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Numero Storico 32 - Dicembre 2005 - Home 26 dicembre 2024 11:16:24

"Umilta' e unita' per scalzare il reuccio!"
Udc: importante incarico a Carlo D’Andrea
D’Andrea contro i soliti noti...
"L’Amministrazione... dei gabbiani"
La nuova mappa del potere










Inaugurato, il 15 ottobre, nella solita pompa magna, l’ennesimo centro polifunzionale, ereditato come atto d’obbligo e poi costato un miliardo di vecchie lire pubbliche. Ospita l’accademia musicale, una “creatura” fortemente amata dal sindaco…
Rossella, un Centro…Unifunzionale

Da mesi il sindaco non era più nei panni…Si erano susseguiti a ritmo vertiginoso i comunicati stampa che annunciavano il grande evento…
12 settembre: ..”finalmente gli iscritti potranno frequentare i corsi in santa pace senza essere infastiditi dall’attività della scuola elementare”…il “conservatorio sarà intitolato al grande Toscaninila sala convegni a Pirandello (quello di Uno, nessuno e centomila…)…
1 ottobre: …”il Centro arricchirà il patrimonio, non solo immobiliare, della città”…
12 ottobre: …”cresce l’attesa per l’inaugurazione”…
Come se non bastasse, il “Menù del giorno” posto sul pittoresco (ma grezzissimo) trespolo all’ingresso del ristorante…pardon!, del palazzo comunale, aveva offerto per molte settimane sempre la stessa pietanza: “Inaugurazione del Centro Polifunzionale”…
Ma, insomma, cos’è questo ennesimo Centro che -ma stavolta è in periferia- ha fatto andare in solluchero un sindaco più che mai “soddisfatto di quanto realizzato in questa zona, grazie alla sinergia pubblico-privato (e che sinergia!) che ha dato frutti concreti a beneficio dell’intera collettività di San Nicola la Strada”?
E che significa “un altro punto fermo del PRG, a volte tanto bistrattato da chi lo ignora completamente, che sta producendo non pochi vantaggi per la crescita della nostra città”?
 E quale sarebbe questa “ulteriore prova che la politica amministrativa programmata, e non l’improvvisazione, consente di raggiungere obiettivi di particolare rilevanza sociale”?
Il nuovo Centro Polifunzionale del Parco Rossella, naturalmente! Sì, la nuova casa della Civica Accademia Pascariellana! Ma cosa avevate capito?
Ebbene, disquisiamola un po’ più da vicino questa ennesima opera “utile per la cittadinanza”, che sabato 15 ottobre è stata oggetto dell’ennesima cerimonia celebrativa in solita pompa magna.
Dunque.
L’idea del sontuoso complesso fu partorita nel lontano 1995, allorquando fu approvato il Piano di Lottizzazione della società Coabitare S.r.l. progettato dall’Ing. S. Pascariello.
Nell’ambito di tale Piano, il lottizzatore si impegnava a realizzare “lo scheletro” di un futuribile Centro Sociale.
Correva l’anno 2001, ripetiamo l’anno 2001, quando l’Ing. S. Pascariello riceveva l’incarico di progettare il completamento del Centro per l’importo di 370 milioni del vecchio conio, progetto destinato, di lì a poco, ad essere sostituito da uno più fresco e remunerativo di 600 milioni (sempre delle vecchie lire).
Al momento di approvare il secondo progetto, e siamo giunti agli inizi del 2002, la somma lievitava ancora ed il fatidico completamento faceva riscontrare una spesa di quadro economico di €. 387.342,67 (e qui diciamo addio alle vecchie lire, anche se parliamo di circa 770 milioni).
Nel 2004, l’opera è ormai completata per ospitare un ipotetico Centro Sociale.
Macchè!!!
Mancano ancora le poltrone e il tavolo delle conferenze, per cui il residuo del mutuo viene utilizzato per l’acquisto di tali arredi per un importo di circa 70 mila euri.
Però l’immobile non sembra sicuro, visto che già si sono verificati atti di vandalismo agli impianti appena realizzati.
E così viene stanziata un’ulteriore somma di 23 mila euri per realizzare una recinzione della zona esterna.
A questo punto, il sindaco, non sapendo proprio quale destinazione dare ad un immobile dotato di una sala conferenze e di alcune anguste salette con tanto di solarium con vista panoramica (adatto più per un ristorante che per scopi sociali), partorisce la grande idea: perché non allocarvi la sede della amatissima (ve lo spieghiamo poi perché) Civica Accademia Musicale, sfrattando l’attuale guardiola per darla in premio a qualche associazione amica un po’ prima delle nuove elezioni?
A questo punto, vi domanderete, l’opera può definirsi completa?
Eh, no!!!
Mancano gli arredi bagno, scrivanie, sedie e una decorosa sistemazione della zona esterna, per cui vengono stanziati altri 20 mila euri.
Morale della favola: questa Amministrazione eredita una struttura da un lottizzatore (dal volto molto familiare) a scomputo di oneri da versare al Comune, ma spende circa un miliardo di lire per adibirla a sede di una modesta accademia musicale e per ospitare qualche sporadico congressuccio. A ciò si aggiungano le spese che, giocoforza, si dovranno sostenere per curare la manutenzione e la gestione di un manufatto che, a pensarci bene, sarebbe stato più utile come sede distaccata di servizi comunali, certamente più “convenienti” per la cittadinanza.
Perché tutto questo? Elementare, Watson! Il civico conservatorio altro non sembra che una personale creatura del sindaco, una casa calda e sicura, senza duplicati di chiavi, ad uso e consumo diretto ed esclusivo dei proprietari. Dove non devono esserci intrusi, ma solo tanti amici da ospitare.
Qualcuno, per favore, può dirci:
-se esiste, oltre ad una semplice ed amichevole delibera di giunta, un vero e proprio atto costitutivo della civica accademia musicale?
-come vengono reclutati (e quali titoli devono possedere) i docenti, in assenza di un concorso serio e pubblico?
-perché, invece di dare spazio a personale locale, come giusto e corretto sarebbe, si assumono, per la maggior parte, insegnanti “forestieri”?
-perché è definita “agevolata” la retta mensile di 40 euro, quando in altre privatissime accademie si paga pochissimo di più, ma con “concretissimi” sconti per l’acquisto di strumenti e materiale didattico?
Il tutto, purtroppo, senza considerare l’ingente capitolo di bilancio che il comune polverizza per pagare la gestione ed il mantenimento.
Insomma, più che una civica, sembra proprio una personale accademia, dove anche i suonatori hanno volti familiari, dove non si muove un passo se non c’è il placet del capo e dei suoi artisti di fiducia. Un centro “uni” (più che “poli”) funzionale, inventato a misura di potere, ad immagine e simiglianza di chi ha dell’ “indotto sociale” un concetto molto “singolare”, oltre che divertente. Un “conservatorio” a tutti gli effetti, ma esclusivamente di …consensi. Quelli che possono permettere a chiunque di fare il bello e cattivo tempo. In ogni dove. Come pure a San Nicola.

nc 


 
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