’ adeguarlo alle circostanze?
<<Per me il più difficile da applicare nella vita reale è il non-giudizio, perché a volte rischia di essere confuso con il “non-discernimento”, che sarebbe deleterio. A volte abbiamo bisogno di vedere che delle cose non sono adatte per noi, o ci farebbero male, ma è difficile dis-allenare la mente dal dire “questo è brutto, questo è cattivo”.>>
Parlaci del corso che inizierà il 10 dicembre prossimo. Sei diventata insegnante di meditazione e coach di manifestazione; brevemente quanto è durato e come è stato il percorso che ti ha permesso di formarti a queste discipline?
<<È un viaggio di trasformazione online in dieci settimane, in cui ho deciso di mettere a disposizione tutto quello che ho imparato sulla felicità. Si chiama, giocosamente, “Scuola di Spiritualità per supereroi”; ecco il sito del corso: https://gaiarayneri.carrd.co/
Il mio percorso di apprendistato spirituale dura ormai da anni, in parallelo alla mia vita da scrittrice. Paradossalmente, è iniziato proprio grazie al dolore e alle ferite: mi sono trovata nella condizione di dover lavorare su di me per forza, e da lì è partito tutto. Ho cominciato a partecipare a diversi ritiri, con Maria del Mar che è stata la mia maestra in Spagna, poi ho cominciato a meditare con Tiziano Furlanetto, Niccolò Gorgoni e Nicoletta Cinotti.
La mia principale insegnante di meditazione è stata la pratica stessa, che svolgo da ormai quasi otto anni per una o due ore al giorno. Siccome ci tenevo ad avere il “pezzo di carta”, ho fatto un corso per istruttori in India, ma la mia conoscenza viene molto anche dall’esperienza, dalle letture e dal mio modo di vivere. La manifestazione invece l’ho studiata con Laura Moreno, leader mondiale di Mujeres que despiertan, e ho approfondito il tema dell’abbondanza con Tania Karam, Sajeeva Hurtado e Karla Álvarez, tutte figure molto note nel mondo ispanico.
La manifestazione è una tecnica particolare di visualizzazione e riprogrammazione dell’inconscio, che per me coincide con la capacità di prepararci per fare sì che i nostri sogni più alti si avverino. La vita non vede l’ora di esaudire i nostri sogni (anche perché è sempre lei a darceli), solo che spesso siamo noi a convincerci che non è possibile! E poi ci lamentiamo se viviamo vite che non ci piacciono. Con questo corso, oltre che far ritrovare maggior benessere attraverso la meditazione, voglio accompagnare le persone verso i loro sogni, e aiutarle a capire che si possono realizzare.>>
Ultima domanda. Esistono molti libri e corsi che promettono la felicità. Spiegaci cosa ha di diverso il tuo corso, il suo valore aggiunto e cosa deve aspettarsi chi deciderà di frequentarlo? Le lezioni saranno interattive? Se potessi darci qualche anticipazione sarebbe interessante.
<<Il valore aggiunto del mio corso è che ho attraversato in prima persona le cose di cui parlo, ho trovato la via d’uscita da sola, malgrado le mie condizioni di partenza sembrassero molto sfavorevoli. A questo si aggiunge che lavoreremo fin da subito sui condizionamenti inconsci che riguardano l’abbondanza. Quando ho cominciato a lavorare su di me, pensavo di doverlo fare perché non riuscivo a stare bene. Oggi voglio che le persone che accompagno possano farlo (anche) per vivere più prosperità, e per poter manifestare qui sulla terra i loro sogni: credo fermamente che ognuno di noi abbia dentro un sogno unico e insostituibile che può cambiare il mondo, e ora che sto vivendo il mio voglio aiutare le altre persone a tirarlo fuori!>>
Ci ha fatto bene parlare con Gaia; panacea per noi che inseguiamo la teoria, che traballiamo ma non molliamo alla ricerca della felicità, che sperimentiamo l’esatto opposto dei propositi, per noi che iniziamo la dieta dopo Natale o lunedì.
Quest’intervista è stata interessante, illuminante, ricca di spunti, almeno per quanto mi riguarda. Ci lascia felici, e anche lieti di aver offerto, ancora una volta attraverso il Corriere di San Nicola, un “servizio” di qualità, un punto di vista, un pretesto per pensare a temi tanto importanti (il che non fa mai male!). Grazie Gaia per averci mostrato che il mondo può guarire dalle sue ferite e diventare il luogo dove gli esseri umani possano vivere liberi e felici. In bocca al lupo e arrivederci alla tua prossima avventura!
Giovanna Angelino
©Corriere di San Nicola
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