Frodi Agroalimentari: Campania sul podio degli illeciti
Il Report 2020: tanti i sequestri nel settore vinicolo. A tenere buona compagnia alla nostra regione anche Umbria e Lombardia.
Vincenzo Pepe (Fareambiente): "Nemmeno il lockdown ha fermato i fraud food maker"
Anche quest'anno l'associazione ambientalista Fareambiente in collaborazione con le forze di polizia, il Rac, Nas e Gdf ha stilato il rapporto dell'ultimo anno sulle frodi agroalimentari. "Nemmeno il lockdown ha fermato il mercato delle frodi agroalimentari - dichiara il presidente dell'associazione ambientalista Fareambiente. Dagli illeciti agroalimentari possiamo e dobbiamo difenderci leggendo le etichette, chiedendo ai ristoranti la provenienza dei prodotti e prestando attenzione agli acquisti online, senza lasciarsi abbindolare dai prezzi", Il Rapporto sulle frodi agroalimentari in Italia 2020 ha analizzato non solo i danni che ha subito l’economia nazionale a causa degli “agrofurbi”, ma anche delle forti ripercussioni che il sistema Italia ha subito a causa del Covid, anche in termini di acquisti:
- · il 65% delle persone oggetto dell’indagine hanno dichiarato di aver paura di quello che acquistavano;
- · l’86% ha affermato di preferire prodotti imbustati ( con buona pace dell’eliminazione della plastica) a causa di potenziali contaminazioni di cibo;
- · il 63% ha preferito acquistare presso piccoli negozi o banchi frutta e/o pesce
- · l'86% ha lamentato un incremento dei prezzi, di questi circa il 49% ha mostrato paura che questo incremento si protraesse per il futuro.
Nel 2019 l’Ispettorato ha operato 3.276 interventi all’estero e sul web, compresi gli interventi sulle tre più grandi piattaforme web del mondo: Alibaba, Ebay e Amazon. L’Icqrf ha avviato procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni che hanno riguardato 513 casi: 254 prodotti in vendita sul market place e-Bay, 65 quelli su Amazon e 21 su Alibaba; 17 casi hanno riguardato prodotti agroalimentari e 156 prodotti vitivinicoli in vendita sul web e in locali pubblici. Nel periodo febbraio/maggio 2020, il momento critico per l’Italia e il Mondo a causa della Pandemia, il mercato del falso e della contraffazione non ha subito nessuna battuta d’arresto. Le forze di polizia hanno sequestrato e trovato prodotti non conformi fra cui: circa 3,3 milioni di cosce di prosciutto marchiate; 8 milioni di vaschette di prosciutto; 3,9 milioni di forme di formaggio marchiate e 13,7 milioni di kg di formaggio grattugiato; circa 2,6 milione di litri di olio DO/IG; circa 26 milioni di Aceto balsamico di Modena; 1,1 milioni di kg di riso, 7,7 milioni di kg di ortofrutta a DO/IG, 6,7 milioni di kg di Pasta. Nel settore vitivinicolo, nel quadrimestre febbraio-maggio, quindi in piena pandemia, sono stati certificati 5,8 milioni di ettolitri di vino di qualità, l’equivalente di oltre 773 milioni di bottiglie! Oltre il 70% del vino è stato certificato nelle regioni del Nord; Sud e Isole hanno certificato complessivamente meno del 12% del vino italiano. Il Prosecco, nelle sue tre denominazioni, è stato il vino più certificato: 1,2 milioni di ettolitri, l’equivalente di circa 160 milioni di bottiglie. egli ultimi sei mesi del 2019, sono stati quasi 8.000 i depositi di marchi italiani all’estero; in particolare vengono tutelati soprattutto prodotti come caffè, tè, pane, pasta, gelati, miele (con oltre 2.000 marchi depositati) ; a seguire ci sono prodotti come carne, pesce, olio, uova e latticini (con 1.791 marchi pari al +5,5% rispetto allo stesso periodo del 2018) ed infine anche le bevande alcoliche (con 1.681 marchi pari a +3,4%). Anche nei mercati stranieri sono stati oltre 100 miliardi di euro contro 42, a vantaggio dell’italian sounding, che negli ultimi dieci anni è cresciuto senza battute d’arresto, con percentuali preoccupanti (70%) e sottraendo all’agroalimentare italiano 300mila posti di lavoro stimati. Secondo il RaC (reparto anticontraffazione carabinieri) regione leader per gli illeciti agroalimentari nel 2019 è stata l'Umbria con un valore 1.508.400,00 euro. Le violazioni accertate sono state rilevate di tipo amministrative nel settore oleario (6) e cerealicolo (2 amministrative 2 penali). La seconda regione sul podio dell'illegalità per illeciti agroalimentari risulta essere l’Emilia Romagna con 1.263.081,88 euro e 65.405,99 kg, i maggiori illeciti sono stati rinvenuti nel settore conserviero ( 626.592 euro) seguito dal lattiero caseario ( 225.000 euro e 30.550 kg), ortofrutta ( 176.550 euro). Diversa la situazione dalla terza regione più “fraud food”, la Campania. Nella quale sono è stato evidenziato un maggior numero di kg di prodotti sequestrati (2.736.154,50) ) e un minor valore dei prodotti oggetto di sequestro ( 1.088.665,00 euro). Il primo semestre del 2020, anche