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LA POSTA DEI LETTORI
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Un
Patrono sempre più conteso |
I nostri bravissimi e coraggiosissimi
redattori lo avevano sapientemente previsto:”…Probabilmente
quello che scriveremo creerà due fazioni,
i conservatori e i progressisti…ci saranno
discussioni perché il tema è impopolare
e tratta di un argomento che nessuno mai toccherebbe”.
E poi ancora, umilmente :”La nostra non
è una provocazione e ce ne scusiamo in
anticipo con coloro che la vedranno come tale”.
Il riferimento, come tutti hanno capito, era
la nostra festa patronale che si celebra ancora
nel periodo pasquale, nonostante siano completamente
scomparsi i presupposti e le motivazioni che
determinarono, nella notte dei tempi, tale cadenza
in ossequio ai nostri numerosissimi concittadini
emigrati al Nord e all’ Estero, affinché
questi, nel rientrare in famiglia per festeggiare
la Santa Pasqua, avessero l’opportunità
di partecipare anche alle celebrazioni del Santo
Patrono con tutti i fasti e gli spettacoli annessi
e connessi. Dopo aver esposto, con dovizia di
particolari e preciso senso di documentazione,
tutti i risvolti storico-religiosi e geografici
che motivano la celebrazione, in tutto il mondo,
di San Nicola, i nostri articolisti concludono
che è “…forse giunto il
momento di riportare la suddetta festa al suo
giorno naturale, il 6 dicembre, dando alla stessa
un’importanza diversa!”. E qui,
con bonaria e divertente predisposizione, la
proposta di un ponte (dal 6 all’8 dicembre)
da far vivere agli studenti per preparare con
maggior cura l’albero di Natale e il presepe,
fulcri di sanissime tradizioni da conservare
a tutti i costi. Infine, la proposta di devolvere
le laute somme offerte al Santo Patrono in opere
umanitarie a favore di tanti bambini sfortunati
sparsi sul pianeta che trascorrono il Natale
tra la miseria, le malattie e la fame. A tal
proposito, dicono i redattori “siamo convinti
che rinunciando ai botti, alle luminarie, ai
concertini e allo spreco tutto dell’ effimero
pagano riporteremmo i festeggiamenti in un’ottica
più religiosa, meno materiale e sicuramente
più umanitaria… creando magari
un mercatino di balocchi usati gestito da adolescenti
e bambini, il cui ricavato andrebbe ai bimbi
più sfortunati”. Insomma, concludono
gli autori dell’articolo, “diamo
una scossa ad un paese dormiente!”
L’articolo, che non esito a definire uno
dei più significativi mai apparsi sulla
stampa locale, ha effettivamente diviso i lettori
e i media stessi, come profetizzato dai redattori,
schierando il pubblico in due opposte fazioni
a testimonianza della necessità di intavolare
comunque, liberamente e senza pregiudizi o fini
reconditi, qualsiasi discorso che in un modo
o nell’altro possa favorire il dialogo
su argomenti di grande pregnanza sociale spesso
taciuti per mancanza di coraggio.
Al riguardo, ed evitando come nostro costume
le sin troppo facili attestazioni di solidarietà
pervenuteci in numero considerevole, abbiamo
invece preferito pubblicare questa E-mail non
certamente benevola inviataci da una nostra
gentile lettrice che ringraziamo vivamente ed
invitiamo a collaborare in futuro con il nostro
giornale. Eccone il testo integrale:
< Cari Antonella e Giuseppe Narducci,
vorrei chiarire qualcosa in merito al vostro
articolo del numero storico 16: 1) è
da vari anni, ormai, che la nostra scuola e
gli alunni possono beneficiare del “ponte
dell’Immacolata” non per “complicità”,
ma perché la legge dell’autonomia
consente alle scuole di utilizzare alcuni giorni,
nel corso dell’anno scolastico, come “vacanza
dalle lezioni”; 2) da tantissimi anni
la nostra Parrocchia utilizza il “Mercatino”
per inviare aiuti alle Missioni (vedi mese missionario),
all’Infanzia abbandonata (6 gennaio di
ogni anno); 3) anche i ragazzi dell’A.C.R.
utilizzano il mercatino per finalità
varie (e tanto per citare solo alcune iniziative).
In fatto di fede e di carità, intesa
come amore per gli altri, la nostra comunità
non ha bisogno di scosse. Sono ben altre le
scosse di cui ha bisogno! Infine, i botti illegali,
quelli di Capodanno per esempio, vanno controllati
o aboliti. Invece i fuochi di artificio sono
un’arte antichissima e meravigliosa da
conservare, a parer mio.
Vi aspettiamo in parrocchia con tanta voglia
di collaborare. Cordiali saluti, Raffaella Iorio
Campofreda>.
***
Gentile lettrice, ho girato la sua E-mail ai
nostri validissimi redattori Narducci che, come
è giusto che sia, sono liberissimi di
riprendere l’ interessante argomento nelle
forme e nei tempi che vorranno.
Per quanto riguarda, invece, il sottoscritto
(e il giornale da egli fondato e diretto con
lo stesso ardore di chi, in altri modi, cerca
di offrire gratuitamente e al costo di enormi
sacrifici personali un tangibile contributo
alla collettività locale), credo che
i contenuti del pregiatissimo articolo a cui
lei si riferisce vadano ben oltre –forse
le è sfuggito- le sue pur apprezzabili
ma molto ristrette considerazioni, affrontando
problematiche di tale levatura che né
il suo mercatino parrocchiale, né i giovani
dell’ ACR -pur con tutto il loro indiscutibile
impegno- possono certamente sperare di risolvere
in maniera esaustiva.
