Continua il nostro viaggio alla ricerca di piccoli angoli
caratteristici, edifici, opere artistiche, particolari
architettonici presenti nel nostro comune. E’ giusto
soffermarci, stavolta, su quello che possiamo definire
“scrigno di capolavori” che è la Chiesa di S.Maria degli
Angeli ed in particolar modo sulle tele che vi si conservano
e che è possibile ammirare all’interno di essa.
Pregevole, al riguardo, è
la tela di circa dieci metri di altezza e cinque di larghezza
che sovrasta l’altare maggiore, risalente alla fine
del Settecento, il cui autore è Giuseppe Bonito, direttore
dal 1755 della Reale Accademia del Disegno (dalla quale uscirono
schiere di autori minori), noto soprattutto come ritrattista
tale da ricevere l’appellativo di “pittore di
camera di Sua Maestà- ma che nella sua carriera ebbe
modo di confrontarsi con i più grandi protagonisti
della pittura napoletana del Settecento come Solimena, Mengs,
Luca Giordano e Sabatino Conca.
Solo nella piena maturità artistica, il Bonito divenne
anche pittore sacro ed infatti in questa tela raffigurante
l’ Assunzione della Vergine in cielo si avverte un forte
linguaggio unitario frutto di molteplici esperienze culturali
dalla cadenza barocca all’accentuazione del senso plastico
del chiaroscuro, pur mancando quella personale libertà
operativa tipica dell’arte ritrattistica, anche se la
sua composizione scenica è di chiaro conformismo pittorico
del sacro.
Posta al centro della scena, nello stretto rigore prospettico,
si nota l’immagine della Vergine come intrisa di una
luce propria, attorniata da una folta schiera di angeli, mentre
sul lato sinistro vi è l’immagine del Padre Onnipotente
colta in un gesto di protezione. Più in basso, l’Arcangelo
Michele intento a schiacciare e ad uccidere con la spada il
demonio sotto le sembianze di un drago. La figura dell’
Assunta che sovrasta la luna come si vuole nella descrizione
dell’ Apocalisse è piena di plasticità
data soprattutto dal gioco di luce e dal panneggio.
Si dice secondo alcuni aneddoti che questa tela sia databile
anteriormente rispetto a quella che attualmente si trova nella
Reale Cappella di Corte a Caserta: infatti la “nostra”
era stata originariamente commissionata per la Cappella Reale,
ma la presenza in essa di anime dannate ed ignude non fu gradita
dalla Committenza, che dovette propendere per una seconda
opera che, pur non differenziandosi molto dalla prima, è
priva di “sconcezze”.
E’ quindi grazie ad un giudizio certamente superficiale
e tutt’altro che riguardoso nei confronti di un grande
artista che oggi i fedeli sannicolesi possono ammirare, durante
le celebrazioni liturgiche, una grandiosa opera che rappresenta
un degno coronamento per lo splendore della nostra Chiesa
di S.Maria degli Angeli.