se l’Italia è stata chiusa a causa del lockdown questo non ha fermato i fraud food maker. Al primo posto si classifica la Lombardia ( perché l’illegalità non ha confini) con un valore di 791.710,00 euro e 77.346,45 kg nell'agro pirateria, elevati gli illeciti anche nelle frodi comunitarie per 509.000,00 euro. Secondo i dati del 2019 della Guardia di Finanza il comparto maggiormente soggetto a illeciti è stato quello dei mosti e uve parzialmente fermentati 679.747 kq, seguito dai vini (454.051 litri), dai prodotti alimentari (20.703 kg), dai legumi (19.910 kq) e prodotti di pasticceria ( 17459 kg). In totale i kq sequestrati sono stati 784.919 kq di merce e 462.819 litri . Il settore in cui i il valore dei sequestri è stato più elevato è risultato essere quello delle carni e allevamenti ( 21.596.157 euro). Le sanzioni amministrative sono state più di 19.000, il settore dove sono state maggiormente elevato è stato quello della ristorazione con circa 10mila; quelle penali sono state circa 3000 e anche qui il settore dove sono state elevate è stato quello della ristorazione. L’attività di controllo ha riguardato in maniera massiccia il canale e-commerce, visto l’incremento delle vendite online determinato anche dal rispetto delle misure di contenimento del virus COVID-19. ICQRF, inoltre, ha aderito al piano coordinato di controllo sulle vendite e sulla pubblicità “on line” di prodotti alimentari con riferimenti ingannevoli al COVID-19 a livello europeo e ha disposto, dalla metà di aprile, l’avvio di un’attività di controllo specifica, che va ad integrarsi con le attività di verifica sul commercio elettronico già programmate per l’anno in corso. Le notifiche pervenute nel 2019 attraverso il RASFF sono state 4000, a fronte delle 3.622 segnalazioni del 2018 e rappresentano il picco più elevato raggiunto negli ultimi vent’anni. Delle 4000 notifiche pervenute: 3506 hanno riguardato l’alimentazione umana (3622 nel 2018); 322 l’alimentazione animale (313 nel 2018); 172 i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti - MOCA (138 nel 2018).
COMUNICATO STAMPA
Ufficio stampa
Erika Letizia Anna Ciancio
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©Corriere di San Nicola
sintesi
RAPPORTO SULLE FRODI AGROALIMENTARI IN ITALIA
2020
INTRODUZIONE
Il rapporto sulle frodi ha lo scorso anno celebrato il suo primo decennio e mai avremmo immaginato che questa nuova decade dovesse essere inaugurata con degli eventi così catastrofici, tra le altre cose ingenerate dall’uso di cibo.
Il covid 2019, almeno in base a quanto confermano gli studi è stato causato dal consumo di cibo nei wet market “mercati bagnati” e/o “mercato umido“. In questi mercati si trovano animali vivi di ogni specie e tipo, compresa la fauna selvatica e/o gli animali di cui è vietata la caccia e, conseguentemente, la vendita, stipati in piccole gabbie, dove gli animali vengono uccisi e macellati sul posto.
E’ in questi mercati, quindi, vengono meno tutte le regole igieniche sanitarie, questo permette ai virus endemici di ogni specie animale, in spazi così ristretti, di avere maggiore possibilità di fare il “salto di specie” e, arrivando all’uomo, scatenare di fatto epidemie potenzialmente letali.
La Pandemia Covid_19 ha permesso quindi, di comprendere come il cibo possa rappresentare il vero strumento per poter vivere bene
Un corretto regime alimentare è alla base di una vita in salute Il legame tra cibo e salute ha sempre rappresentato per la longevità: già Ippocrate nel 400 A.C. diceva “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo” e, avvicinandoci alla nostra epoca, possiamo citare Feuerbach, filosofo del XVIII secolo, con la sua famosa frase “L’uomo è ciò che mangia” e lo scrittore Oscar Wilde, che diceva “Quando si intende condurre una vita nuova occorrono pasti regolari e sani”.
Il Rapporto sulle frodi agroalimentari in Italia 2020 ha analizzato non solo i danni che ha subito l’economia nazionale a causa degli “agrofurbi” ma anche delle forti ripercussioni che il sistema Italia ha subito a causa del Covid, anche in termini di acquisti.
In base ai dati del questionario somministrato ad un panel di circa 2500 persone dislocate su tutto il territorio nazionale ( inviato per mail e/o sui social) :
il 65% delle persone oggetto dell’indagine hanno dichiarato di aver paura di quello che acquistavano
l’86% ha affermato di preferire prodotti imbustati ( con buona pace dell’eliminazione della plastica) a causa di potenziali contaminazioni di cibo
solo in realtà più rurali si è preferito acquistare presso piccoli negozi o banchi frutta e/o pesce ( 63%) dove la paura era bilanciata dalla fiducia
il 86% ha lamentato un incremento dei prezzi, di questi circa il 49% ha mostrato paura che questo incremento si protraesse per il futuro.
