La furente disputa sull’ “attualità”
dei dati previsionali sanciti dal Piano Regolatore Generale
-bisognosi di confermazione dopo il lontano battesimo
avvenuto nel ’90 e l’ancora più remoto
parto concepito nell’84- ha occupato la cronaca
politica degli ultimi mesi, relegando nell’ombra
o addirittura ignorando il vero nocciolo del problema…
Che non ha, né può avere, secondo noi,
i freddi e amorfi connotati di un assioma aritmetico.
Ma, prima, veniamo ai temi del contendere.
Da una parte si è schierato il sindaco, fedele
assertore delle onnipotenti verità dettate da
Sua Santità PRG.
Dall’altra, gli agguerriti paladini della contestazione
(non solo dei numeri) a tutti i costi, una larghissima
fetta dei quali non rappresentati in consiglio comunale.
Pascariello, lodevole la sua iniziativa, ha detto tondo
tondo al suo esperto collaudatore di rileggersi, quartina
per quartina, il testo della corposa profezia elaborata
da Nostradamus Motta a metà degli anni ottanta.
Tutto questo per dimostrare, smentendo chi ha la fortuna
di sognarsi i numeri, che il piano sta procedendo secondo
le previsioni, che gli abitanti di San Nicola prima
di fare l’amore libero danno uno sguardo alla
curva della crescita demografica, che le abitazioni
sorgono di pari passo e che, suonando questo spartito,
alla fine dei tempi programmati, quando cioè
il Piano regolatore infallantemente a suo tempo concertato
avrà raggiunto la sua piena attuazione e si sarà
trasformato in un dolce mandolino, la nostra cara e
amena città sarà abitata da non più
di 25.000 spettatori tutti con posti a sedere.
Ebbene, il sindaco ha avuto ragione. Le previsioni vanno
a gonfie vele. Lo studio di Pisanti ha accertato che
non esistono disparità tra i pronostici del Pierregì
e lo status demografico attuale della nostra cittadina.
Ebbene sì! Quando tutti i tessitori autorizzati
dal Piano avranno completato la loro tela, probabilmente
tra non molti anni, San Nicola la Strada avrà
25mila abitanti.
Venticinquemila e uno, venticinquemila e due…Aggiudicato!
Ma il vero nocciolo del problema, dicevamo, non è
affatto questo…
Né si è avuto il coraggio di evidenziarlo
nella diatriba, nella quale (e ci riferiamo a quegli
“oppositori” che hanno fatto cilecca alle
ultime elezioni comunali), invece delle formule proporzionali
da mettere sotto il torchio, qualcuno avrebbe fatto
meglio a svolgere un altro compitino in classe più
facile, magari sullo status di salute dei cittadini
alla luce dell’aria profumatissima che da anni
ne delizia i polmoni…
Certo, tutti possono scrivere quello che vogliono, anche
se non sanno usare l’ apostrofo e non hanno neanche
un minimo di dimestichezza con l’imperfetto del
congiuntivo e non sono in grado di saper distinguere
un troncamento da una elisione.
Ma nessuno, oggi a San Nicola, a meno che non voglia
passare per qualunquista, può sottacere il vero
nocciolo del problema…
Non sta scritto da nessuna parte che per vivere bene
bisogna essere in pochi o che quando si è in
molti si vive male.
Venticinquemila anime, tantissime!, potrebbero vivere
benissimo in una città dove l’attenzione
agli abitanti proceda all’unisono con l’attenzione
alle abitazioni.
Ed infatti, se si eccettuano la microdelinquenza in
costante ed imperversante ascesa, la droga che gira
liberamente ad ogni angolo di stradicchia, il traffico
da corteo funebre, le frastuonate scorribande dei sciumacherini
a quattro e due ruote anche davanti ai giudici di partenza,
le irriducibili imprese degli irriducibili papillon
dei tributi, la cronica insufficienza delle strutture
sanitarie pubbliche, le lunghe code per acquistare l’aspirina
nella quinta farmacia ( a proposito, chi ha rubato la
terza e la quarta?), la comica dell’assistenza
domiciliare ai portatori di handicap e agli anziani
bisognosi, i quadri astratti che riproducono sullo sfondo
le case a disposizione dei meno abbienti, le chimere
del decentramento degli uffici comunali e dei consigli
circoscrizionali, la dilettantistica ed iniqua gestione
delle attrezzature sportive, il deodorante alla plastica
arrostita che giunge dal luogo dell’eterno riposo
nelle nostre case attapparellate anche d’ estate,
i dormitòri a forma di scatole a cinque piani
con mansarda sparsi nei fulcri dello sviluppo, gli allegri
banchetti organizzati in prima e seconda serata dai
pronipoti dei primi felini randagi che ebbero a conquistare
la nostra ridente piana, la irridente impunità
dei pascolatori di husky e dalmata, il miraggio di una
pianificazione commerciale adeguata ad una vecchia borgata
che da grande vuole diventare una semimetropoli, la
fatiscenza di alcuni chilometri di rete idrica e fognaria,
eccetera eccetera eccetera,…allora sì!,
a San Nicola si vive benissimo!
E allora tutti a mangiare gnocchi e bere vino appezzottato
alle prossime sagre estive, tutti a cantare e ballare
all’arena, tutti ad entrare sfrenati nella stanza
da letto di Cecilia, e poi tutti a letto a dormire nei
lussuosi alberghi disseminati là dove c’era
l’erba!
Perché, alla fine, saremo tutti stanchi di mangiare,
di bere, di cantare, di ballare, di guardare e di vivere
così bene nel paese della cuccagna.
Tutti stanchi…stanchi e basta.
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