Spesso può sembrare scocciante, noioso, tedioso, ripetitivo, afflittivo ripetere sempre le stesse cose. Ma come dice un vecchio proverbio “la goccia scava la roccia”! Sono una piccola goccia infatti in un mare, un oceano di indifferenza e menefreghismo, ma non mi abbatto, anzi….
Mi sento molto più combattiva nel vedere l’indifferenza degli altri. Penserete…cosa c’è questa volta che turba sua maestà?
Semplice! Sono tante le cose che non vanno! Ma ora, in questo periodo, due quelle che proprio non vanno giù, ma nemmeno impiegando tutta la buona volontà. Precisamente è quell’affollamento ai semafori!!!
Dove nasce un semaforo ecco spuntare, come per magia, qualche extracomunitario. Ormai da anni ce li troviamo sulla strada, e ho potuto capire un tantino come sono fatti.
Dunque…il nero è abbastanza educato, non insiste, sa regalare un sorriso, una parola affettuosa e se non compri i suoi fazzoletti ti ringrazia lo stesso e con lo stesso sorriso va via. Il marocchino si presenta con arroganza e quasi disprezzo, è insistente e noioso, pronto alle parolacce nella sua madrelingua e incline a qualche dispettuccio.
Ultimamente l’automobilista non lo vede arrivare, se lo trova letteralmente sul cofano con la sua acqua pronto a sporcare i vetri; quando reclami è già troppo tardi perché un litro di sapone è sul parabrezza.
Allora nasce spontaneo imprecare, ma lui da persona ancora più…civile ti manda a quel paese! Dulcis in fundo, non potevano mancare…., abbiamo gli zingari! Non sono mai stata e penso che non sarò mai una “razzista”, ma verso questi provo una rabbia particolare.
Educazione sottozero, volgari, aggressivi, prepotenti e anche vigliacchi! Perché si servono dei bambini per mercanteggiare, visini spauriti, magri, deperiti e con grandi occhioni ti si incollano ai finestrini, lasciando le impronte dell’intero corpo. Pochi giorni or sono, ho assistito ad una scena…non proprio singolare.
Ad un semaforo che dura il tempo necessario per far passare giusto quattro macchine (sempre che si scatti allo scoccare del verde), mi precede una macchina di grossa cilindrata, nuovissima e altrettanto pulita; in due si precipitano sull’auto, uno pulisce i vetri e l’altro i fari. Il conducente esce dalla macchina rosso come un peperone: è arrabbiato non poco, gli hanno sporcato quel gioiello.
Ci è mancato proprio poco, insomma, che non si arrivasse alle mani, ma, grazie al semaforo che aveva cambiato colore, la cosa è finita sul nascere.
Non è giusto vivere con l’incubo dell’affollamento ai semafori, ho visto anche gente spazientita passare con il rosso, pur di non trovarsi Neri, Marocchini e Zingari sulla propria auto.
E quando arrivano le multe, come facciamo a far capire che forse quella era stata presa per la disperazione?
Secondo problema. Su Viale Italia, di fronte alla scuola media, è rimasto un tratto di marciapiede che è una vera e propria ossessione. In questi giorni di mal tempo e di pioggia provate a percorrere quel tratto…sapete che succede? Una doccia dal basso verso l’alto.
Questo perché molti mattoni si sono scostati, l’acqua riempie il vuoto sottostante e quando la povera vittima ci cammina su…. il gioco è fatto! Dunque, cosa e quanto ci vuole per una riparazione? Non dico di rifare l’intero tratto nuovo, ma almeno attaccare bene al suolo quelle monelle dispettose, pronte ad ogni sorpresa! Si chiede troppo? Penso di no!
Come cittadini che vivono e fanno parte di questa città possiamo
anche mettere in rilievo le cose che non ci vanno bene. |