Il Made in Italy nel settore agroalimentare: pre e post Covid 2019
L’agroalimentare ha sempre rappresentato uno delle punte di diamante dell’economia nazionale non solo nel mercato interno ma anche nell'export.
Il 2020 così come nel resto del mondo il comparto food and beverage ha subito una battuta d’arresto soprattutto nell’export. Nello specifico dell'Italia, le prime criticità si erano già evidenziate a fine Dicembre nel momento in cui il coronavirus era apparso a Wuhan e successivamente nella Repubblica Popolare cinese. D’altro canto il mercato interno ha retto bene anche al lockdown.
Per comprendere appieno cosa sia accaduto nel mercato è necessario analizzare i dati sull’export. Come è stato evidenziato precedentemente il settore alimentare rappresenta uno dei punti di forza del made in Italy, nel 2018 si sono contate esportazioni al record circa 42 miliardi di euro (contro le 41 del 2017) e ad una previsione di crescita di oltre il 2% nel 2019. Il fatturato del comparto alimentare nell’industria italiana ha toccato un fatturato superiore ai 137 miliardi di Euro nel 2017 (pari all’8% del Pil) e 385.000 addetti impegnati in oltre 6.800 imprese. Il fatturato 2018 dell'industria alimentare ha raggiunto i 140 miliardi di euro, con una crescita del 2% del 2017.
L’alimentare Italiano vede operare 56.750 imprese, con 385.000 addetti, per un fatturato totale di 140 miliardi di euro. Queste aziende sono, per il 98%, micro o piccole; quelle con oltre 9 dipendenti sono infatti 6.850; 14 fatturano più di un miliardo di euro e 32 superano i 500 milioni. Le principali imprese, che si possono definire leader sono circa 230 e detengono un volume d’affari di oltre 50 milioni di euro che negli ultimi quattro anni è aumentato dell’11,6% e il margine operativo netto del 7,4%, a fronte di debiti finanziari cresciuti egualmente del 7,4% e dipendenti del 4,2%.
Un ulteriore dato interessante è constatare come il 23% delle imprese medio grandi sono localizzate nel Mezzogiorno e negli ultimi tre anni il fatturato dell'industria alimentare è cresciuto di più nelle imprese meridionali (+5,4%) che in quelle del Centro-Nord (+4,4%).
Per quanto concerne le esportazioni, queste hanno registrato una crescita del 3,1% nel primo semestre del 2018 mentre l’aumento dei consumi sul mercato interno (+0,9%) è molto più lento. In crescita anche la produzione, portandosi al +3,2% nel 2017 seguita da un +1,9% nel primo semestre del 2018.
I più importanti mercati di sbocco per il nostro Paese sono ricadenti nell’Unione europea ( circa al 66% il valore complessivo dei prodotti agroalimentari esportati dall’Italia, secondo gli ultimi dati Ismea), dove le principali destinazioni sono rappresentate da Germania, Francia e Regno Unito.
Gli Stati Uniti sono ancora oggi il primo mercato di destinazione tra i paesi terzi, nonostante il settore si mantenga molto solido con una previsione di crescita del 2,2% nel 2019, la forte concorrenza in tutti i principali segmenti determinerà come effetto negativo una flessione sui margini di profitto delle imprese nel 2019. Il trend positivo si è protratto per tutto il 2019 e i primi mesi del 2020. Il settore dell’olio è quello che ha registrato la principale “battuta di arresto”.
I prodotti che hanno mostrato le migliori performance sono stati quelli che possono essere inseriti nel pannel della Dieta Mediterranea. Il vino ha aggiornato un record di vendite all’estero raggiungendo i 6,43 miliardi con un nuovo progresso del 3,2%. E’ stato superato il volume dei 22 milioni di ettolitri (+10%). Tale successo è da attribuire ai vini da tavola (esportati 4,9 milioni di ettolitri, +18%), gli spumanti (+8%), i vini Dop imbottigliati (+9% in valore). Mentre il settore lattiero caseario ha superato un fatturato estero di 3 miliardi. Il valore delle vendite all’estero è stato di 3,13 miliardi con una crescita del 11,2%. Molto positivo anche il risultato della pasta (2,6 miliardi, +7,2%) e del settore dei prodotti da forno (panetteria, biscotteria e pasticceria) che ha raggiunto un giro d’affari oltrefrontiera di 2,33 miliardi (+11,7%). Ottimi risultati lo hanno ottenute anche le conserve di pomodoro (1,66 miliardi, +5,5%) i salumi, (per 1,5 miliardi, +1,6%).
