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Numero Storico 23 - Luglio 2003 - Home 22 dicembre 2024 13:42:56
IN QUESTO NUMERO :


Monitor: Fogna "Mameli-Meucci"
Cassonetti a ...debordo
Soggiorno Anziani: Il ritorno dei cento eroi
Lotto dopo lotto ma quanto ci costa?
Un generoso "regalo" di Pascariello
Caro addetto stampa, è bene o ebbene?
Rotonda: Volontari all'occhiello!
Tra sagre e gastronomia: il programma 2003
Millennium-Cornuda, gemellaggio gastronomico ma non solo...
Quel fenomeno chiamato "Moving Art"
Ottocento spettatori al saggio di Loredana Cortese!
Rassegna estiva: Arte e cultura sotto le stelle
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Caro addetto stampa, è bene o ebbene ?

Articolo di: Nicola Ciaramella
La sortita di Pascariello di munirsi di uno scrivano personale al quale dettare le sue memorie, da trasmettere poi via chiocciola ai sudditi della carta stampata, è tra le più infelici e deprimenti invenzioni che la sua duplice esperienza di primo cittadino ricordi.
Dopo la miriade di incarichi ed incaricucci , utili o di facciata, distribuiti a destra e a manca per dare il contentino o un vero e proprio stipendio a spese dei cittadini agli amici, parenti e affini (basta guardare la lista, i nomi sono sempre gli stessi e te li ritrovi sempre davanti, come se esistessero solo loro), ci mancava adesso solo l’addetto al megafono!
I motivi del nostro dissenso sono tanti e ci giochiamo la testa tutti condivisi “in corpo” anche da chi non ha né ha mai avuto il coraggio di dirlo e sottoscriverlo.
Vediamoli.
Innanzitutto, la “necessità di relazionare” da parte del nostro comune (piccolo piccolo rispetto a tanti capoluoghi che non ce l’hanno), non è affatto tale da giustificare l’impiego remunerato di un bamboccio per “assicurare alla collettività una conoscenza certa e certificata delle proprie attività”. Sindaco, ma quali attività? Certamente non quelle rilevanti per gli interessi di parte, covate e curate in segreto, delle quali non si saprà mai nulla, mai e poi mai. Ma che ca ha da comunicare un comune dove, a parte cemento e discariche (della cui fragranza, peraltro, mai si parla nei comunicati), gli occhi e i nasi e anche gli orecchi sono impegnati solo da feste e festicciole con discorsi a pacchetto per dare visibilità, odore e amplificazione al regime?
Ed ecco allora il “vero” compito dello scriba: imparare l’outlook express (ma lo sa fare anche un bambino dell’asilo), tastierare qualche nota dal diario personale del capo (strafalcioni grammaticali compresi, ma qui non si sa se la colpa è del dettatore o del ricevente, cioè di Totò o di Peppino), fare clic e sperare che dall’altro capo della rete ci sia qualche giornalista disperato e senza idee che aspettava proprio questo per riempire un po’ di spazio su qualche giornale per guadagnarsi la pagnotta.
Un modo molto ben congegnato, bisogna riconoscerlo, per farsi un proprio rotocalco senza cacciare una lira di tasca propria, confidando nella “bontà” di chi ha sempre da dire grazie a qualcuno.
Ed ecco allora che fra un tex e l’altro si può leggere che il sindaco ieri mattina si è alzato con il mal di stomaco ma è andato lo stesso a lavorare per assicurare puntualità e salute al suo operato, che la sedia ubicata appena si entra a destra si è rotta ma la gara di appalto per la riparazione è già espletata, che la lampadina del bagno al primo piano del palazzo si è fulminata ma l’inserviente è già andato dal guardiusciello per comprarne una nuova, che gli amici sono tutti uniti fino alla morte e che non ci sono giuda tra loro, che domenica prossima all’arena ci sarà la presentazione della sagra dei bucatini scotti e che l’occasione è altamente significativa per consolidare la trasparenza e la lungimiranza dell’amministrazione.
Regalare sì, regalare letteralmente un milione (o poco giù di lì) al mese ad un “esterno” per pochi spiccioli di impegno, quando ci sono tante altre risorse umane già stipendiate della macchina comunale che potrebbero farlo e che magari sono anche in grado di distinguere una elisione da un troncamento, è semplicemente vergognoso: una volta per tutte, qualcuno vuole spiegarci a che cosa serve l’Ufficio delle Relazioni con il Pubblico, a suo tempo creato proprio per questo e che è stato chissà perché? sempre esautorato dalle sue effettive funzioni?
Certo, ringraziare chi non si è mai permesso di criticarlo, comportava una lauta ricompensa…
E allora, chi se ne frega dell’ Urp e di tutto il resto? Chi se ne frega di utilizzare quei soldi, ad esempio, per dare almeno una baracca a famiglie povere, per promuovere iniziative antidroga, per stipulare una convenzione seria con gli enti preposti all’assistenza degli anziani bisognosi e malati, per mettere una taglia su chi ci dà la buonanotte inviandoci in tempo reale gli odori della nostra terra e delle nostre discariche, per distruggere il randagismo?
Per queste altre quisquilie i fondi verranno, prima o poi, da qualche parte.
“Ma qua adesso si fa e si scrive quello che dico io!”, tuonò il capo ed ecco il Peppino di turno con inchiostro e calamaio pronto a sventagliare a colpi di punto it che San Nicola non è mai stata sì bella e sì grande e ciò grazie al suo eroe di tutti i mondi e di tutte le battaglie.
