La nostra non è una provocazione
e ce ne scusiamo in anticipo con coloro che la vedranno come
tale.
Il riferimento è alla nostra festa patronale, "
'A festa 'e Santu Nicola".
Attualmente, come tutti sanno, si festeggia ancora nel periodo
pasquale perchè, quando vivo era, soprattutto nel nostro
Sud, il fenomeno dell'emigrazione, coloro che dal Nord o dall'estero
rientravano in famiglia per festeggiare la Santa Pasqua avessero
l'opportunità di partecipare alle celebrazioni del
Santo patrono e godere di uno spettacolo senz'altro gradito
all'epoca e sottolineiamo "all'epoca" di palchi
allestiti per ospitare cantanti vari, concertini, luminarie,
fuochi artificiali e chi più ne ha ne metta.
A questo punto vi starete chiedendo "....ma questi dove
vogliono arrivare?".
Vogliamo non arrivare, ma partire con l'intrecciare due fili
di colore, l'uno rosso e l'altro nero, da formarne un unico
cordone che sarà il… filo conduttore del nostro
articolo.
Il "nero", riferito al vescovo di Mira, divenuto
Santo con il nome di San Nicola e giunto a Bari nel 1087,
dove fu eretta una chiesa per venerarlo e chiederne miracoli,
dopo che dei marinai ne ebbero trafugate le spoglie dalla
città di origine: taumaturgo, i cui tratti biografici
vivono nella leggenda ed il cui culto appare già diffuso
nel VI secolo in Oriente, e' patrono dei naviganti, dei fanciulli
e degli scolari. E' festeggiato ovunque il 6 dicembre.
Il "rosso", riferito a Santa Claus, personaggio
leggendario dei paesi anglosassoni corrispondente al nostro
Babbo Natale che consegna doni a tutti i bambini.
Diverse le interpretazioni circa le origini della leggenda
che ruota intorno a questo personaggio: la più accreditata
deriverebbe da una credenza, diffusa soprattutto in Olanda:
quella di Sinter Klaas, ovvero San Nicola.
In questo Paese, nell'immaginario dei bambini, Sinter Klaas
è vestito da vescovo e porta il bastone e la mitra.
Nei Paesi Bassi, infatti, il Natale si festeggia il 6 dicembre,
giorno in cui si celebra questo Santo. Questa tradizione viene
mantenuta anche in Grecia ed in alcune zone della Germania.
E qui entra in gioco la nostra festa patronale, "'A festa
'e Santu Nicola".
Forse è giunto il momento di riportare la suddetta
festa al suo giorno naturale, il 6 dicembre, dando alla stessa
un'importanza diversa!
I motivi sono molteplici:
- il primo è rappresentato dal fatto che rari, fortunatamente,
sono ormai gli emigranti e quindi non sono più da considerarsi
tali quei compaesani che, vivendo ancora fuori, sono sicuramente
ben inseriti nel tessuto sociale del paese che li ospita;
- il secondo, idea ghiotta per gli studenti sannicolesi che,
con la "complicità" dei capi di Istitituo,
potrebbero beneficiare di un bel ponte che va dal 6 all' 8
dicembre, giorno, quest'ultimo, in cui si festeggia l'Immacolata
Concezione e nelle case della maggior parte dei credenti di
fede cattolica vengono allestiti gli alberi di Natale ed i
presepi;
- il terzo, e sicuramente per noi il più importante,
perchè siamo convinti che le tradizioni vadano tramandate
a coloro che saranno il nostro futuro, è quello di
far attraversare il Paese dalla statua del Santo per venerarlo
e raccogliere laute offerte, non per le nostre Chiese, già
abbastanza ricche, ma per quei fanciulli (San Nicola è
anche il loro protettore ) che, più sfortunati dei
nostri, inondano le case di ciascuno di noi, attraverso la
televisione, in tutte le ore della giornata, che vivono, volendo
usare un eufemismo, in miseria, o per quei popoli che si ritrovano
in "Guerra" e che non hanno mai purtroppo conosciuto
la "Pace".
Riuscire a donar loro un pozzo ove attingere acqua, costruire
un asilo, un ospedale, in un punto sperduto del mondo, titolandolo
"San Nicola la Strada", sarà forse un'utopia,
ma siamo convinti che, rinunciando ai "botti", alle
luminarie, ai "concertini" ed allo spreco tutto
dell'effimero pagano, riporteremmo i festeggiamenti in un'ottica
più religiosa, meno materiale e sicuramente più
umanitaria.
Ed allora...aboliamo i fuochi d'artificio che sono diseducativi
per i bambini; lasciamo le "bancarelle" con i dolciumi
natalizi in questo caso ed aggiungiamone altre per la vendita
dei pastori per i presepi;
creiamo un "mercatino" di balocchi usati, magari
ricevuti in dono l'anno prima, gestito da adolescenti e bambini,
il cui ricavato andrà a bimbi più sfortunati
di loro.
Insomma, diamo una scossa ad un paese dormiente!
Per quanto ci riguarda, il sasso nello stagno lo abbiamo lanciato;
vogliamo sperare che si apra una discussione che coinvolga
la Parrocchia, gli Accollatori, la Pro-loco, le Congreghe,
le Scuole, tutti i cittadini interessati e, non ultima, l'Amministrazione
Comunale.