E poi, se mi permette, le consiglio vivamente
di andarci piano con la fede e la carità:
affrontare questi discorsi con meno presunzione
e più umiltà è…un’arte
antichissima e meravigliosa che val la pena
di approfondire e perfezionare in tutti i momenti
della giornata ed in tutte le occasioni nelle
quali siamo chiamati a confrontarci con gli
altri. Non foss’ altro per tentare di
uscire, un po’ alla volta, dalle fallaci
illusioni che spesso ed inevitabilmente accompagnano
il presunto agire spirituale di molte persone
che per il semplice fatto di essere iscritte
ad enti ed associazioni a scopo religioso e
caritativo (per inciso le dico che non mi riferisco
assolutamente a lei perché non ho il
piacere di conoscerLa) credono di essere in
odore di santità. La fede e la carità,
mi perdoni, sono ben altre cose che non hanno
nulla a che vedere con lo spiccatissimo senso
di protagonismo a tutti i costi che ha ormai
inflazionato il mercato della solidarietà.
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Dalla
Rotonda... con terrore |
…Non è possibile
che con il calar del sole debba sorgere in noi
la paura e il terrore di mettere il naso fuori
di casa; sembriamo tanti animali che vivono
solo ed esclusivamente di giorno ed al calare
della sera le nostre tane ci ospitano fino al
mattino seguente. Il nostro paese non ha molto
da offrire né ai giovani né agli
adulti e tanto meno agli anziani; ora che la
bella stagione si sta avvicinando con le serate
calde e afose sentiamo quasi la necessita’
fisica di uscire, fare quattro passi, gustare
un gelato o al limite prendere un poco di aria
fresca lì dove ci sono spazi e panchine.
Ma in questi ultimi tempi sembra che ci sia
un degrado notevole nel nostro paese, almeno
per quanto riguarda la “Rotonda”,
posto sempre piu’ frequentato da persone
poco raccomandabili. Questo è molto preoccupante
per chi ha dei figli piccoli o ancora molto
giovani, ma non è tutto; infatti un altro
problema che aggrava la situazione è
che c’è qualcuno che pensa di farsi
giustizia regolando conti personali, magari
attrezzandosi di armi. Senza pensare che degli
innocenti potrebbero pagare un prezzo altissimo,
trovandosi nel bel mezzo di una sparatoria.
Cosa possiamo fare o, meglio, cosa chiediamo?
Solo una vigilanza piu’ serrata, chiediamo
ai nostri politici di darci in po’ di
tranquillita’ e pace. Non accettiamo di
vivere in condizioni di paura e terrore, vogliamo
che sul territorio di San Nicola ci sia una
sorveglianza specifica da parte di agenti o
carabinieri, almeno sui posti che sono considerati
ad alto rischio. In verita’ non sembra
chiedere l’assurdo, ma precauzioni che
farebbero del bene a noi e all’immagine
del paese. Quante volte, sfogliando le pagine
di un quotidiano, leggiamo di cose atroci e
sembra che il male capiti solo agli altri, a
quelli che sono lontani o che non conosciamo
e ci rendiamo conto della realta’ in cui
viviamo solo quando ci accorgiamo che qualcosa
ci ha colpiti personalmente? Poche settimane
fa proprio alla Rotonda (e non è l’unico
episodio) c’è stato, si dice, un
“regolamento di conti” dove è
rimasto ferito un extracomunitario; certo, a
noi non interessano i motivi che hanno portato
ad un atto tanto cruento, bensì cosa
poteva accadere se, per ironia della sorte,
nella traiettoria del proiettile si fosse trovato
a passare una persona completamente innocente.
Certo, l’essere umano è tanto strano
e complicato, viviamo con la costante paura
che qualche strana malattia ci possa colpire,
facciamo di tutto affinché la qualita’
della nostra vita migliori e poi, in un niente,
tutto può sfuggirci di mano. Queste sono
cose gravi, che in un paese progredito e civile
non dovrebbero accadere, ed invece……A
questo punto cosa fare? Aspettiamo in fiduciosa
attesa che le istituzioni prendano dei provvedimenti
fornendoci una risposta seria e concreta.
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Gentile lettrice (o…lettore),
innanzitutto la invito a dimostrarsi più
coraggiosa –come il giornale a cui si rivolge-
firmandosi con nome e cognome una lettera che,
comunque, condivido e della quale sono consapevole
di assumere la paternità. Quello che lei
dice è sotto gli occhi di tutti, non capisco
le sue “paure”.
Comunque, per risponderle, sembra che qualcosa
si stia muovendo in tema di sicurezza e vivibilità.
Proprio in questo numero troverà il resoconto
di un dibattito promosso dalle forze politiche
dell’opposizione al quale ha partecipato
attivamente anche il sindaco. Ma, al di là
delle parole, dei convegni e dei buoni propositi,
non ce la sentiamo assolutamente di staccare già
un giudizio ottimistico. La situazione del “bronx-Rotonda”
(sono io che, diversi anni fa, ho coniato questo
sillogismo poi usato a destra e a manca da tanti
altri giornali e da numerosi politici) è
talmente grave che è molto arduo sperare
in una repentina inversione di tendenza.
Guai, però, a…deporre le armi! |
Altre segnalazioni ci giungono
da lettori molto attenti al problema della sicurezza
e della vivibilità in genere, come quelle
del signor G. D’Andrea, che sottopone
ai vigili urbani l’ “invasione”
di alcune sedi stradali (ad esempio Via Bronzetti)
da parte di motorini ed autovetture in riparazione
presso meccanici, nonché la ipotetica
non regolare autorizzazione alla vendita al
minuto e la inosservanza (sempre ipotetica)
delle relative norme da parte di commercianti
ambulanti. |
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