Nel 2019 si confermano la Germania (con acquisti per 7,2 miliardi, +0,8%), seguita dalla Francia (4,9 miliardi, +4%) le principali nazioni che acquistano made in Italy. Al terzo posto gli Usa (4,6 miliardi, +11,2%) che precedono il Regno Unito (3,4 miliardi +0,7%). Tra i nuovi mercati di sbocco si trova il Giappone (diventato quinto mercato con 1,8 miliardi e un balzo del 65% negli acquisti anche grazie al recente accordo di libero scambi con la Ue). In significativo recupero anche la Russia (591 milioni, +5,8%) e la Cina (476 milioni, +8,6%).
L’impatto della pandemia del Covid-19 sul commercio estero italiano è stato reso noto grazie ai dati dell’istat che ha mostrato come l’export sia diminuito del 13,5% in valore rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Nell’export a marzo si è raggiunti una riduzione pari a -23,1% rispetto a marzo 2019. A marzo la diminuzione dell’export italiano è stata particolarmente accentuata per gli autoveicoli (-40,7% rispetto a marzo 2019), gli articoli in pelle e cuoio (-32,2%), l’abbigliamento (-26,6%), i mobili (-25,3%) e per la voce macchine e apparecchi (-21,1%). ’export farmaceutico italiano è aumentato di un altro sorprendente 32,5% mentre l’alimentare-bevande è cresciuto del 13,5%. Complessivamente, nel primo trimestre 2020 il nostro export farmaceutico è aumentato del 24,1% e quello di alimentari e bevande del 12,3%. Nel primo trimestre del 2020 l’export del food made in italy si è tradotto in un -1,9% , mentre l’export tedesco è caduto del 3,2%, quello spagnolo del 4,3% e quello francese del 7,8%.
Il volume d’affari dell’Italian Sounding è di 90 miliardi di euro a livello globale, valore che negli ultimi dieci anni è cresciuto del 70%
L’Italia figura al 1°posto come origine di prodotti alimentari esteri più ricercati. Ogni anno 1,2 miliardi di persone nel mondo comprano un prodotto italiano e di questi ben 720 milioni sono consumatori fidelizzati. NEL 2019, IL PARMESAN HA VENDUTO NEGLI STATI UNITI 900MILA TONNELLATE DI PRODOTTO, CONTRO LE 150MILA DI PARMIGIANO REGGIANO il Parmigiano Reggiano; negli Stati Uniti, nel 2019, sono state vendute 150mila tonnellate di prodotto, contro le 900 mila di Parmesan (gli USA ne producono 190 milioni di chili ogni anno, mentre il Pecorino senza latte di pecora vanta 25 milioni di chili prodotti), che all’originale italiano fa il verso. Per quel che riguarda i salumi, invece, fanno le spese dei dazi al 25% principalmente salami e mortadella esportati dall’Italia, rimpiazzati da prodotti locali a prezzo più contenuto. Molto fanno i prezzi il Parmigiano Reggiano si trovano sugli scaffali a 50/60 dollari al chilo, mentre il Parmesan a 10 dollari al chilo
Nei mercati extra UE non esistono delle norme a tutela dei marchi tipici dei prodotti eno-gastronomici dei paesi esteri. Ad esempio, in USA non c’è differenza tra olio di oliva ed olio extravergine. Una forte polverizzazione del tessuto imprenditoriale italiano del comparto agroalimentare, composto per oltre il 95% da PMI, un limitato orientamento all’export e una logistica poco sviluppata che disporre di poche piattaforme distributive all’estero, sono elementi che rappresentano un freno al valore potenziale dell’export enogastronomico che nel 2017 ha superato i 40 miliardi di euro.
Nel 2019, comunque, l’Ispettorato ha operato 3.276 interventi all’estero e sul web, compresi gli interventi sulle tre più grandi piattaforme web del mondo: Alibaba, Ebay e Amazon. L’Icqrf ha avviato procedure di contrasto a usurpazioni ed evocazioni che hanno riguardato 513 casi: 254 prodotti in vendita sul market place e-Bay, 65 quelli su Amazon e 21 su Alibaba; 17 casi hanno riguardato prodotti agroalimentari e 156 prodotti vitivinicoli in vendita sul web e in locali pubblici.
Le nuove forme di italian sounding oltre ai prodotti agroalimentari ai piatt tipici è il caso dei nomi dei locali storici. Ad esempio in Corea sono stati aperti locali che richiamano alcune eccellenze italiane tra cui “pasticceria Giorgio”, uguale in tutto e per tutto, tranne per la qualità dei prodotti, a uno storico esercizio fiorentino. Stessa cosa è accaduta con il ristorante “Il Santo bevitore”, il cui marchio è stato copiato da Tokyo a New York per ben 5 volte.
