Vero è che la tassa è
stata richiesta in euro, per cui, almeno la faccia, il buon
Ovidio l’ha salvata.
Ma torniamo alle cose serie e cerchiamo di capire l’iter
che ha definito l’istituzione del nuovo “balzello”.
La ricordate la canzone “ma che fretta c’era …”?
Noi sì, perciò ci preme domandarci e chiedere
ai signori del palazzo con quale “animus pugnandi”
sono stati tempestati i muri di manifesti minacciosi per coloro
che non si fossero autodenunciati di essere in possesso del
passo carrabile provvedendo, contestualmente, al relativo
pagamento entro il 28 febbraio.
A nostro umile parere, non c’era nessuna fretta e ciò
per le considerazioni che ci accingiamo a fare. Prima di tutto,
nella più rosea delle ipotesi, in caso di autodenuncia
di tutti i possessori l’Amm.ne avrebbe incassato una
cifra irrisoria che non avrebbe certo soddisfatto la grande
fame di nuove entrate notata in questi ultimi tempi.
E poi, visti i risultati, appare del tutto incomprensibile
il passo indietro fatto dall’Amm.ne sulla obbligatorietà
della tassa, in quanto fino al 28 febbraio chiunque fosse
interpellato per avere lumi in merito, addetti comunali compresi,
ha ribadito l’obbligo della denuncia e del relativo
versamento prima di tale data. Oggi giungono voci autorevoli
alquanto propense alla “distensione” che sostengono
la tesi della “tassa facoltativa” a carico solo
di coloro che richiedono la preziosa targa.
Evidentemente, i nostri amministratori non conoscono il proverbio
della gatta che, per la fretta, partorì gattini ciechi.
Adesso si pone il duplice problema di chi ha versato l’obolo
senza averne la necessità e si trova quindi con un
passo carrabile autorizzato “in più” e
chi, pur avendone la necessità, non ha ancora provveduto
a versare la tassa perché lo ignora ancora o perché
è costretto a scontrarsi con un regolamento pedissequo,
superficiale e che non tiene conto di molteplici situazioni
in cui possono versare i possessori di passi carrabili.
Noi ci limitiamo ad un estemporaneo “così è
se vi pare”, ma … anche se non vi pare!