Numero Storico 28 - Giugno 2004 - Home 22 novembre 2024 05:45:23
IN QUESTO NUMERO


POLITICA

La Triplice del Futuro
Il Valore aggiunto
Le "alleanze" nella storia
Commenti e freddure dall'...altro Polo
Un' "Intesa" in sei punti
D'Ambrosio, noi sappiamo emozionarci
La nuova mappa del potere
Scompare il gruppo di AN
Il ritorno dell'Edera
L'Assessore Russo Spena "incarica"...


PROGETTI




VARIE


Il vigile Assessore
L'Europa dei Giovani
Farmacie:arriva la quarta, ma...scompare la terza
Sole si, sole no il dilemma proposto dal "Filo di Arianna"
Radio Prima Rete: ascolti record per L'"occhio" su San Nicola
Urbanistica Partecipata: i bambini propongono
Ciao Mimmo, ti vogliamo bene
CULTURA, ARTE, SPETTACOLI


SPORT

"Atletica San Nicola": primi al traguardo


POSTA




 

L'Angolo della poesia

Il Paese Rubato

In questo paese non ci sono nata,
l’ho scelto per l’antica Strada.
Ormai al posto dei platani
ci sono tigli fioriti:
in primavera è un
trionfo di felicità.

Quando son venuta,
il tempo sembrava
che si fosse fermato;
un contadino con il traino incontravi;
e poi un altro con la zappa sulle stanche spalle,
con le mani sporche della sua terra,
della sua terra che amava
e, con tanto sudore, lavorava.

C’è un giardino rotondo
dove si incontra gente
di tutto il mondo,
ma un girotondo felice non fanno,
e le mamme per i figli
paura hanno.

Il mondo cambia, si sa,
ma è l’uomo che
decide per l’umanità.

Basta con questi mostri
dell’edilizia, che offuscheranno
le nostre case e il buio
compagnia ci farà.

Per un centesimo non
ci vendiamo il sole:
ai nostri figli
riscalderà il cuore,
quando noi non ci saremo più.

A noi basta questo,
organizziamolo bene, con civiltà
Lasciamo i prati,
e quando fioriranno
più di mille papaveri rossi,
tutti questo paese di più ameranno.

Fermiamoci qua, per carità!
Fra breve questo paese ce lo ruberanno,
perché scomparirà fra un agglomerato di case,
che si chiamerà,
tristemente senza orgoglio,
Città…


(Maria Rosaria Masiello)


 Leggo spesso le poesie vincitrici di concorsi locali e nazionali. Sinceramente, poche  mi piacciono. Sono spesso… costruite…. meccanizzate… impastate con verbi e  vocaboli pescati nei più prestigiosi dizionari anche enciclopedici… No, decisamente  non mi piacciono! La poesia, per me, è soprattutto prodotto immediato della  propria spontaneità ed espressione lineare dei propri sentimenti. Senza troppi  fronzoli artefatti e con tanta, tantissima e sincera passione.
 Ecco perché un Paese Rubato mi ispira molto di più di un sonetto in endecasillabi  sciolti che ha ricevuto, magari, una pergamena dorata o una citazione altisonante  da parte di una qualche giuria composta, tra gli altri, da scienziati fissati e  presuntuosi.
  (nc)


© Copyright Corriere di San Nicola. 2000, 2003 - Tutti i diritti sono riservati.