Gli illeciti agroalimentari post Covid 19
Nel periodo febbraio/maggio 2020, il momento critico per l’Italia e il Mondo a causa della Pandemia, il mercato del falso e della contraffazione non ha subito nessuna battuta d’arresto. Sono state moltissime le operazioni a tutela della salute e del portafoglio degli italiani, le forze di polizia hanno sequestrato e trovato prodotti non conformi fra cui circa 3,3 milioni di cosce di prosciutto marchiate; 8 milioni di vaschette di prosciutto; 3,9 milioni di forme di formaggio marchiate e 13,7 milioni di kg di formaggio grattugiato; circa 2,6 milione di litri di olio DO/IG; circa 26 milioni di Aceto balsamico di Modena; 1,1 milioni di kg di riso, 7,7 milioni di kg di ortofrutta a DO/IG, 6,7 milioni di kg di Pasta. Nel settore vitivinicolo, nel quadrimestre febbraio-maggio, quindi in piena pandemia, sono stati certificati 5,8 milioni di ettolitri di vino di qualità, l’equivalente di oltre 773 milioni di bottiglie! Oltre il 70% del vino è stato certificato nelle regioni del Nord; Sud e Isole hanno certificato complessivamente meno del 12% del vino italiano. Il Prosecco, nelle sue tre denominazioni, è stato il vino più certificato: 1,2 milioni di ettolitri, l’equivalente di circa 160 milioni di bottiglie. egli ultimi sei mesi del 2019, sono stati quasi 8.000 i depositi di marchi italiani all’estero; in particolare vengono tutelati soprattutto prodotti come caffè, tè, pane, pasta, gelati, miele (con oltre 2.000 marchi depositati) ; a seguire ci sono prodotti come carne, pesce, olio, uova e latticini (con 1.791 marchi pari al +5,5% rispetto allo stesso periodo del 2018) ed infine anche le bevande alcoliche (con 1.681 marchi pari a +3,4%).
Anche nei mercati stranieri non è andato meglio sono stati oltre 100 miliardi di euro contro 42, a vantaggio dell’italian sounding, che negli ultimi dieci anni è cresciuto senza battute d’arresto, con percentuali preoccupanti (70%) e sottraendo all’agroalimentare italiano 300mila posti di lavoro stimati.
Durante il lock down le forze di polizia hanno scoperto tra i tanti il Grappagner” falsa grappa prodotta in Germania, con le vinacce usate per lo champagne. Castagner e Grappagner
I Dati del 2019 secondo il RaC ( reparto anticontraffazione carabinieri )
Regione Leader per gli illeciti agroalimentari nel 2019 i Italia è stata per il valore dei prodotti sequestrati è stata la Regione Umbria con un valore 1.508.400,00 euro. Gli illeciti sono stati riscontrati nella sezione agropirateria e soprattutto nel settore cerealicolo.Altro dato interessante è il quantitativo di prodotto sequestrato “solo” 426.240,00 kg.
Le violazioni accertate sono state rilevate di tipo amministrative nel settore oleario (6) e cerealicolo ( 2 amministrative 2 penali).
La seconda regione sul podio dell'illegalità per illeciti agroalimentari risulta essere l’ Emilia Romagna con 1.263.081,88 euro e 65.405,99 kg, i maggiori illeciti sono stati rinvenuti nel settore conserviero ( 626.592 euro) seguito dal lattiero caseario ( 225.000 euro e 30.550 kg), ortofrutta ( 176.550 euro).Sono state 16 le persone segnalate in stato di libertà.
Diversa la situazione dalla terza regione più “fraud food”, la Campania. Nella quale sono è stato evidenziato un maggior numero di kg di prodotti sequestrati (2.736.154,50) ) e un minor valore dei prodotti oggetto di sequestro ( 1.088.665,00 euro), quindi prodotti di minor valore da quelli dell’Umbria e della Emilia ( in quest’ultima i kg sequestrati sono stati poco più di 65 mila) D’altro canto, anche in Campania è nel l'agropirateria che si sono sostanziate maggiori illeciti, seguito dalle frodi UE.
In Campania sono state maggiori le persone deferite alle forze dell’ordine(18), mentre le violazioni accertate penali sono state 19 (5 nel settore lattiero caseario e 10 altri settori), e quelle amministrative 118 ( 15 settore oleario, 12 vitivinicolo, 11 per ittico e ortofrutta, etc)
In Totale nel 2019 sono state deferito in stato di libertà 305 persone, violazioni amministrative accertare 586 e 277 penali. Nell’agropirateria il valore dei prodotti sequestrati è stato di 5.436.875 e 5.616.427 kq prodotti, nel comparto frodi Ue il valore dei beni immobili, conti etc è stato di 1281.442. Le imprese agricolo controllate sono state 1754.
Nel primo semestre del 2020
Il primo semestre del 2020, anche se l’Italia è stata chiusa a causa del lockdown questo non ha fermato i fraud food maker, i dati evidenziano come il valore degli illeciti da “agropirateria” sono stati 1.535.751 euro per 99.769 kg di prodotti sequestrati. Per le frodi Ue il valore è di 462039 euro e ben 2634.627 aiuti indebitamente percepiti. Sono state inoltre controllate 550 aziende agricole e segnalate in stato di libertà 108 persone e 102 violazioni amministrative accertate e 117 penali
Diversa è la situazione delle regioni più illegali. Al primo posto si classifica la Lombardia ( perché l’illegalità non ha confini) con un valore di 791.710,00 euro e 77.346,45 kg nell'agro pirateria , elevati gli illeciti anche nelle frodi comunitarie per 509.000,00 euro, ben 21 le persone segnalate in stato di calamità.
