L’Amm.ne si evolve, elabora
un “teorema” e lo risolve facendo ricorso
al sistema del “Project financing” per finanziare
la realizzazione del quarto cappellone e l’ampliamento
del cimitero. Il costo dell’operazione pare si
aggiri sui sei miliardi delle vecchie lire e sarà
a completo carico degli acquirenti. Per far capire ai
lettori di cosa stiamo parlando, facciamo una digressione
e spieghiamo in maniera elementare in cosa consiste
questo teorema e quindi tale sistema di affidamento.
Il “project financing”, previsto dalla legge
Merloni, nasce per consentire la realizzazione di opere
pubbliche in assenza o per insufficienza di finanziamenti.
Essenzialmente, l’operazione tende a coinvolgere
il capitale privato per eseguire un progetto di opera
pubblica da recuperare attraverso la gestione dell’opera
stessa.
Difatti, si fa ricorso a tale sistema soprattutto per
opere rilevanti soggette successivamente a tariffazione
come piscine, parcheggi, impianti sportivi, fiere stabili,
etc.; insomma opere che, ripetiamo, necessitano di essere
gestite dai privati che le hanno realizzate.
Si può ricorrere a questo sistema anche per opere
di una certa valenza pubblica e sociale (e quindi senza
ritorni economici) ed il cui finanziamento può
essere fronteggiato dagli enti mediante pagamenti stabiliti
su base commerciale. Il promotore è il soggetto
più importante nella fase di avvio, in quanto
valuta la convenienza del progetto ed ha il delicato
ruolo di coordinare l’operazione sotto l’aspetto
tecnico, commerciale e finanziario.
Ci rendiamo conto che la materia è abbastanza
articolata e di difficile comprensione per i non addetti
ai lavori, ma era doveroso fare almeno queste premesse
per far comprendere i motivi che ci hanno indotto a
sposare le teorie di chi ha stigmatizzato l’iniziativa
frettolosa (e forse poco oculata) sponsorizzata dall’amministrazione
che recentemente ha deliberato tale iter procedurale.
La liceità o meno della procedura, anche a parere
del consigliere Battaglia (come ricorderanno i nostri
lettori), deriva dalla convinzione che l’operazione
promossa appare poco ortodossa, sia per la realizzazione
del quarto cappellone (del tutto identico agli altri
tre esistenti) che per l’ampliamento del cimitero,
per una serie di considerazioni che andiamo a fare al
solo scopo di recepire e comprendere il “teorema”
costruito dall’amministrazione.
Partendo dal quarto cappellone, l’amministrazione
dovrebbe spiegare, soprattutto ai cittadini (chiamati
a pagare costi nettamente superiori), il motivo del
ricorso a tale procedura, visto che il progetto da eseguire
è praticamente in possesso del Comune (non era
sufficiente adeguarlo ai nuovi prezzi e riproporlo con
la firma dell’ufficio tecnico?) e non si ravvisa
la necessità di prevedere alcuna spesa in quanto
le opere cimiteriali sono solitamente realizzate con
il sistema dell’“autofinanziamento”,
vale a dire facendo ricorso ai proventi derivanti dalla
vendita dei loculi.
Cosa questa ben risaputa dai nostri politici che, negli
ultimi mesi, hanno appaltato e già venduto “sulla
carta” centinaia di loculi finanziati unicamente
con le tasche dei cittadini. La convenienza per l’amministrazione
consiste solo nell’evitare tutte le procedure
burocratiche indispensabili per attuare la concessione
dei nuovi loculi, procedure tra l’altro sempre
effettuate dai dipendenti del Comune.
Per fare un pettegolezzo, si potrebbe pensare ad un
ridimensionato “interesse” da parte dei
politici in quanto i loculi “ambiti” (quelli
dei piani bassi) sono stati già assegnati ai
cittadini più fortunati. Per dare maggiore forza
alla nostra teoria, c’è da sottolineare
che alla fine del processo (progetto, costruzione e
vendita in concessione) i loculi ritorneranno nella
disponibilità immobiliare del Comune in quanto
la concessione non ha valenza di vendita ma di cessione
in uso per novantanove anni. Stesso discorso (o quasi)
vale per l’ampliamento del cimitero che prevede,
al posto dei loculi, la concessione del suolo per costruire
cappelle gentilizie e procedure espropriative per le
quali il Comune si è ampiamente cautelato stipulando
una convenzione con un esperto dell’amministrazione
provinciale.
Queste considerazioni e la certezza che i costi determinati
dal promotore saranno giocoforza notevolmente superiori
a quelli effettivamente occorrenti hanno insinuato molteplici
dubbi nell’osservatore. Se ne deduce sinteticamente:
prezzi maggiorati dei loculi e dei suoli per finanziare…
il promotore finanziario (ci scusiamo per il bisticcio
di parole), quindi costi maggiori per i cittadini acquirenti.
Il “teorema”, così formulato, determina
una “equazione unilaterale” che non offre
altre soluzioni logiche. Vuoi vedere che la soluzione
è più semplice di quel che si crede? L’avete
trovata? No? Peccato! Noi si, ma non ve la riveliamo.
Tanto a chi può interessare un teorema …
dei morti?
Nicola Ciaramella |