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Numero Storico 32 - Dicembre 2005 - Home 21 novembre 2024 17:43:58

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Più tumori nei comuni dove sorgono discariche incontrollate. E’ quanto emerge da uno studio della Protezione Civile. Tra le zone più a rischio, quella sud-orientale della provincia di Caserta. Il sindaco di San Nicola ha da tempo lanciato l’allarme. Ora è il momento di stringersi tutti intorno al “padre” di tutti i problemi.
Una “convivenza” letale


“Abbiamo fotografato gli ultimi dodici anni dello smaltimento dei rifiuti nelle province di Napoli e Caserta, in un periodo in cui la gestione di questo servizio non era stata svolta in modo corretto. Questo serve ad impostare un’attività più sicura, più trasparente, più pulita. Vogliamo andare avanti su questa strada”.
Questa la sintesi dell’importante studio commissionato dal Dipartimento della Protezione Civile sull'impatto sanitario del trattamento dei rifiuti in Campania.
“In alcune zone della provincia di Caserta e di Napoli” -ha evidenziato il capo dipartimento Guido Bertolaso- è stata verificata un'incidenza superiore alla media di patologie tumorali e malformazioni congenite. Proprio in una zona dove, nel passato, sono proliferate discariche non controllate. Non stiamo parlando delle decisioni prese adesso dal commissario Catenacci, ma di quello che è successo nel passato. La prudenza è d’obbligo, ma c'é una grossa probabilità che ci sia un nesso causale fra queste patologie e la presenza delle discariche”.
Le analisi elaborate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dall'Istituto Superiore di Sanità, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche e dall'assessorato alla Sanità della Regione Campania, hanno consentito l'identificazione di un'area nella quale la mortalità generale e i tassi specifici per diverse patologie tumorali sono particolarmente elevati. Questa zona comprende, tra l’altro, la parte sud-orientale della provincia di Caserta, dove si trovano i comuni del Consorzio Calatia, e cioè San Nicola, Maddaloni e San Marco.
Per l’intera Terra di Lavoro, la mortalità maschile è risultata in eccesso del 19%, mentre per le donne si parla del 23%.
In definitiva, questi dati confermano quanto aveva accertato il precedente studio di Legambiente, che venne presentato al Governo tre anni or sono. Anche lì si rilevava, con toni molto preoccupanti, che a San Marco Evangelista, come a San Nicola la Strada, si era registrato un incredibile aumento della mortalità per tumori, anche nella fascia di età da zero a tre anni.
Il sindaco di San Nicola, del resto, da persona attenta e sensibile ai disastri che potrebbe provocare il fenomeno, è stato molto esplicito al riguardo, esternando pubblicamente tutti i suoi timori, che la dicono tutta sui pericoli per la salute legati alla discarica Lo Uttero. Come hanno fatto e stanno facendo, in maniera altrettanto responsabile, quasi tutte le forze sociali, politiche e culturali, che hanno intrapreso le più variegate iniziative. C’è, ad esempio, chi ha preferito sdrammatizzare, alleggerendo il clima con un po’ di ironia; chi ha organizzato marce per la città; altri ancora hanno intavolato convegni ed incontri tra i partiti. Il sindaco, invece, non ha usato mezzi termini per denunciare l’entità assunta dal problema. Ha parlato (vedi un notissimo comunicato stampa datato 16 maggio 2005), in maniera decisa, esplicativa ed incurante del pericolo di procurare allarme tra la popolazione (che ha, invece, comicamente, scaricato ad altri, ben più coraggiosi, pur nella loro satira), di “continue segnalazioni da parte dei cittadini”, di “discarica a cielo aperto”, di “scempio ambientale”, ecc.
Ebbene, mai come questa volta, tutti debbono assolutamente stringersi intorno ad un problema di tale portata, prima che la situazione possa diventare, come ha ribadito a chiare lettere il primo cittadino di San Nicola, “sempre più insostenibile”.
Urge, insomma, attivarsi in tutti i modi affinché venga rimosso qualsiasi pericolo per la salute di decine e decine di migliaia di abitanti. A partire dalla “famigerata” Lo Uttero.


ndepinto/nciaramella


 
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