Nel 2020 sale al secondo gradino del podio la Regione Campania, in questo primo semestre, con il sequestro di 2.409,50 kg di prodotti e ben 411.965,00 euro di valore.
Il settore con maggiori illeciti in campania è stato quello lattiero caseario ( in termini di valore) invece per i kq sequestrati troviamo il settore vitivinicolo seguito dall’ ortofrutta. A giugno sono state segnalate in stato di necessità già 11 persone
Al secondo posto troviamo la regione Friuli Venezia Giulia con ben 193.912,50 euro e 7757kg, tutto nel settore zootecnico.
E’ necessario sottolineare che i dati si riferiscono alle attività o campagne poste in essere al 6 giugno 2020.
I dati del 2019 della Guardia di Finanza
In base alle attività poste in essere dal comando della Guardia di Finanza si evidenzia come nel 2019 il comparto maggiormente soggetto a illeciti è stato quello dei mosti e uve parzialmente fermentati 679.747 kq, seguito dai vini (454.051 litri), dai prodotti alimentari (20.703 kg), dai legumi (19.910 kq) e prodotti di pasticceria ( 17459 kg)
In totale i kq sequestrati sono stati 784.919 kq di merce e 462.819 litri .
I dati del 2019 dei Nuclei Antisofisticazione dei Carabinieri
Il settore che in base alle attività poste in essere dagli uomini del nucleo antisifisticazione per le sanzioni amminitrative è stato quello della ristorazione con 9.435.627 euro, seguito da quello degli alimenti vari con 2.055.7219 euro le farine/pani con 1807.417. Il totale dei sequestri è stato di 154.074.919 euro. Il settore in cui i il valore dei sequestri è stato più elevato è risultato essere quello delle carni e allevamenti ( 21.596.157 euro)
Le sanzioni amministrative sono state più di 19.000, il settore dove sono state maggiormente elevato è stato quello della ristorazione con circa 10mila; quelle penali sono state circa 3000 e anche qui il settore dove sono state elevate è stato quello della ristorazione.
Nella tabella è possibile constatare come nella ristorazione il 44% dei controlli effettuati sono stati non conformi, mentre solo il 15% di controlli sono risultati non conformi nei prodotti fitosanitari. La media dei prodotti non conformi è stata del 37%.
Si può quindi sintetizzare che il 44% delle non conformità sono state nel settore ristorativo, il 40% nel comparto paste e farine, 34% alimenti vari, 32% allevamento e carni, 31% latte e derivati, 30% vini.
Sono state 677 le persone deferite all’Autorità Giudiziaria nel settore della ristorazione e 261 in quello delle carni e allevamenti.
Le persone segnalate all’Autorità amministrativa sono stati 6407 nel settore ristorativi e1355 nel settore carne e allevamenti, solo 88 in quello della acqua, ben 474 in quello dei vini
I dati del 2019 dell’Ispettorato qualità repressione frodi
I risultati operativi del 2019 confermano la qualità del sistema dei controlli italiano e il posizionamento dell’ICQRF tra le principali Autorità antifrode nel food a livello mondiale. I controlli antifrode sono stati 55.539, di cui 41.462 ispettivi e 14.077 analitici. Gli operatori ispezionati sono stati 27.683 e i prodotti controllati 51.289.
Le irregolarità hanno riguardato il 17,5% degli operatori, l’11,4% dei prodotti mentre il 10% dei campioni analizzati sono risultati irregolari.
ICQRF è stato protagonista, anche nel 2019, delle più rilevanti operazioni di polizia giudiziaria volte al contrasto dei comportamenti criminosi nel settore agroalimentare:
- 395 le notizie di reato e 4.446 le contestazioni amministrative (+6%). Ad esse si aggiungono 2.034 diffide emesse nei confronti degli operatori;
- circa 72 milioni di kg di merce sequestrata per un valore di oltre 301 milioni di euro;
- 513 gli interventi fuori dei confini nazionali e sul web a tutela del Made in Italy agroalimentare.
- I controlli hanno riguardato per l’88% i prodotti alimentari e per il restante 12% i mezzi tecnici per l’agricoltura (mangimi, fertilizzanti, sementi, prodotti fitosanitari).I controlli, ispettivi e analitici, sui mezzi tecnici in agricoltura sono stati nel complesso 6.522.
- Con riferimento ai singoli comparti agroalimentari, 18.179 controlli hanno interessato il settore vitivinicolo, 6.875 l’oleario, 5.434 il lattiero caseario, 4.117 l’ortofrutta, 3.542 le conserve vegetali, 2.831 i cereali e derivati, 2.588 il settore della carne, 1.180 il miele, 596 uova, 517 bevande spiritose, 391 le sostanze zuccherine e 2.767 altri settori.
Nel 2019 ICQRF ha emesso 1.828 ordinanze ingiunzioni di pagamento, per un importo di oltre 7,5 milioni di euro.
ICQRF è intervenuto a livello internazionale e sul web per la tutela del Made in Italy ottenendo risultati che pongono l’Italia al vertice europeo della protezione delle Indicazioni geografiche.