Un altro appunto da fare a Pascariello è la sua “scostumatezza” dimostrata nei confronti di tanti altri numerosi giornalisti che da millenni lo servono e ne decantano le gesta.
(Non noi, ovviamente! Perché per noi la libertà di opinione non potrà mai avere un prezzo; perché la libertà e il coraggio di firmarsi le proprie idee rappresentano il succo e la materia di una “missione” che solo se si ama la propria terra e tutta la sua storia si potrà compiere).
Tra tante conferenze stampa, tra tanti incontri con… scambi di opinione con i bravissimi giornalisti sannicolesi, tra tanti baci e abbracci dispensati ai missionari delle rotative di casa nostra, tra tanti “concorsi di idee”, strano che non abbia pensato di “confrontarsi” con tutti questi signori per annunciare la sua decisione. Non foss’altro per un motivo di riguardo e soprattutto per “offrire” pariteticamente a tutti, o quasi (noi, ripetiamo, apparteniamo al pianeta degli “innamorati” e non avremmo mai potuto esserci: quel giorno saremmo andati in chiesa a pregare…), la possibilità di arrotondarsi lo stipendio o di comprarsi la macchina nuova a rate.
Una nota finale al primo addetto stampa ufficiale (pardon, responsabile della comunicazione esterna della macchina comunale) della storia sannicolese.
Solo per chiarire un po’ i ruoli...
Chiunque tu sia o sarai, non ce l’abbiamo con te, sia beninteso, ma semplicemente con la “comica” funzione che ti è stata assegnata…
Che tu abbia scelto di vendere a saldi di fine stagione quel bene tanto prezioso e qualificante per il quale hanno lottato intere generazioni (ci riferiamo, se non è chiaro, alla tua libertà di opinione, ammesso che in passato l’abbia mai avuto) è una scelta professionale che riguarda solo te stesso e della quale, sinceramente, non ce ne frega proprio niente.
Ma non ti permettere mai più (ammesso che almeno questa facoltà ti sia concessa) di assumere nei tuoi comunicati gli stessi toni arroganti e stizzosi del tuo dettatore, perché tu non stai parlando a tuoi servi ai quali puoi intimare di “pubblicare integralmente” tutto quello che dici e come lo dici.
Tu stai inviando i tuoi comunicati a chi ha speso vent’anni della propria vita per parlare, spinto solo da sviscerato amore, della sua città e di tutte le ansie che essa ha vissuto e sta vivendo per diventare una madre perfetta ed imparziale di tutti i suoi figli.
Senza interessi di parte, senza pregiudizi, senza orario e senza bandiera.
E soprattutto senza gratificazioni, bensì con il sacrificio anche di parte del proprio stipendio di lavoratore.
Tutto ciò per dare un contributo personale alla amatissima città, agli amatissimi concittadini, per non tenerli all’oscuro della verità e per accogliere tutte le loro idee e i loro pensieri, certamente molto più preziosi e significativi di quelli partoriti da menti distorte e votate alla soddisfazione della propria lussuria.
Il nostro compito se ritieni giusto continuare ad intasare la casella “posta in arrivo” del Corriere di San Nicola è di verificare tutto quello che scrivi e che forse qualche volta anche non pensi. Il nostro giornale ce lo facciamo noi con i nostri lettori e non tu con i tuoi amministratori. Questo sia ben chiaro!
E poi, permettici di darti un consiglio: dì al tuo segretario (sì, perché crediamo che non sia tu a compilare personalmente i dispacci …) che si scrive “ E’ bene evidenziare”, “E’ bene chiarire”, “E’ bene ribadire”, “E’ bene ricordare”, etc… e non “Ebbene evidenziare”, “Ebbene chiarire”, “Ebbene ribadire”, etc. etc. (!?!?!?!?!?!?).
Incredibile! Qualcuno lo fermi!
Ma che diavolo, un po’ di rispetto per chi legge!
E poi, digli pure che non faccia come Totò che raccoglie alla fine della lettera tutti i punti e tutte le virgole ignorate prima per dimostrare di non essere…tirchio.
Insomma, sarebbe opportuno che il tuo collaboratore, approfittando delle vacanze, si mettesse a leggere, magari sotto l’ombrellone, qualche buon libro di grammatica. Ma anche un altro di sintassi non guasterebbe. Potrebbe, magari, farseli prestare dal suo nipotino delle elementari, se ce li ha ancora...
E non augurarci più “buon lavoro” al termine dei tuoi comunicati. Per favore!
Buon lavoro auguralo a te stesso e a chi è stipendiato per riempire le pagine dei giornali, magari con articoli preconfezionati (basta solo cambiare i nomi dei protagonisti) del tipo cronachette di sport.
Noi buttiamo sangue e soldi, togliendo tempo alla famiglia e allo svago per dare, anzi, noi un personale contributo alla nostra città e ad una comunità di lettori che ha il diritto sacrosanto di essere informata con la massima trasparenza e la più incondizionata obiettività.
Evviva la libertà!
P.S.
Caro… ha detto (pardon, addetto) stampa, quando ti trovi a presentare al pubblico le iniziative che servono a magnificare i tuoi padroni, non metterti sempre a leggere quello che ti passano. Dillo qualche volta anche con parole tue: crediamo che tu ne sia capace, perbacco!
Così, è molto più bello e umano.
Certamente è meglio!
(…o si dice…emmeglio?…Porca miseria, ma vedi un po’ che dubbi mi devono venire…)…


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