Come Autorità ex officio per i prodotti DOP/IGP e Organismo di contatto in sede UE per l’Italia nel settore vitivinicolo, ICQRF ha attivato 513 interventi nel 2019.
Negli ultimi 4 anni gli interventi ICQRF a tutela dei prodotti italiani fuori dei confini nazionali e sul web sono stati ben 3.276, un risultato che nessun altro Paese europeo può vantare.
Sul web, in particolare, grazie alla continua collaborazione con i tre web market places, Alibaba, Amazon ed Ebay, ICQRF ha attivato nel 2019 ben 340 interventi a tutela delle produzioni italiane, con il 99% di successi.
In qualità di Food Fraud Contact Point (FFCP) tra Italia e UE, ICQRF, nel corso del 2019, ha operato 94 interventi, 76 dei quali su segnalazione di altri Stati membri e 18 di iniziativa italiana. 12 casi hanno riguardato frodi nell’ambito dell’operazione OPSON VIII sui prodotti biologici.
ICQRF – Attività di controllo per settore merceologico
Settore |
Controlli totali (n.) |
Di cui ispettivi (n.) |
Di cui analitici (n.) |
Operatori controllati (n.) |
Operatori irregolari (%) |
Prodotti controllati (n.) |
Prodotti irregolari* (%) |
Esiti analitici irregolari (%) |
Vitivinicolo |
18.179 |
13.925 |
4.254 |
8.078 |
25,6 |
18.334 |
15,4 |
6,9 |
Oli |
6.875 |
5.314 |
1.561 |
3.527 |
16,0 |
6.418 |
11,0 |
17,9 |
Lattiero caseario |
5.434 |
3.750 |
1.684 |
2.895 |
14,0 |
4.709 |
9,9 |
6,4 |
Ortofrutta |
4.117 |
3.808 |
309 |
2.330 |
14,2 |
4.231 |
9,5 |
1,9 |
Carne |
2.588 |
2.377 |
211 |
1.460 |
15,8 |
2.671 |
11,2 |
28,4 |
Cereali e derivati |
2.831 |
2.105 |
726 |
1.785 |
13,6 |
2.543 |
8,7 |
2,5 |
Uova |
596 |
596 |
- |
514 |
11,7 |
679 |
10,6 |
- |
Conserve vegetali |
3.542 |
2.570 |
972 |
1.382 |
7,7 |
2.473 |
6,5 |
4,7 |
Miele |
1.180 |
749 |
431 |
628 |
12,3 |
892 |
9,4 |
11,1 |
Zuccheri |
391 |
360 |
31 |
289 |
12,5 |
394 |
11,2 |
35,5 |
Bevande spiritose |
517 |
332 |
185 |
282 |
14,5 |
422 |
10,0 |
9,2 |
Mangimi |
2.799 |
1.448 |
1.351 |
1.259 |
17,9 |
1.936 |
4,6 |
19,0 |
Fertilizzanti |
2.152 |
1.091 |
1.061 |
932 |
13,2 |
1.489 |
3,8 |
19,1 |
Sementi |
1.058 |
784 |
274 |
481 |
14,6 |
1.334 |
8,2 |
5,1 |
Prod. fitosanitari |
513 |
292 |
221 |
258 |
8,1 |
383 |
4,2 |
9,0 |
Altri settori (*) |
2.767 |
1.961 |
806 |
1.583 |
15,4 |
2.381 |
11,4 |
4,1 |
Totale |
55.539 |
41.462 |
14.077 |
27.683 |
17,5 |
51.289 |
11,4 |
10,0 |
*comprese le irregolarità documentali e di etichettatura |
ICQRF – Risultati dei controlli per settore merceologico
Settore |
Notizie di reato (n.) |
Contestazioni amm.ve (n.) |
Sequestri (n.) |
Valore sequestri (€) |
Prodotti sequestrati (kg) |
Diffide (n.) |
Vitivinicolo |
201 |
2.138 |
298 |
278.087.308 |
60.142.600 |
740 |
Oli |
43 |
538 |
49 |
628.787 |
128.600 |
507 |
Lattiero caseario |
32 |
227 |
10 |
7.225 |
700 |
206 |
Ortofrutta |
24 |
361 |
22 |
80.554 |
14.500 |
135 |
Carne |
15 |
197 |
17 |
17.655 |
7.300 |
126 |
Cereali e derivati |
8 |
176 |
10 |
31.715 |
64.500 |
66 |
Uova |
- |
52 |
9 |
49.408 |
59.300 |
16 |
Conserve vegetali |
29 |
57 |
54 |
5.956.684 |
2.481.700 |
39 |
Miele |
10 |
63 |
6 |
36.588 |
5.200 |
23 |
Zuccheri |
1 |
13 |
9 |
95.941 |
60.100 |
18 |
Bevande spiritose |
- |
40 |
9 |
85.786 |
4.700 |
3 |
Mangimi |
1 |
226 |
5 |
9.593 |
135.800 |
32 |
Fertilizzanti |
5 |
120 |
20 |
443.539 |
698.800 |
8 |
Sementi |
14 |
103 |
33 |
1.166.343 |
482.800 |
4 |
Prodotti fitosanitari |
1 |
16 |
3 |
2.058 |
200 |
- |
Altri settori (*) |
11 |
119 |
31 |
14.885.310 |
7.668.300 |
111 |
Totale |
395 |
4.446 |
585 |
301.584.494 |
71.955.100 |
2.034 |
(*)Prodotti dolciari, prodotti ittici, birre, aceti, spezie, bevande nervine, additivi, acque minerali e bevande analcoliche |
RISULTATI CONSEGUITI NEL PRIMO QUADRIMESTRE 2020 dell’Ispettorato qualità repressione frodi
A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza sul territorio nazionale per il rischio sanitario da COVID-19, operata dal Consiglio dei Ministri il 31 gennaio, la filiera agroalimentare ha continuato a fornire il suo apporto indispensabile alla Nazione.
Il Governo, nel dettare le direttive per affrontare la drammatica crisi, ha sempre indicato la necessità di garantire l’esercizio delle attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi.
L’ICQRF è stata da subito in prima linea per garantire, nonostante le difficoltà e i rischi, un forte presidio di controllo su tutto il territorio nazionale alla regolarità della produzione e commercializzazione di prodotti agroalimentari.
Nei primi quattro mesi di attività, di cui due interessati dall’emergenza, i 29 Uffici e i 6 laboratori dell’ICQRF hanno svolto 26.527 controlli antifrode su tutto il territorio nazionale, di cui 4.363 ispezioni direttamente presso gli stabilimenti di produzione, anche nelle Regioni maggiormente colpite dalla pandemia da COVID-19.
3.058 sono stati i campioni analizzati nei laboratori ICQRF per 101.254 determinazioni analitiche. Sul fronte sanzionatorio, nel primo quadrimestre 2020, in continuità con le attività di controllo svolte nel periodo pre-COVID-19, sono state comminate 1.558 contestazioni amministrative e depositate 56 notizie di reato (numero soggetti deferiti) all’Autorità Giudiziaria ed eseguiti 120 sequestri per un valore di oltre 15 milioni di euro.
Come Autorità ex officio per i prodotti DOP/IGP e Organismo di contatto in sede UE per l’Italia nel settore vitivinicolo, ICQRF ha attivato 540 interventi nel primo quadrimestre 2020, di cui 516 sul web, grazie alla continua collaborazione con i tre web market places, Alibaba, Amazon ed Ebay, con il 100% di successi.
L’attività di controllo ha riguardato in maniera massiccia il canale e-commerce, visto l’incremento delle vendite online determinato anche dal rispetto delle misure di contenimento del virus COVID-19. ICQRF, inoltre, ha aderito al piano coordinato di controllo sulle vendite e sulla pubblicità “on line” di prodotti alimentari con riferimenti ingannevoli al COVID-19 a livello europeo e ha disposto, dalla metà di aprile, l’avvio di un’attività di controllo specifica, che va ad integrarsi con le attività di verifica sul commercio elettronico già programmate per l’anno in corso.
Notifiche effettuate dall’Italia attraverso il RASFF
Nel corso dell’anno le notifiche pervenute attraverso il RASFF sono state 4000, a fronte delle 3.622 segnalazioni del 2018 e rappresentano il picco più elevato raggiunto negli ultimi vent’anni.
Delle 4000 notifiche pervenute:
- 3506 hanno riguardato l’alimentazione umana (3622 nel 2018)
- 322 l’alimentazione animale (313 nel 2018)
- 172 i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti - MOCA (138 nel 2018).
Tra le notifiche ricevute:
- 1478 si riferiscono a prodotti in importazione respinti ai confini (pari al 36,9%) e non distribuiti sul mercato europeo
- 1145 sono state notifiche di Allerta (pari al 28,6%) e hanno riguardato prodotti distribuiti sul mercato
- le restanti notifiche riguardano informazioni (852 informazioni per attenzione e 525 informazioni per follow up).
-nella foto del Corriere di San Nicola, il Prof. Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente, durante un convegno svoltosi presso il Centro di formazione professionale Practical School di San Nicola la Strada nel febbraio 2018.
NIKIPEDIA
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di San Nicola
la Strada
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Nicola Ciaramella
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Tutti gli scritti del saggista cattolico sannicolese
(Tutta la produzione letteraria è pubblicata su ©Corriere di San Nicola)
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LA STORIA DELLA PROTEZIONE CIVILE DI SAN NICOLA LA STRADA
Fiero di averla narrata ed immortalata sin dal primo giorno sulle pagine del Corriere di San Nicola.
Onorato di essere il giornalista più titolato a parlare di questa grandissima squadra.
Nicola Ciaramella
STORIA DEL CORPO DELLA POLIZIA MUNICIPALE DI SAN NICOLA LA STRADA
Fu istituito nel 1990. Le carriere dei sei comandanti che sinora lo hanno guidato.
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